"La Conferenza dei capigruppo della Camera ha deciso di portare il testo del ddl Alfano in Aula da martedì 9 giugno con l’intento di approvarlo in pochi giorni, avendo già il Governo deciso di chiedere la fiducia"
"Vi scrivo - prosegue la letytera del presidente dell'Unci Guido Columba - per chiedere il Vostro sostegno alla lotta dell’intero giornalismo italiano contro un provvedimento che tende a ridurre quasi a zero l’informazione di cronaca giudiziaria e della “nera”. Il ddl, ben al di là del tema delle intercettazioni – usato come paravento – stabilisce che “la attività” (e cioè perquisizioni, interrogatori, perizie, fermi, arresti, etc. ) della magistratura e delle forze di polizia possa essere riferita solo dopo l’ udienza preliminare. E’ quindi una modifica delle attuali norme che tende ad espropriare i cittadini del loro diritto costituzionale di conoscere in modo corretto, completo e tempestivo quanto accade nel Paese per poter partecipare in modo consapevole alla vita sociale e politica. Nel volume curato dall’Unci “Ddl Alfano: se lo conosci lo eviti” (disponibile sul nostro sito), trenta tra i maggiori giuristi, magistrati, avvocati, giornalisti spiegano che se il ddl fosse approvato, la libertà d’informazione subirebbe un colpo durissimo e si tornerebbe, sembra incredibile ma così è, alla situazione del Codice Rocco. L’Unione Cronisti, che da un anno si batte con molta forza contro il ddl, ha organizzato per il 9 giugno – d’intesa con Fnsi e Ordine – una biciclettata di protesta nelle vie del centro di Roma con manifestazione davanti alla Camera, terrà inoltre una conferenza alla Stampa estera ed adotterà altre iniziative di protesta. Nelle settimane scorse, come ricorderete, Fnsi e Fieg (altrettanto preoccupata di noi per il contenuto del ddl), hanno adottato iniziative comuni ed altre ne hanno individuate. Una, molto efficace, è quella di premettere a tutti gli articoli di cronaca giudiziaria e nera, un distico con la frase: “Se il ddl Alfano divenisse legge, questa notizia non sarebbe possibile scriverla”. Sarebbe molto utile per la difesa della libertà di stampa se, d’intesa con il vostro Direttore, al quale ho già scritto, il Vostro giornale ricorresse a questa formula per rendere avvertiti i lettori del pericolo che stanno correndo".