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Contratti 06 Nov 2005

Marcello Zinola (Segretario della'Assostampa Ligure):

L'8,9,10 novembre (8-9 carta stampata-agenzie-free press-on line, 9-10 emittenza) ci sarà il black out dell'informazione per la nuove rottura delle trattative con la Fieg e l'Aeranti. Perché dopo avere dato la disponibilità ad un'intesa ponte biennale (a fronte della inconciliabilità delle piattaforme a confronto) con proroga dell'attuale contratto, non si è giunti a una trattativa di merito?

L'8,9,10 novembre (8-9 carta stampata-agenzie-free press-on line, 9-10 emittenza) ci sarà il black out dell'informazione per la nuove rottura delle trattative con la Fieg e l'Aeranti. Perché dopo avere dato la disponibilità ad un'intesa ponte biennale (a fronte della inconciliabilità delle piattaforme a confronto) con proroga dell'attuale contratto, non si è giunti a una trattativa di merito?

Vale la pena di aggiornare la situazione anche a fronte della disinformazione che viene fatta circolare in questi giorni nelle aziende spesso con la minaccia-blandizia-offerta di rompere il fronte e fare uscire comunque i giornali (in edizioni rabberciate, prodotte da crumiri, contrattisti a termine ricattati, abusivi totali, stagisti, direttori e capi conniventi come già accaduto in quotidiani come La Nazione il cui direttore è stato deferito all'Ordine dei giornalisti della Liguria, il Resto del Carlino, il Giorno, Qs). L'Fnsi con le Associazioni regionali di stampa, le commissioni contratto, la conferenza nazionale dei Cdr (300 colleghi) aveva avallato alla unanimità la piattaforma, recependo poi con la stessa posizione la disponibilità al confronto su un'intesa (non contratto) biennale, formulata il 22 settembre 2005, che prevedeva la proroga dell'attuale Cnlg con tutta la parte normativa e la specificazione di tre punti (aumenti economici per un biennio, legge 30 Biagi-Maroni e lavoro autonomo). All'incontro di merito seguito a quella proposta la delegazione Fieg retta da Sergio Donati di fatto ritrattava il merito di quella proposta. Ieri, a conferma della disponibilità e delle posizioni precedentemente espresse dal sindacato giornalisti, la delegazione Fnsi composta da segreteria e giunta nella loro interezza, da tutti i segretari e presidenti delle Associazioni regionali di stampa, il sindacato dopo avere atteso per la proclamazione degli scioperi la riunione del Cf della Fieg e l'incontro di ieri, alle 9.30 era alla Fieg. Il capolodelegazione Donati ha subito esordito con il rifiuto ad incontrare la delegazione, riservandosi solo un colloquio con la segreteria Fnsi che ha rifiutato, chiedendo il confronto a delegazioni "piene" anche per evitare, come accaduto in precedenza, che lo stesso Donati smentisse quanto aveva riferito alla segreteria Fnsi e quanto era già stato anticipato dal presidente Fieg Biancheri (non una figura qualsiasi). Ecco il merito della questione LEGGE 30 BIAGI MARONI La Fnsi e i giornalisti non chiedono la violazione di una legge dello stato come Donati e vari Ad o capi del personale delle aziende Fieg sostengono. Ma chiedono, come accaduto in altre categorie (es. bancari) che ci siano una moratoria parallela a quella biennale dell'attuale Cnlg che consenta di affrontare tutti i temi della legge riferiti all'editoria come era già accaduto nel settembre del 2004 con l'avvio di un primo confronto sul tema che aveva consentito di chiedere al ministro di non applicare i decreti attuativi della L30 nel nostro settore. Oggi Fieg non offre alcuna disponibilità se non a una stretta applicazione della legge, né è disponibile a una "dissuasione morale" nei confronti delle aziende per la non applicazione della legge nel periodo di moratoria e discussione. Di più. Ieri la Fieg ha espresso una posizione ricattatoria. Testuale dalle parole di Donati: "beh, non voglio fare forzature, ma (pausa).è chiaro che così facendo chiederemo al ministro di emanare i decreti per l'applicazione della legge nell'editoria nella sua interezza.il ministro sino a oggi non ha decretato perché sapeva che ci stavamo lavorando". Il sindacato rispetta le leggi, anche se non le condivide e si batte affinché siano modificate, ma nella sua richiesta c'era, c'è, ci sarà la convinzione e l'esigenza di un confronto e di una discussione con la Fieg sulla legge e questo si può fare solo con la formalizzazione sostanziale del confronto (commissione o altro) su questo argomento. E' falsa quindi la notizia che attribuisce ai giornalisti la volontà di indurre o costringere gli editori a violare le leggi dello stato. La posizione Fieg è la stessa espressa da