Legge Gasparri: Ciampi, quando Parlamento
parla io taccio
Serventi, per ora
non la tiriamo
per la giacca, ma dopo…
Dura critica alla legge
della Federazione
Internazionale
dei Giornalisti
''C'è un principio sempre valido: quando parla il Parlamento, il presidente della Repubblica tace''. Lo ha detto il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, incontrando la stampa parlamentare per la cerimonia del Ventaglio, a proposito della riforma dell'emittenza contenuta nel ddl Gasparri, sul quale ha riconosciuto esserci ''grande attenzione'' da parte dell'opinione pubblica. ''Le mie riflessioni del resto -ha ricordato Ciampi- sono su questa materia già a disposizione del Parlamento, in un atto costituzionale formale come il messaggio alle Camere che vi è ben noto''. Al termine della cerimonia, il capo dello Stato è stato avvicinato dal segretario della Fnsi Paolo Serventi Longhi: ''Adesso non la tiriamo per la giacca -ha detto Serventi al capo dello Stato sul ddl Gasparri- ma un minuto dopo l'approvazione definitiva della legge ci rivolgeremo a lei''. ''Vedremo...'', si è limitato a prendere atto Ciampi. (Adnkronos) Dura critica alla legge della Federazione Internazionale dei Giornalisti La Federazione Internazionale dei giornalisti ha condannato il decreto legge sulla comunicazione e la concentrazione nei media in Italia. La Federazione Europea dei Giornalisti sostiene che la nuova legge costituisce una minaccia per le normative proposte che regolano la concentrazione dei media. La legge è stata duramente criticata dai Sindacati Europei soprattutto per quanto riguarda la proprietà incrociata nel settore privato, la parziale privatizzazione del servizio pubblico radiotelevisivo Rai, il continuo conflitto di interessi che coinvolge il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e la sua partecipazione in uno dei maggiori gruppi privati dei media. "La questione del conflitto di interessi che vede coinvolto il Presidente del Consiglio, e il fatto che il mercato della Pay Tv sia controllato da un altro grande gigante dei media, la News Corporation, di Rupert Murdoch, significa che l'Italia rischia di diventare uno dei Paesi con la maggiore concentrazione dei mercati dei media nel mondo" ha detto il Segretario Generale della Ifj, Aidan White. Proprio un anno fa il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, nel suo appello chiese garanzie di pluralismo d'informazione nel Paese. Ciononostante, il Senato ha approvato il 22 luglio scorso, una legge che consente al Presidente Berlusconi di mantenere la proprietà di tutti i suoi canali televisivi. "Tutto ciò non risolve il problema della concentrazione editoriale in Italia", ha ancora detto Aidan White; "Il Sindacato Europeo deve reagire per difendere il pluralismo in Europa". La Ifj, ha anche redatto un dossier sulla concentrazione editoriale dei media in Europa e nei Sindacati Europei dimostrando che la concentrazione dei media sta drammaticamente aumentando in tutto il continente, con pericolose implicazioni per il pluralismo e la libertà di stampa. L'anno scorso, il Parlamento Europeo ha chiesto alla Commissione di redigere una "Carta Verde" sul pluralismo dei media, inoltre il problema della concentrazione dei media è stata uno degli argomenti del dibattito sugli emendamenti della direttiva sulla "Televisione Senza Frontiere". Le proposte di legge in Italia non garantiscono il pluralismo, sostiene la Ifj. Un qualsiasi cittadino potrà possedere più canali televisivi e sarà in grado di estendere le proprietà incrociate con la stampa dopo il 2008. Il Servizio pubblico radiotelevisivo Rai potrà avere capitali privati sotto il controllo del Ministro dell'economia, con una riforma delle nomine del cda entro Febbraio 2004, mettendo così in pericolo l'equilibrio tra il settore pubblico e la televisione commerciale. "Ci auguriamo - ha proseguito il Segretario della Ifj , Aidan White - che queste proposte siano modificate nelle ulteriori discussioni parlamentari e che l'Europa comprenda l'importanza del pericolo della concentrazione editoriale dei media in Italia, perché è pericolosa per la stessa democrazia che una singola persona sia proprietaria, direttamente o indirettamente, della maggioranza del mercato dei media".