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Fnsi 27 Gen 2004

Mediaset, il Cdr del Tg5 chiede regole certe dopo lo spostamento del programma "Terra" per fare posto allo speciale sul decennale di Forza Italia L'azienda replica: "La variazione dettata da motivi di natura editoriale" Cdr: "La

Mediaset, il Cdr del Tg5 chiede regole certe dopolo spostamento del programma "Terra" per fare postoallo speciale sul decennaledi Forza ItaliaL'azienda replica:"La variazione dettata da motividi natura editoriale"Cdr: "La risposta sarà valutata dall'assemblea"Solidarietà dell'Usigraiai colleghi del Tg5

Mediaset, il Cdr del Tg5 chiede regole certe dopo
lo spostamento del programma "Terra" per fare posto
allo speciale sul decennale
di Forza Italia
L'azienda replica:
"La variazione dettata da motivi
di natura editoriale"
Cdr: "La risposta sarà valutata dall'assemblea"
Solidarietà dell'Usigrai
ai colleghi del Tg5

Una scelta ''grave e lesiva del prestigio del Tg5''. Con un comunicato affisso in bacheca, il cdr del tg ammiraglio di Mediaset giudica cosi' la decisione aziendale di mandare in onda sabato sera, al posto del settimanale 'Terra', lo speciale Parlamento In dedicato al decennale di Forza Italia. E annuncia una lettera ai vertici per chiedere regole certe in vista della campagna elettorale di primavera. Un comunicato breve, affisso questa mattina. E seguito da una lettera in cui, si apprende da indiscrezioni, i rappresentanti dei giornalisti chiedono un incontro urgente perche' si arrivi alla stesura di un vero e proprio codice di regole, chiare condivise e inderogabili, che stabilisca insomma procedure corrette e trasparenti per l'informazione nel periodo che va da ora al voto di primavera. La decisione di sostituire all'ultimo momento il settimanale giornalistico di punta della Rete (che sabato era dedicato alle vittime dei Gulag) con lo speciale dedicato alla convention di Forza Italia, raccontano dai corridoi del Tg5, ha sorpreso un po' tutti. E ha provocato reazioni e mugugni a largo raggio nella redazione. Cosi' come ha stupito l'ampiezza dello spazio dedicato dallo speciale condotto da Vigorelli, al discorso del presidente del Consiglio. Da qui forse il tono del comunicato affisso dal cdr, che informa i colleghi di quanto accaduto, ricorda che la messa in onda di Terra ''era stata annunciata con evidenza nel tg5 delle 13 dello stesso 24 gennaio''. E poi sottolinea: ''Questa e' una scelta grave che riteniamo lesiva del prestigio del Tg5. Pertanto abbiamo inviato una lettera all'azienda chiedendo un incontro per fissare regole certe in vista della campagna elettorale di primavera''. (ANSA). La preoccupazione del Cdr di Tg5 sulla decisione di Mediaset di mandare in onda sabato sera, al posto del settimanale 'Terra', lo speciale 'Parlamento In' dedicato al decennale di Forza Italia e' ''del tutto immotivata''. Cosi' l'azienda risponde alle proteste dei rappresentanti dei giornalisti del tg della rete ammiraglia del gruppo, sottolineando inoltre che non c'e' bisogno di nuove regole di correttezza e trasparenza informativa. ''La variazione del palinsesto - si legge in un comunicato di Mediaset - e' stata fatta in base a considerazioni di natura editoriale. Si e' ritenuto incontestabile interesse informativo l'evento politico del decennale del partito di maggioranza relativa, evento che non poteva non dominare la giornata di sabato e che e' stato ripreso in prima pagina da tutta la grande stampa nazionale''. Nel variare la programmazione ''l'azienda ha esercitato una propria naturale prerogativa editoriale, di cui si assume la piena responsabilita'. L'Editore, e' ovvio, ma giova sottolinearlo, intende continuare a tutelare e valorizzare il patrimonio di prestigio e autonomia del Tg5''. Per quanto riguarda poi ''la richiesta di un 'codice di comportamento' che garantisca 'correttezza e trasparenza' per l'informazione, riteniamo - prosegue la nota - che Mediaset non ne abbia alcun bisogno: tale codice esiste gia' ed e' assicurato dal rapporto Direttore di testata-Editore, in Mediaset storicamente ben rodato ed efficace''. (ANSA). Assemblea anche al Tg5 la prossima settimana, dopo i malumori scoppiati nei giorni scorsi per la decisione dell'azienda di sostituire all'ultimo momento, sabato scorso, la programmata puntata del settimanale giornalistico 'Terra' con lo speciale di Parlamento In dedicato alla convention per i dieci anni di Forza Italia. A decidere la convocazione dell'assemblea, che dovrebbe tenersi lunedi' o martedi' (la data non e' stata ancora fissata con certezza, secondo quanto si e' appreso, anche perche' si aspetta il rientro dall'Iran, dove si trova in missione da giorni, di uno dei componenti del Cdr, Sandro Provvisionato) e' stato oggi il cdr, dopo la risposta negativa dell'azienda - arrivata ieri in una nota - alla richiesta di un incontro con i rappresentanti dei giornalisti per mettere a punto un codice di regole ''chiare e condivise'' in vista del voto di primavera. (ANSA). Tutta la solidarieta' dei giornalisti Rai ai colleghi del Tg5. Ad esprimerla e' il segretario dell'Usigrai Roberto Natale, che interviene sull'episodio dello spostamento del programma 'Terra', sostituito all'ultimo momento sabato sera, per volonta' dell'Azienda, dallo speciale di 'Parlamento In' dedicato alla convention per i dieci anni di Forza Italia. Un episodio, sottolinea Natale, ''grave quanto quello che sta animando in questi giorni il dibattito sul Tg1''. ''In questi giorni e ancora nelle ultime ore - ha detto Natale intervenendo alla conferenza stampa di presentazione degli Stati generali della cultura e dell'informazione in programma per il 30 gennaio a Roma - abbiamo ricevuto moltissimi messaggi di solidarieta' per quello che sta avvenendo nella redazione del Tg 1. Vogliamo girare questa solidarieta' anche ai colleghi del Tg5 e di Mediaset. E sottolineare un aspetto: l'episodio denunciato con forza ieri dal cdr del Tg5 dimostra quanto siano inconsistenti le critiche di chi dice che i giornalisti del Tg1 stanno rispondendo ad una chiamata alle armi. E' vero invece che c'e' una passione professionale fortissima che continua ad animare redazioni del servizio pubblico e redazioni dell'emittenza privata. E c'e' un comune disegno di comprimere questa autonomia. Un disegno rispetto al quale giornalisti dell'emittenza pubblica e giornalisti dell'emittenza privata dicono 'noi non ci stiamo'''. (ANSA).

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