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Cdr 28 Feb 2009

Le dimissioni del sindaco di Ancona riscritte seguendo le disposizioni del disegno di legge Alfano (dal Cdr del Corriere Adriatico)

Il Cdr del Corriere Adriatico si è esercitato in una simulazione interessante che invitiamo i nostri lettori a leggere con attenzione: Si sta parlando del disegno di legge Alfano sulle intercettazione, che in realtà ha come obiettivo la limitazione del diritto dei cittadini ad essere informati. "Vi proponiamo - scirvono i colleghi del Cdr - la pubblicazione sul sito di un pezzo scritto dal nostro cronista di giudiziaria della redazione di Ancona Lorenzo Sconocchini su come sarebbero state raccontate le dimissioni del sindaco di Ancona Sturani nel caso fossero in vigore le norme del ddl Alfano". Il Cdr di Corriere Adriatico.

Il Cdr del Corriere Adriatico si è esercitato in una simulazione interessante che invitiamo i nostri lettori a leggere con attenzione: Si sta parlando del disegno di legge Alfano sulle intercettazione, che in realtà ha come obiettivo la limitazione del diritto dei cittadini ad essere informati. "Vi proponiamo - scirvono i colleghi del Cdr - la pubblicazione sul sito di un pezzo scritto dal nostro cronista di giudiziaria della redazione di Ancona Lorenzo Sconocchini su come sarebbero state raccontate le dimissioni del sindaco di Ancona Sturani nel caso fossero in vigore le norme del ddl Alfano". Il Cdr di Corriere Adriatico.

Il sabato di San Valentino, in una città capoluogo di regione, il consiglio comunale viene convocato alle 9 del mattino per discutere un unico punto all'odg: le dimissioni del sindaco. Sono presenti 34 consiglieri su 40, le tribune per il pubblico sono colme, la seduta viene trasmessa in diretta radiofonica e on-line sul sito del Comune. Il presidente dell'assemblea municipale apre l'adunata leggendo la lettera di dimissioni del sindaco. Il primo cittadino dice di voler rassegnare il suo mandato per verificare se ci sono le condizioni per governare la città. Riferisce di aver verificato idee e posizioni. Si lamenta del fatto che prevale una discussione sui metodi e non sui contenuti. Si rammarica dei veti incrociati che non giovano alla città. Non si spende una parola, nella lettera, sui motivi originari che hanno portato alle dimissioni del sindaco. Neanche un accenno al fatto che dal novembre del 2007 è indagato per corruzione e lui lo sa benissimo almeno da un anno, da quando la procura gli ha notificato un invito a comparire. E' accusato di aver indotto il presidente di una società partecipata a fare una speculazione immobiliare al contrario per togliere dagli impicci un finanziatore elettorale suo datore di lavoro. Poi il sindaco, giacca blu e cravatta regimental, prende la parola e chiede al consiglio di rinnovare la fiducia alla sua nuova giunta con un intervento di 31 minuti in cui dedica meno di cento secondi a parlare di un non meglio precisato caso giudiziario che l'ha coinvolto. Dice di non condividere la richiesta di archiviazione per prescrizione fatta dalla procura. Liquida come campata in area un'accusa di corruzione basata (a suo dire) su un finanziamento elettorale regolarmente dichiarato. Fa presente che le ultime stime sul prezzo di una certa area (non ne fa il nome) dimostrano che ora si è molto rivalutata (vedremo) e dunque non c'è stato danno erariale. Poi torna a parlare di questioni politiche, presenta i nuovi quattro assessori, chiede al consiglio di superare l'impasse. Ma i consiglieri comunali, e con loro il pubblico in aula o a casa, si chiedono come mai il sindaco è indagato per corruzione. Chi sarà mai quel finanziatore elettorale a cui avrebbe, secondo i pm, reso un favore con atti contrari ai doveri d'ufficio. Nessuno lo sa, tranne il sindaco, i suoi avvocati e gli inquirenti. Finzione letteraria? No, è esattamente quanto potrebbe accadere se diventasse legge il ddl approvato dalla Commissione Giustizia della Camera in tema di intercettazioni e di cronaca giudiziaria. Contiene norme che renderanno per i media le indagini 'top secret'. Non si potranno più pubblicare gli atti dell'indagine preliminare, neanche l'iscrizione nel registro degli indagati di qualcuno, o quanto acquisito al fascicolo del Pm o del difensore, fino al termine dell'udienza preliminare. Anche se gli atti non saranno più coperti da segreto. Nel caso del sindaco in questione, poi, l'udienza preliminare non ci sarà mai perché il reato nel frattempo si è prescritto. E' giusto che non si sappia perché un sindaco arriva a dimettersi dopo un'inchiesta giudiziaria di cui non si può scrivere nulla.

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