Alessia Candito, giornalista freelance di Repubblica in prima linea a Reggio Calabria, le cui inchieste puntano a disvelare le connessioni tra politica, pubblica amministrazione e 'ndrangheta, è la vincitrice dell'edizione 2021 del premio dedicato alla memoria di Pio Latorre. Oltre a Candito, già finita nel mirino dei clan per via del suo lavoro, menzioni speciali sono andate anche a Sigfrido Ranucci, Report Rai3 e Salvo Palazzolo, inviato di Repubblica.
«Il fatto che il premio Pio La Torre sia andato ad Alessia Candito, una collega precaria che racconta dal fronte calabrese la lotta alla 'ndrangheta è un segnale forte alla politica e alle istituzioni: i buoni propositi contro il precariato dilagante e gli attestati di stima e solidarietà nei confronti dei giornalisti minacciati e oggetto di querele temerarie non bastano più. Ci vogliono atti concreti per invertire la rotta», ha commentato Mattia Motta, segretario aggiunto Fnsi e presidente Clan-Fnsi, intervenendo alla cerimonia di consegna del premio organizzato da Avviso Pubblico, Cgil e Federazione nazionale della Stampa italiana.
All'iniziativa sono intervenuti: Franco La Torre, figlio di Pio La Torre; Rosy Bindi, presidente della giuria; Nicola Leoni, vicepresidente di Avviso pubblico e sindaco di Gazoldo degli Ippoliti; Giuseppe Massafra, segretario confederale della Cgil. A presiedere l'iniziativa Stefania Pellegrini, direttrice master "Gestione e riutilizzo di beni e aziende confiscate alle mafie".
«È in corso una sottovalutazione del fenomeno mafioso in generale, e in particolare rispetto ai fondi del Pnrr per questo premiare una giornalista precaria che racconta gli intrecci del malaffare senza le giuste tutele contrattuali è un segnale importante», ha detto la presidente di giuria, Rosy Bindi alla consegna del premio avvenuta online sulla piattaforma di Collettiva.it e sui social.
Il segretario confederale della Cgil congratulandosi poi con i vincitori ha affermato: «Non dobbiamo considerarli eroi, ma esempi, persone che fanno il proprio dovere. Questo importante premio intende evidenziare infatti come nella società civile e nel mondo delle professioni che rappresentiamo, vi siano persone, sindacalisti, giornalisti, amministratori locali, che con passione, coraggio e competenza, esercitano questa azione: sono i nostri anticorpi contro l'illegalità, che vanno coltivati, sostenuti e vanno riconosciuti».
«Oggi – ha aggiunto Massafra – avvertiamo il bisogno ancora più urgente di affermare questi principi, perché siamo purtroppo ancora dentro una crisi complessa che mette in ginocchio il sistema produttivo, che crea più precarietà e povertà e dunque offre un'opportunità al malaffare e alla criminalità. Per questo, oggi più che mai, bisognerà controllare e presidiare gli investimenti che saranno effettuati con le risorse del Recovery Fund, ma soprattutto bisognerà riprendere il controllo sociale del territorio. Ciò che si decide oggi segnerà la direzione che daremo alla ripartenza. La Cgil continuerà a battersi affinché legalità e sicurezza ne siano le direttrici. Senza legalità nessun progetto di cambiamento è possibile», ha concluso il sindacalista.