«Rispetto all'affermazione fatta dal direttore Enrico Mentana nell'intervista pubblicata oggi da La Stampa: "Nessuna Usigrai si è mai lamentata del fatto che tre anni fa c'era un unico partito di opposizione", l'Esecutivo Usigrai ricorda che, all'indomani dell'elezione del Cda Rai guidato da Fuortes, uscì pubblicamente con una presa di posizione netta rispetto al fatto che Fratelli d'Italia, allora unico partito di opposizione, fosse fuori consiglio di amministrazione. Il comunicato - rinvenibile sul sito della Fnsi - diceva testualmente: "I partiti di governo prendono tutto. Precedente grave, lottizzazione è compiuta. Questa volta c'è stato un ulteriore salto di qualità: si è dimostrato che questa legge consente ai partiti di governo di prendere tutto il banco, lasciando fuori dal Cda qualunque rappresentanza dei partiti di opposizione”». Lo si legge su un comunicato diffuso dall’Usigrai giovedì 18 aprile 2024.
«Questo dimostra – continua la nota - che i continui tentativi di politicizzare l'azione del sindacato dei giornalisti Rai sono strumentali e demagogici: l'Usigrai non ha cambiato idea - oggi come allora - si batte e si è sempre battuta per liberare il Servizio Pubblico dal controllo dei partiti, tutti. E la prima cosa da fare è cambiare la legge Renzi che ha consegnato la Rai nelle mani del governo di turno».
Enrico Mentana ha risposto con un post pubblicato sul suo profilo Facebook: «Uno (che sarei io) spende una lunga e bella conversazione con Annalisa Cuzzocrea, pubblicata sulla Stampa, per descrivere i rischi micidiali di un'informazione ormai risucchiata dalla logica binaria dei social (dei nostri si parla solo bene, degli altri solo male) e del confronto tra opposti nei talk, e cosa succede? Che appena letta l'intervista i social tifosi di destra ne prendono i pezzi critici verso la parte opposta e li usano come proiettili; e lo stesso fanno gli altri. Mettetevi il cuore in pace: siete due parti della stessa degenerazione. Piuttosto, per amor di verità: quando ho descritto il casus belli che ha poi portato all'attuale guerra intestina alla Rai (l'estromissione dell'unico partito di opposizione di allora dal governo dell'azienda, ed era proprio quello che ora fa il conte di Montecristo in viale Mazzini) ho detto che anche il sindacato dei giornalisti si adeguò. È vero il contrario: l'Usigrai bollò la spartizione tra i partiti di governo con parole di condanna inequivocabili e impeccabili».