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Fnsi 30 Apr 2003

L’Aser denuncia l’utilizzo improprio degli stagisti

L’Aser denuncia l’utilizzo improprio degli stagisti

L’Aser denuncia l’utilizzo improprio degli stagisti

Il Consiglio Direttivo dell’Associazione Stampa dell’Emilia-Romagna denuncia il sempre più diffuso utilizzo improprio degli stagisti universitari nelle Aziende editoriali. Lo stage è uno strumento previsto dalle leggi vigenti, ma è evidente che l’uso che ne fanno gli editori è molto spesso al di fuori di tali regole. Con sempre maggiore frequenza, le Aziende editoriali affidano a questi stagisti, che provengono da Facoltà che poco o nulla hanno a che vedere con l’attività giornalistica, ruoli direttamente produttivi, con mansioni redazionali che trasformano lo stagista in un vero e proprio redattore non contrattualizzato, ma utilizzato, nella maggior parte dei casi, per sopperire alla carenza d’organico, anche nelle Aziende che poi chiedono al Ministero del Lavoro di concedere loro gli stati di crisi con la possibilità di ricorrere ai prepensionamenti e alla cassa integrazione. Da questa situazione emerge la contraddizione del ruolo delle Università che con eccessiva disinvoltura agevolano la precarizzazione del lavoro giornalistico. Anche gli Atenei che hanno dato vita a scuole di giornalismo, regolarmente riconosciute dall’Ordine e quindi frequentate da allievi iscritti nel registro dei Praticanti, con tali comportamenti finiscono per avallare stages di giovani che non figurano nemmeno nell’Albo professionale. Tutto ciò crea perplessità in coloro che si attendono dalle Università ben altro rigore. Il Consiglio Direttivo dell’Aser chiede all’Ordine di vigilare per impedire situazioni che di fatto si configurano come esercizio abusivo della professione e che vanno anche nella direzione della dequalificazione del giornalismo. Ai Comitati e Fiduciari di redazione, il Consiglio Direttivo dell’Aser chiede di denunciare l’eventuale utilizzo improprio degli stagisti per garantire il pieno rispetto delle leggi vigenti e del Contratto di lavoro giornalistico. Bologna, 29 aprile 2003

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