Stampa Romana, con il segretario Lazzaro Pappagallo, il Sindacato cronisti romani, con il Presidente Fabio Morabito, e Gianni Tassi, fiduciario dell’Asr per la provincia di Viterbo, intervengono dopo l’ennesimo caso di intimidazioni ai danni di un giornalista nella Tuscia: “Intervengano le autorità”, chiedono in una nota congiunta.
“È di oggi la notizia delle minacce e delle intimidazioni
ricevute da Daniele Camilli, collega della testata online viterbese Tusciaweb.
Non è la prima volta che Camilli subisce intimidazioni per il suo lavoro di
cronista”. Lo rendono noto l’Associazione stampa romana e il Sindacato dei
cronisti romani insieme al fiduciario per la provincia di Viterbo dell’Asr.
“È curioso – scrivono Lazzaro Pappagallo, Fabio Morabito e Gianni Tassi – che
ci si rivolga ai Casamonica, evocati per la loro capacità criminale e non per
essere un fenomeno di costume, per
zittire il giornalista scomodo”. Il riferimento è alla lettera di minacce recapitata al quotidiano online nella
quale – appunto – si chiede alla famiglia Casamonica di intervenire contro “chi
ha osato scrivere sul funerale del vostro amico”.
“È da anni che episodi del genere, anche più violenti, avvengono nella Tuscia,
alcuni dei quali – prosegue la nota – denunciati con dovizia di particolari
alle forze dell’ordine e alla stessa Procura della Repubblica. L’Associazione
Stampa Romana e i Cronisti Romani, nell’esprimere solidarietà a tutti i
colleghi vittime di aggressioni verbali e fisiche, aggiungono la propria
preoccupazione per un susseguirsi di fatti che con il passare del tempo
diventano più frequenti, arroganti e pericolosi. La stessa Asr viterbese –
concludono Stampa romana e Cronisti romani – chiede un pronto e determinato
intervento delle autorità competenti al fine di individuare e punire i
responsabili. È a rischio, non solo l’incolumità dei colleghi ma la stessa
libertà d’informazione”.
Per questa ragione i firmatari del documento annunciano che nei prossimi giorni
chiederanno un incontro con il Procuratore Capo della Repubblica del tribunale
di Viterbo.
(Foto: Tusciaweb.eu)