La situazione politica, ma anche sociale ed economica, dell'Italia uscita sconfitta dal secondo conflitto mondiale, dalle cui macerie si ripartì per ricostruire il Paese sulla base di una Costituzione nuova, inclusiva, illuminata. Questo il punto di partenza della mattinata di riflessione sulle 'Fondamenta della Costituzione' che si è svolto in Fnsi in occasione della presentazione della ricerca realizzata dalla Fondazione Giuseppe Di Vagno, in collaborazione con la Fondazione Pietro Nenni e l'Università degli Studi di Bari Aldo Moro.
«La Costituzione italiana ha un grande valore sociale, ha uno spirito diverso da quello che anima altre Carte fondamentali. La nostra Costituzione non è un testo chiuso, ma indica un cammino: è un testo vivo capace di adattarsi al presente e al futuro», ha spiegato Giorgio Benvenuto, presidente della Fondazione Nenni, introducendo i lavori.
Il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, chiamato a moderare l'iniziativa, ha ricordato in particolare i valori racchiusi nell'articolo 21 e ringraziato il presidente Mattarella per i suoi ripetuti interventi in difesa della libertà di stampa. «Avanzo una proposta – ha quindi anticipato– per una iniziativa, da realizzare coinvolgendo anche la Fondazione per il giornalismo Paolo Murialdi, che riprenda e approfondisca l'articolo 21, dai lavori preparatori alle sentenze della Consulta».
A chiudere i lavori, dopo gli interventi di Emanuele Ceglie, coordinatore della ricerca e del volume; Luigi Covatta, direttore di 'Mondoperaio'; Cesare Pinelli, professore di Istituzioni di Diritto Pubblico all'Università Sapienza di Roma e Giuseppe Vacca, politico, filosofo e storico italiano, l'ex presidente della Camera, Luciano Violante, il quale ha ribadito il ruolo di Pietro Nenni, ma anche di Lelio Basso e Massimo Severo Giannini, nella definizione della Carta, e, in un agile excursus storico e sociale, è arrivato a chiedere, provocatoriamente, se possa essere utile anche oggi un nuovo ministero per la Costituente.