Cronisti cacciati dal Tribunale: è accaduto a Lecco, in occasione dell'udienza di convalida dell'arresto della mamma di Abbadia Lariana che venerdì scorso ha ucciso il figlio di 3 anni. Per tenere a bada i giornalisti il procuratore della Repubblica ha chiesto addirittura l'intervento dei carabinieri.
Il Gruppo Cronisti Lombardi e l'Unione Nazionale Cronisti esprimono stupore ma soprattutto preoccupazione per quanto accaduto questa mattina a Palazzo di Giustizia, ritenendo questo "divieto di accesso" lesivo della dignità professionale dei giornalisti e dei fotografi che ogni giorno devono informare e documentare i cittadini in maniera trasparente e obiettiva su ciò che accade nei Tribunali, compreso quello di Lecco.
Impedire ai cronisti di raggiungere il piano delle aule penali, dove peraltro erano in corso processi aperti al pubblico, è un atto gravissimo. Di pari gravità anche il tentativo di vietare ai fotografi di scattare fotografie. I militari e gli agenti "arruolati" per l'occasione dalla Procura hanno ovviamente fatto il loro dovere, hanno eseguito un ordine, tuttavia non si può fare a meno di stigmatizzare questo provvedimento interdittivo ritenendolo indegno di un Paese democratico.
Il Gruppo Cronisti Lombardi e l'Unione Nazionale Cronisti esprimono solidarietà a tutti i colleghi ai quali oggi è stato impedito di svolgere il loro lavoro e chiedono al presidente del Tribunale di Lecco di ripristinare la legalità, rispettando l'articolo 21 della Costituzione che in Italia garantisce la libertà di stampa.
Rosi Brandi, Presidente Gruppo Cronisti Lombardi
Guido Columba, Presidente Unione Nazionale Cronisti