L'Assemblea dei giornalisti de "Il Gazzettino", riunitasi oggi, ha approvato all'unanimità (104 voti su 104) il seguente documento e ha affidato al Cdr un pacchetto di 10 giorni di sciopero.
Cari colleghi, l'Assemblea dei giornalisti de "Il Gazzettino", riunitasi oggi, ha approvato all'unanimità (104 voti su 104) il seguente documento e ha affidato al Cdr un pacchetto di 10 giorni di sciopero. "I giornalisti denunciano, ancora una volta, la grave situazione de "Il Gazzettino": lo storico quotidiano del Nordest da troppo tempo è sottoposto ad una lunga catena di stravolgimenti e improvvisazioni - al di fuori di un piano editoriale organico - con fallimentari esperimenti imposti unilateralmente da Azienda e Direzione e conseguenti tardive retromarce (vedi ad esempio gli accorpamenti delle edizioni che peraltro permangono al lunedì). Ad oggi non si intravede alcun rilancio, laddove gli investimenti, assenti da anni, sono più che mai necessari. A partire dalle tecnologie, ormai obsolete, che troppo di frequente non consentono di lavorare in condizioni dignitose. In tutti questi mesi nessuna informazione è mai stata fornita sulle vicende azionarie della proprietà di cui si continua a leggere sulle altre testate. Un giornale non può vivere per anni alla giornata: il risultato di tutto ciò è un pesante arretramento in edicola, una preoccupante perdita di quote di mercato, di cui si continua incredibilmente a non voler tenere conto. E soprattutto non si vuol ammettere che all’origine del tracollo c’è in primo luogo un evidente problema di prodotto, stravolto al punto da smarrire la propria identità. Con tutto ciò che ne consegue in termini di calo di autorevolezza, credibilità e immagine della Testata: sono anche questi precisi valori economici, al pari, ad esempio degli introiti pubblicitari, anch’essi in contrazione. Da quattro anni, ormai, i giornalisti si sforzano di richiamare l’attenzione su un punto: non essendo basata sulla crescita del giornale e sulla qualità, la strategia adottata da Azienda e Direzione non può portare lontano. Già domani può arrivare un conto pesante, anche sul piano dei posti di lavoro: e non intendono pagarlo i giornalisti ai quali le decisioni sono sempre state imposte. Sul piano dell'organizzazione interna la redazione continua a non ottenere le dovute risposte dalla Direzione giornalistica, che addirittura, nel 2005, per lunghi mesi, si è sottratta al previsto confronto. Basti pensare che è stata soppressa la riunione collegiale di redazione, momento qualificante del nostro lavoro. O che per il numero del lunedì viene riproposta, peggiorata, una formula inadeguata e, sul piano dell’organizzazione, impraticabile. Le redazioni si vedono costrette a lavorare in continuo affanno, mentre la concorrenza locale si attrezza sempre più, con progetti, iniziative e interventi mirati, richiamandosi ormai esplicitamente alla "crisi" del Gazzettino. Da parte sua il Direttore si distingue per controfirmare gravi provvedimenti disciplinari voluti dall'Azienda contro i giornalisti (su cui si sta per pronunciare la magistratura) e per offendere pubblicamente la redazione (vedi da ultimo il caso Unabomber). E parliamo di quella stessa redazione che - come è doveroso sottolineare - fino al 2001 determinò le fortune de "Il Gazzettino". Ma con un’altra dirigenza aziendale e con un altro vertice giornalistico. Di più: come denunciato anche dalla Fnsi, al Gazzettino permane un problema di legalità contrattuale, laddove l’attacco di Azienda e Direttore alle regole è frequente. In tale contesto registriamo purtroppo un enorme incremento di vertenze giudiziarie le quali tutte, finora, hanno dato ragione ai giornalisti e torto all’Azienda. I giornalisti seguono con preoccupazione quanto sta avvenendo, pronti a individuare le più opportune iniziative di mobilitazione a difesa del futuro de "Il Gazzettino"; I giornalisti, ribadendo il ruolo centrale del quotidiano e di coloro che vi lavorano, sottolineano l'esigenza di uscire dallo stallo gestionale attraverso una chiara definizione degli assetti azionari per arrivare a elaborare un condiviso piano di rilancio; A fronte di tale situazione, l'Assemblea affida un primo pacchetto di 10 giorni di sciopero al Comitato di Redazione, impegnandolo ad intensificare l’azione di sensibilizzazione interna ed esterna per rappresentare e illustrare, carte alla mano, le gravi preoccupazioni della redazione sul futuro del Gazzettino”. Cordiali saluti IL COMITATO DI REDAZIONE VENEZIA, 6 settembre 2005 COMUNICATO "L’assenza di un progetto condiviso che rilanci una testata storica come il Gazzettino - che da troppo tempo soffre le scelte scriteriate della dirigenza aziendale e giornalistica - rappresenta motivo di grave preoccupazione" denuncia la Giunta esecutiva del Sindacato giornalisti del Veneto riunita a Padova. "L’appello dei giornalisti della testata lanciato ai Gruppi Benetton e Caltagirone è pienamente condivisibile di fronte al totale stallo delle relazioni sindacali. Il Sindacato giornalisti del Veneto è sempre al fianco dei giornalisti pronto ad appoggiare in ogni sede le giuste rivendicazioni". La Federazione Nazionale della Stampa Italiana e il Sindacato dei Giornalisti del Veneto comunicano: “La nota pubblicata dall’Editore del Gazzettino, e i documenti allegati, nel numero in edicola oggi, ci sconcerta per il metodo e per i contenuti. Alla Federazione Nazionale della Stampa e al Sindacato Giornalisti del Veneto non è mai giunto il documento, indirizzato alla Federazione Italiana Editori Giornali, apparso oggi sul quotidiano nel quale l’amministratore delegato si dichiara disponibile al confronto. La pubblicazione di un documento mai recapitato, senza diritto di replica, ricostruendo un quadro fuorviante dei fatti che rende impossibile qualsiasi valutazione dei lettori, risulta gravemente offensiva e lesiva dei diritti sindacali. Allo stesso tempo, come giustamente sottolineato dal Comitato di Redazione, nessuna sostanziale risposta è giunta alle contestazioni di violazioni contrattuali sollevate dal Sindacato Giornalisti del Veneto in quattro diverse raccomandate. L’Editore ha voluto mantenere un clima di continuo attacco alle regole come dimostra anche questo ultimo caso. La ripresa di un confronto è subordinata al ripristino di un clima di rispetto in base alle norme sottoscritte dalle parti, l’atteggiamento dell’editore va in direzione opposta”.