«Per i giornalisti esiste il dovere costituzionale di informare e di andare a vedere i fatti, per fare ciò che papa Francesco ha riassunto in tre parole: ascoltare, discernere e comunicare. Ma è difficile chiedere a un giornalista precario di consumare le suole delle scarpe per illuminare le periferie del mondo se non ha nemmeno i soldi per potersi comprare le scarpe». Così il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, intervenuto al Vigilianum di Trento nel convegno "Pensare al futuro", organizzato dall'Ucsi del Trentino Alto Adige.
«Le sfide che ci aspettano, tra cui l'innovazione, vanno affrontate in termini di politiche del lavoro, perché ora i giornalisti vivono nel ricatto di dover informare senza aver riconosciuti i propri diritti di lavoratori, in una situazione simile a quella di tante altre categorie di lavoratori, come i rider. Forse è bene ricordare che esiste una democrazia e dei diritti sociali e civili perché esiste un'informazione libera e pluralista, non perché è il contrario», ha precisato Lorusso.
All'incontro, moderato dal presidente dell'Ucsi regionale, Giustino Basso, sono intervenuti il segretario del sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige, Rocco Cerone; il presidente nazionale di Ucsi, Vincenzo Varagona e l'inviato di Famiglia cristiana, Alberto Laggia.
«Vedo un rischio drammatico per il futuro dell'informazione in Italia a causa della diffusione del precariato e della progressiva mancanza di pluralismo», ha rilevato Varagona. In apertura, è stata data lettura di un saluto dall'arcivescovo di Trento, Lauro Tisi. (Ansa)