Magistratura e giornalismo, Bruti Liberati e Serventi Longhi sulla stessa lunghezza d'onda: libertà e autonomia
(Agi) Troppi "attacchi indiscriminati", troppi tentativi "di delegittimazione", provenienti soprattutto da esponenti politici. E' "invivibile e inaccettabile" il clima che si è creato intorno ai magistrati e ai giornalisti, in questi ultimi tempi sempre più in discussione. In un dibattito organizzato assieme all'Anm, alla presenza tra l'altro, di numerosi parlamentari, è il segretario nazionale della Fnsi Paolo Serventi Longhi a lanciare l'allarme: "Le esternazioni da parte di pezzi della politica, a cominciare dal premier, impongono risposte immediate, medidate, ma non estremistiche. Giornalisti e magistrati sono accusati ingiustamente di orchestrare complotti contro il governo. E intanto, si chiedono le rimozioni di bravi colleghi e finiscono sotto inchiesta disciplinare quei magistrati che si limitato a fare dichiarazioni per altro legittime. E che dire, poi, del carcere previsto per il giornalista che commette il reato di diffamazione? Noi vogliamo riforme moderne, adeguate al cambiamento della società e non strasvolgimento del legislatore che possono portare a svolte non democratiche". Sulla stessa lunghezza d'onda anche Edmondo Bruti Liberati, presidente del'Associazione nazionale magistrati: "Noi esercitiamo il ruolo di garanti del rispetto della legalità e del fatto che tutti sono uguali davanti alla legge. Per fare questo siamo indipendenti, specie dal potere esecutivo. Il ruolo dell'informazione è quello di essere guardiano del potere. Libertà di stampa (cioè pluralismo dell'informazione) e autonomia della magistratura sono valori assoluti in quanto valori fondamentali". Bruti Liberati ha ricordato che l'Anm ha sempre osservato la linea della prudenza decidendo di intervenire "nel 2003 soltanto in tre occasioni, quando è cresciuto il livello degli attacchi e delle aggressioni a giudici e pm". E pur esprimendo la propria contrarietà alla pena detentiva per i giornalisti che diffamano, Bruti Liberati ha ammesso che esiste un problema nei rapporti tra magistrati e informazione: "Ci sono organi di stampa che fanno vere e proprie campagne contro di noi. Davanti a una notizia inventata e diffamatoria o a una mancata smentita, è giusto che vi sia una sanzione anche se di quella detentiva spero proprio non si faccia alcun uso".