L’assemblea dei giornalisti di Left esprime forte preoccupazione per il destino della testata. «Da Matteo Fago, editore del giornale tramite Editoriale novanta – spiega una nota –, non sono giunte finora sufficienti rassicurazioni rispetto all’intenzione, dichiarata già da settimane e anche durante un incontro col sindacato, di procedere con alcuni, non meglio specificati, licenziamenti».
Insieme a Stampa romana, la redazione ha finora mantenuto un atteggiamento «più che responsabile – proseguono i giornalisti – garantendo la pubblicazione del settimanale, arrivato puntualmente in edicola, e il quotidiano aggiornamento del sito della nostra testata, e suggerendo la più coerente via di una solidarietà aziendale. La redazione, infatti, eÌ€ ben consapevole che per raggiungere gli obiettivi di vendita che garantiscono una sostenibilità economica, finora sempre garantita dall’editore rispetto a bilanci che hanno comunque progressivamente visto diminuire le perdite, servono tempo e l’impegno di tutti. L’opzione della solidarietà, peroÌ€, che potrebbe tutelare il livello occupazionale, non sembra interessare all’editore».
Una situazione richiede, dunque, un segnale dalla redazione: «Non ci sono le condizioni – protesta l’assemblea – per lavorare oltre con una minaccia di licenziamenti sulla testa, soprattutto nel momento in cui quei licenziamenti vengono confermati dal direttore Ilaria Bonaccorsi, che ha rassegnato le proprie “immediate e irrevocabili” dimissioni».
Bonaccorsi, infatti, ha lasciato la direzione dicendosi indisponibile ad applicare il piano di tagli che le ha invece prospettato in un incontro Matteo Fago: «Appreso della necessitaÌ€ di tagli su Left che si concretizzeranno in dei licenziamenti – scrive Bonaccorsi –, non potendo condividere, posso solo ritenermi la causa di ciò, scusarmi e licenziarmi io stessa dalla carica e da dipendente di Editoriale novanta».
La direttrice, sempre nella lettera consegnata all’editore e alla redazione, ha sottolineato poi che le sue dimissioni servono «a mettere Fago nella possibilità di realizzare il “cambio di passo, di linea editoriale” evidentemente prospettato». E la redazione, in attesa di sapere chi assumerà la direzione del giornale e quale sarà la linea, e di avere chiarimenti sulla vicenda occupazionale - che segue un dimezzamento già effettuato della tiratura e l’azzeramento delle collaborazioni - non può dunque che ribadire la propria preoccupazione.
E pertanto l'assemblea dei giornalisti ha proclamato a ampia maggioranza lo stato di agitazione e consegna al fiduciario di redazione un pacchetto di quattro giorni di sciopero.