Nuove minacce al cronista della sede palermitana dell'Ansa Lirio Abbate, già sottoposto a intimidazioni nei mesi scorsi. Due sconosciuti hanno cercato di mettere sotto la sua automobile, posteggiata nei pressi dell'abitazione del giornalista, in un quartiere popolare del capoluogo siciliano, un ordigno rudimentale costruito con un paio di contenitori di liquido infiammabile e alcuni cavi elettrici.
A notarli sono stati gli agenti del "servizio di bonifica" dell'Ufficio scorte di Palermo, che da un paio di mesi proteggono il giornalista: le due persone sono comunque riuscite a far perdere le loro tracce. Per rimuovere l'involucro sono stati chiamati gli artificieri e sono state spostate le altre auto posteggiate nelle vicinanze. Il fatto risale a sabato notte, ma si è appreso soltanto oggi ed è stato confermato in ambienti giudiziari. L'ordigno sarebbe stato efficiente e in grado di funzionare. Le prime situazioni di pericolo erano emerse nel corso di indagini della Squadra mobile la scorsa primavera, poco dopo la pubblicazione del libro "I complici. Tutti gli uomini di Bernardo Provenzano da Corleone al Parlamento", scritto dal cronista assieme a Peter Gomez. Poi ad Abbate erano arrivate lettere minatorie e il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza gli aveva assegnato una 'tutela'. Il giornalista, che si occupa di nera e giudiziaria, è protetto dalla polizia ed era stato trasferito temporaneamente, per motivi di sicurezza, a Roma. A Lirio Abbate erano arrivati numerosissimi attestati di solidarietà da esponenti del giornalismo, della politica, delle istituzioni e della società civile. "Dobbiamo restare uniti. Dobbiamo raccontare le cose come stanno. Non dobbiamo mai smettere di dare spazio alla verità e di volere capire cosa succede in questa città. Sono tornato a Palermo dopo essere andato per un po' a Roma e ho fatto la mia scelta: non andrò via". Sono le parole di Lirio Abbate, giornalista della redazione palermitana dell'Ansa, al centro di nuove preoccupanti intimidazioni: ieri si è venuti a sapere che ignoti hanno cercato di mettere sotto la sua automobile, posteggiata nei pressi dell'abitazione del giornalista, un ordigno rudimentale costruito con un paio di contenitori di liquido infiammabile e alcuni cavi elettrici. A notarli sono stati gli agenti del "servizio di bonifica" dell'Ufficio scorte di Palermo, che da un paio di mesi proteggono il cronista: le due persone sono comunque riuscite a far perdere le loro tracce. Per rimuovere l'involucro sono stati chiamati gli artificieri. Il fatto risale a sabato notte. "Bisogna stare con gli occhi aperti - aggiunge Abbate, parlando del ruolo che devono svolgere i giornalisti - e raccontare le cose che sappiamo". Quel che è certo, è che da alcuni mesi è in corso un'escalation di pressioni e intimidazioni di stampo mafioso di cui sono vittime anche imprenditori e commercianti, sintomo per Abbate "anche del grande nervosismo che agita sia l'esterno sia l'interno delle carceri, motivato soprattutto dalla ricerca di danaro per far sopravvivere le cosche e dalla pressante richiesta di maggiori garanzie per i detenuti". Le prime situazioni di pericolo erano emerse nel corso di indagini della Squadra mobile la scorsa primavera, poco dopo la pubblicazione del libro "I complici. Tutti gli uomini di Bernardo Provenzano da Corleone al Parlamento", scritto dal cronista assieme a Peter Gomez. Poi ad Abbate erano arrivate lettere minatorie e il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza gli aveva assegnato una 'tutela'. Il giornalista, che si occupa di nera e giudiziaria, è protetto dalla polizia ed era stato trasferito temporaneamente, per motivi di sicurezza, a Roma. (AGI) MAFIA: SOLIDARIETA' NAPOLITANO A GIORNALISTA ANSA MINACCIATO Roma, 6 settembre - "Lo stesso Presidente della Repubblica è rimasto colpito dal richiamo di Abbate, del suo appello perché sia 'tenuta sempre alta la guardia, con la più efficace mobilitazione dello Stato e della società civile'". Lo scrive Pasquale Cascella il consigliere del Presidente della Repubblica per la stampa e l'informazione, Pasquale Cascella, in una lettera al direttore dell'Ansa, Giampiero Gramaglia, dopo il caso del cronista della sede palermitana dell'agenzia di stampa minacciato dalla mafia. Cascella scrive ancora che il comportamento di Lirio Abbate è "espressione di dignità e di partecipazione al necessario sforzo di tutti - dalle istituzioni e le strutture dello Stato alle organizzazioni politiche e alle espressioni più vive della società - per garantire le legalità, la sicurezza e la giustizia contro ogni minaccia e violenza della criminalità organizzata. E' questo moto di coscienza civile che il Presidente della Repubblica vuole sostenere, anche esprimendo a Lirio Abbate i suoi sentimenti di solidarietà e di augurio". (AGI) Il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi, ha dichiarato: “E’ gravissimo il caso del giornalista dell’Ansa di Palermo, Lirio Abbate, più volte minacciato e intimidito dalla mafia e che giustamente rivendica il diritto e l’onore di continuare a fare il cronista nella sua città. Il giornalismo del sud, i colleghi siciliani sono da sempre impegnati a raccontare una difficile realtà, rischiando ogni giorno la propria incolumità e quella dei loro cari. Lo dimostra il grave tributo di sangue versato dai tanti cronisti, non solo siciliani, che hanno sfidato le leggi mafiose per poter fare il loro mestiere. Proprio nelle scorse settimane lo stesso Presidente della Repubblica Napoletano, in una visita a Palermo, aveva sottolineato il valore di una coscienza civile e professionale ribadita in quell’occasione dalla categoria. Occorre che le istituzioni creino le condizioni per il massimo livello di sicurezza dei cronisti impegnati nel lavoro di indagine e di inchiesta sulla criminalità mafiosa. C’è anche bisogno che la società civile, a cominciare dalle organizzazioni politiche sindacali, creino le condizioni per far crescere il rifiuto culturale di ogni forma di illegalità. In questo senso positiva è l’iniziativa della Confindustria così come quelle di altre organizzazioni del lavoro e dell’impresa. Il mondo dell’informazione, tutto, deve difendere il diritto di Lirio Abbate di fare il cronista rigoroso a Palermo, così come quello di tante colleghe e colleghi minacciati ed intimiditi. E l’amicizia e la solidarietà dei colleghi dell’Ansa ne sono una testimonianza. L’impegno per la legalità della Federazione della Stampa, Sindacato unitario dei giornalisti italiani, dell’Associazione Siciliana della Stampa e di tutte le organizzazioni della categoria non può essere messo in discussione. Un collega che rischia la vita è la più seria minaccia al nostro lavoro, alla dignità di un mestiere che è decisivo per il futuro e la democrazia del nostro Paese”. Dichiarazione di Alberto Cicero, segretario regionale Assostampa L'ennesimo gravissimo gesto di intimidazione compiuto dalla mafia nei confronti del giornalista dell'Ansa Lirio Abbate deve essere considerato come un frontale attacco alla libertà di stampa in una terra che ha visto anche tanti giornalisti pagare un pesante tributo. In Sicilia la difesa della libertà da ogni tipo di condizionamento deve passare attraverso una vera mobilitazione della società civile e quindi non può assolutamente prescindere dal mantenimento costante di alti livelli di attenzione in un settore strategico come quello dell'informazione. Al di là delle iniziative che le forze dell'ordine hanno adottato e adotteranno per la tutela dell'incolumità del collega, tutti i giornalisti siciliani e il loro sindacato unitario, nelle diverse articolazioni, sono vicini a Lirio Abbate; lo sostengono e lo sosterranno con ogni tipo di iniziativa per la difesa non solo della sua persona ma anche di un modo di svolgere questa professione assolutamente libero, sereno, obiettivo, senza reticenze e senza zone d'ombra, con onore. L'Associazione siciliana della Stampa fa appello alle più alte cariche dello Stato e in particolare al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che nella sua recente visita a Palermo ha rivolto ai gionalisti siciliani parole di apprezzamento e di incoraggiamento per il loro impegno quotidiano. Un impegno che tutta la categoria continuerà ad assicurare ma che va tutelato giorno per giorno. MAFIA: SOLIDARIETÀ DELL'UNCI A GIORNALISTA PALERMITANO = "Il progetto di attentato nei confronti del cronista dell'Ansa Lirio Abbate, già oggetto di pesanti minacce nei mesi scorsi, preoccupa e allarma e richiede un immediato intervento delle istituzioni a tutela del giornalista. Il passaggio dalle minacce alla collocazione di un vero e proprio ordigno testimonia un innalzamento del livello di intimidazione e una pervicace volontà di portare a termine l'attentato, nonostante da mesi il collega fosse protetto da una tutela". Lo afferma il presidente dell'Unci Sicilia, Leone Zingales, per il quale "l'episodio colpisce ancora una volta l'intera categoria dei cronisti siciliani che si stringono attorno ad Abbate manifestandogli la più affettuosa solidarietà e rivolgendo a magistrati e investigatori l'ennesimo appello a garantire al collega minacciato il massimo della tutela possibile". (AGI) MAFIA: SINDACO PALERMO, VICINO A CRONISTA ABBATE "Gesti come quelli compiuti nei confronti del giornalista sono gravi e da condannare duramente". Lo dice il sindaco di Palermo, Diego Cammarata, commentando la nuova intimidazione a Lirio Abbate, cronista di nera e giudiziaria della sede cittadina dell'Ansa. "Sono vicino a nome della città - aggiunge il primo cittadino - a Lirio Abbate, al quale va tutto il mio sostegno e l'invito a proseguire nella sua attività di informazione alla collettività con il coraggio e la determinazione che lo hanno sempre caratterizzato". (ADNKRONOS)