Tenuta occupazionale, pluralismo dell'informazione e democrazia sono in gioco in questa legge di Bilancio. Il grido d'allarme arriva da ogni settore dell'editoria: da quella cartacea all'emittenza radiofonica e televisiva fino alla Rai. I tagli delle risorse rischiano di avere conseguenze devastanti sull'intero comparto.
La Fnsi ritiene che l'informazione debba essere sostenuta e finanziata in modo corretto e che la legge di Bilancio non possa trasformarsi ogni volta in un gioco delle tre carte, sempre a discapito dell'articolo 21 della Costituzione. Non è sottraendo soldi all'emittenza radiofonica e televisiva che si aiuta l'informazione e non è neppure togliendo risorse alla carta stampata che si sostiene il pluralismo.
A nessuno sfugge la delicatezza e la complessità del momento, ma la Fnsi ritiene che i fondi destinati all'informazione nel suo complesso non possano essere erosi, ma che debbano essere destinati in maniera seria alle aziende meritevoli, che hanno attenzione per i contratti collettivi di lavoro e il loro rinnovo e che rispettano le norme e i regolamenti dello Stato. Stato che deve porsi al più presto i temi di una completa revisione delle leggi che disciplinano il settore e di un aumento serio del sostegno all'informazione di qualità, perno della democrazia, così come sta avvenendo in tutti i Paesi europei.
I giornalisti, in ogni settore, restano il core business dell'informazione e i finanziamenti devono servire a sostenere l'occupazione, non gli utili delle aziende. (mf)