Aeranti per l'emittenza. AUMENTI SALARIALI La Fieg ha ieri riproposto una offerta pari al 4.9% di aumento per un biennio se c'è la proroga biennale dell'attuale contratto, pari (dice la Fieg) all'aumento dei poligrafici. Falso: con le percentuali attribuite al fondo Casella l'aumento ai polig. È almeno del 7%. Il sindacato insiste anche sulla necessità di scendere con il livello 100 al redattore con meno di 30 mesi di anzianità (contratto Fieg) o di primo livello nel contratto. Aeranti per l'emittenza propone il 2.5%-3% con una settimana di 40 ore pagate 36 dimenticando in questo caso che il contratto Aeranti vigente era un primo contratto di emersione dal lavoro nero e irregolare del settore. LAVORO AUTONOMO Va chiarito anche qui un falso informativo diffuso ancora ieri in molte aziende dagli editori e dai loro dirigenti oltre che in sede di trattativa. Ovvero che il sindacato vuole inserire con dipendenti nel contratto i colleghi collab-freelance etc del lavoro autonomo (fotogiornalisti giornalisti tradizionali etc). I giornalisti chiedono che ci sia un confronto per arrivare a un articolato contrattuale del settore, che consenta regole tutele diritti e doveri chiari per tutti, aziende e giornalisti, nel rispetto della dignità professionale umana ed economica dei colleghi del lavoro autonomo. La condizione attuale non è sostenibile. Attualmente si parte da basi di retribuzione del livello di quelle operate dal gruppo Riffeser o di altre aziende in cui i collaboratori giornalisti o fotogiornalisti sono pagati o si vedono offrire 2,5-3 euro a pezzo o foto, senza garanzie, lettere di incarico già previste nel contratto come allegato, rimborsi, versamenti alla previdenza integrativa. L'Fnsi rappresenta i colleghi free lance, la Fieg dice di non potere (volere) farlo offrendo un confronto che porti alla "stima" del fenomeno (!) in un paio d'anni, ma gli esiti dello studio e le conseguenti valutazioni delle parti restano poi tali. Nel senso che ognuno continua ad avere le proprie idee: è questo un confronto serio?. Non c'è insomma nulla. Il chiedere un articolato sul lavoro autonomo non vuol dire assumere come dipendenti i free lance che le aziende usano largamente con il progetto ultimo di scardinare le redazioni così come sono oggi strutturate, ma significa dare loro pari dignità. La stessa posizione negativa è degli editori dell'emittenza. E' miope la posizione Fieg perché chi disapplica il contratto, non rispetta le regole, penalizza il lavoro autonomo amplia il fronte dei contenziosi, delle cause di lavoro e fa una concorrenza sleale tra le aziende. Ma, evidentemente, agli editori va bene così salvo poi chiedere condivisione e aiuto nella contestazione della Finanziaria che taglia i fondi all'editoria e ai giornali in cooperativa. Su questo ultimo capitolo ricordiamo come sindacato (a) la posizione e le iniziative svolte su questo tema (b) la non esistenza di deroghe dagli scioperi per i giornali in cooperativa (c) l'avvio delle procedure di deferimento dei colleghi che non hanno scioperato rompendo il fronte sindacale con parallela segnalazione agli ordini in cui sono iscritti. Anche in Liguria sono state assunte queste procedure nei confronti dei colleghi de Il Mercantile, del settore dell'emittenza e di pensionati che nei giorni di sciopero hanno partecipato a trasmissioni giornalistiche come ospiti o conduttori. Il sindacato è una libera associazione in cui ci si confronta e decide il da farsi. Ma le decisioni poi assunte sono di tutti quando queste sono assunte dalla maggioranza dei colleghi o, come accaduto in questi ultimi sei mesi di vertenza, dalla unanimità delle rappresentanza sindacali di base e no. Questo è il quadro della situazione, questi sono i motivi degli scioperi dell'8-9-10 che porteranno il 9 e 10 novrembre al black out totale dell'informazione. Ci sono state pressioni pesantissime "bipartisan" sul sindacato affinché non scioperasse in quei giorni perché ci sono in discussione leggi, finanziaria, riforme etc. Ai politici è stato risposto con la nostra piattaforma: se hanno a cuore (tutti, senza differenza alcuna) le sorti dell'informazione non devono venire a chiedere favori ai giornalisti, ma attivarsi con scelte, leggi e iniziative che difendano e potenzino qualità, quantità e regole dell'editoria e dell'informazione. Questa è la vicenda contrattuale, questa è la posizione unitaria e unanime assunta dal sindacato dei giornalisti a livello della Ligure e degli altri livelli di rappresentanza. 5 novembre 2005 Marcello Zinola Segretario Associazione Ligure dei Giornalisti

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