«La dichiarazione dello stato di emergenza sull'immigrazione da parte del governo e il decreto Cutro, che produrrà solo ulteriori ingiustizie e nuovi irregolari, non fanno che alimentare un dibattito lontano anni luce dalla realtà». Lo afferma, in una nota, Filippo Miraglia, responsabile immigrazione dell'Arci, che lancia un appello ai giornalisti affinché non diano spazio solo alle legittime opinioni dei politici, ma raccontino la realtà dei fatti ricorrendo a dati oggettivi.
«Dal 2014 al 2017 - dice Miraglia - sono sbarcate 623mila persone, sono state presentate 400mila domande d'asilo e sono state registrate nel sistema d'accoglienza 528mila presenze. Negli stessi anni siamo arrivati ad ospitare più di 190mila persone senza che sia stata dichiarata alcuna emergenza. Di fronte a 100 milioni di persone obbligate a lasciare le loro case, secondo l'Unhcr, l'Unione Europea è una delle aree meno investite da questi flussi straordinari. Accolgono più persone di tutta l'Ue Paesi come la Giordania, il Libano o il Pakistan. Nell'Ue, l'Italia, negli ultimi 10 anni, ha sempre accolto meno della media degli altri Paesi, il che significa che se si introducesse un principio di solidarietà a noi spetterebbero più persone di quelle che abbiamo finora accolto. Solo nel 2022 la Germania ha accolto più di 220mila richieste d'asilo e noi 77mila. Anche Francia e Spagna ne accolgono più di noi e in rapporto alla popolazione continuiamo ad essere un Paese che fa meno degli altri, altro che solitudine dell'Italia nell'Ue».
Infine, aggiunge ancora Miraglia, «vale la pena ribadire che la protezione speciale, che il governo vuole ridurre o eliminare, è una forma di protezione complementare presente in 18 dei 27 Paesi Ue e che non siamo gli unici ad averla. L'Italia, a parte gli anni 2017 e 2018, dove si sono dimezzati gli esiti positivi delle richieste d'asilo, registra un dato sugli esiti delle domande d'asilo in linea con la media europea».
Da qui l'appello «ai giornalisti, a partire dal servizio pubblico, all'Ordine dei giornalisti e alla Fnsi, di non schierarsi pro o contro l'immigrazione, di non dare solo spazio alle legittime opinioni dei politici, ma di schierarsi innanzitutto dalla parte della realtà, citando e ricorrendo a dati reali e non solo a opinioni. Costruire il confronto pubblico sull'immigrazione sui dati reali e non solo sulle legittime posizioni politiche - conclude Miraglia - aiuterà a ricercare soluzioni praticabili e non interventi spot che poco hanno a che fare con l'interesse del Paese». (Ansa)