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Fnsi 29 Giu 2007

Le ragioni dello sciopero: dal G8 al caso Aldrovandi, da Vallettopoli alle scalate bancarie, e il Parlamento mette le manette al diritto di cronaca

Pubblichiamo il comunicato di adesione e promozione dello sciopero generale e nazionale di sabato 30 giugno diffuso dal Coordinamento delle associazioni per un sindacato di servizio che riunisce undici associazioni di stampa

Pubblichiamo il comunicato di adesione e promozione dello sciopero generale e nazionale di sabato 30 giugno diffuso dal Coordinamento delle associazioni per un sindacato di servizio che riunisce undici associazioni di stampa

COORDINAMENTO ASSOCIAZIONI PER UN SINDACATO DI SERVIZIO Associazioni: Stampa di Abruzzo, Basilicata, Emilia-Romagna, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Trentino-Alto Adige, Umbria, Valle d’Aosta, Veneto Informazione, giornalisti e contratto il Parlamento batte un colpo: manette al diritto di cronaca Dal G8 al caso Aldrovandi, da Vallettopoli alle scalate bancarie: i furbetti del quartierino non stanno solo in borsa... Come curare i problemi di un paese dove lo sport più praticato da decenni è il decidere di non decidere e dove Ponzio Pilato figurerebbe come poco più di un dilettante? Semplice, tagliando le unghie all'informazione e ai giornalismi. Lasciando da quasi 900 giorni i giornalisti senza contratto con un governo ostaggio delle lobby editoriali che lo hanno sostenuto capofila della deregolamentazione contrattuale piena. Lasciando senza tutele il lavoro autonomo, i problemi della formazione e della qualità, della riforma dell'ordine professionale dove la categoria riesce spesso a dare il peggio di sé. Tagliando le unghie a chi fa cronaca e le inchieste, a chi cerca di informare su cosa accade. Come? Semplice. Per sei anni sono stati tacciati di essere filo black bloc i giornalisti di media diversi che sul G8 di Genova del 2001 non hanno fatto sconti a nessuno, a partire dai violenti che hanno organizzato gli scontri per arrivare alla violenza delle istituzioni. E cosa accade? Sei anni dopo un alto funzionario di Ps parla di "macelleria messicana" per descrivere cosa accadde quella notte nella sede del social forum e del press center. Un altro funzionario trova la memoria dopo 30 anni e dopo un mandato parlamentare per dire che durante la lotta al terrorismo c'erano delle "squadre" e dei metodi ad hoc per un certo tipo di trattamento dei filo-presunti-veri brigatisti e terroristi in caso di arresto. Ma per trent'anni chi ha difeso la legalità per vincere anche l'illegalità più dura e violenta è stato tacciato di fiancheggiare con la penna la destra, la sinistra... In una città di provincia, Ferrara, quattro agenti andranno a giudizio per la morte di un giovane. Pestato a sangue? Macché, per mesi e mesi solo pochi giornalisti hanno cercato di capire cosa era successo dietro al cosiddetto caso Aldrovandi, dal nome del giovane morto. Ballisti, provocatori, contro le istituzioni e la polizia. Dopo mesi di indagini e di situazioni a dir poco curiose, quattro agenti vanno a giudizio. I giornalisti non sono magistrati, non emettono condanne, ma anche in questo caso avevano visto giusto, quantomeno che quel caso meritava il vaglio di un tribunale. In giro per l'Italia scapestrati magistrati insistono nelle indagini ed emergono curiosi rapporti quantomeno telefonici tra esponenti di partito di varia estrazione, furbetti del quartierino del capitale o della cooperazione, altri scapestrati magistrati scoprono che nello sport e nello spettacolo il marcio non fa proprio spettacolo. Indagini, intercettazioni, Accade che ci sono giornali che comprano foto per non pubblicarle e non farle pubblicare ad altri, che chi fa il mestiere di giornalista scelga di cercare notizie e di pubblicarle. E allora? Non c'è divisione tra i "poli" se si tratta di tagliare anche le mani al cronista. Non a chi fa mercimonio della notizia, ma a chi cerca, verifica e pubblica una notizia. Quindi il superman novello del diritto officiato dal guardasigilli Mastella, tuona: basta. Manette, multe, sculacciate, di tutto e di più per l'informazione. Contratto, tentativi di rottamare e di ridurre a zero il potere di discussione e di rappresentanza del sindacato anche da parte di alcuni settori del sindacalismo confederale e autonomo come accaduto nella vicenda degli uffici stampa, chiusura degli spazi informativi e del diritto di cronaca con una trasversale adesione di intenti al blocca la notizia che interessa il Vip, tanto ci sarà pur sempre un tossico o un marocchino-senegalese-polacco da sbattere su un giornale, no? Ecco perché lo sciopero di sabato 30 giugno ha un senso e molte motivazioni: non quella di far sentire che respiriamo, ma che abbiamo la più profonda disistima per chi vorrebbe metterci a tacere consentendo che una categoria sia senza contratto, che i diritti siano praterie dove fare scorrerie senza incontrare tutori delle regole e della legalità, che le notizie-intercettazioni-inchieste né si fanno né si pubblicano. E' la stampa, bellezza. E voi, cari colleghi, avete visto troppi film

@fnsisocial

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