La Federazione nazionale dalla Stampa italiana chiederà di costituirsi parte civile nel processo per le minacce rivolte sui social da Neville Gafà al giornalista Nello Scavo. Gafà è stato per anni uno stretto collaboratore del governo maltese. Il 27 giugno, in risposta a un tweet di Scavo, aveva scritto: «Fermate i vostri affari sporchi. Se no, vi fermeremo noi». Frase per la quale i giudici maltesi, al termine delle indagini condotte dalla polizia, hanno ritenuto necessario istruire un processo.
La prima udienza è in calendario giovedì 1 ottobre 2020. Vi parteciperanno in qualità di osservatori i rappresentanti delle associazioni della società civile maltese. L'avvocato della Fnsi Giulio Vasaturo e il cronista dell'Avvenire saranno sull'Isola per prendere parte al procedimento e incontrare i familiari di Daphne Caruana Galizia e i blogger che stanno proseguendo il lavoro della giornalista uccisa con un'autobomba il 16 ottobre 2017.
Nello Scavo, fra l'altro, vive da alcuni mesi sotto tutela della polizia per via delle minacce ricevute a seguito dei suoi articoli sul traffico di migranti nel Mediterraneo. Dopo la sua deposizione, il giornalista e l'avvocato parteciperanno con i rappresentanti della stampa maltese, la sorella di Daphne Corinne Vella, il blogger Manuel Delia, la presidente dell'Associazione della stampa maltese, Sylvana Debono, ad un incontro pubblico al memoriale in ricordo della reporter.
«Stare in quel processo per noi e per tutti i giornalisti italiani è molto importante – dice il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti – in quanto vuole essere un messaggio chiaro in difesa della libertà di espressione della stampa in Italia. La minaccia specifica è tanto più grave in quanto proviene da un ex collaboratore di primo piano del governo di un Paese europeo. Il fatto poi che analoghe minacce erano arrivate a Daphne Caruana Galizia è motivo di ulteriore preoccupazione».