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Fnsi 19 Lug 2003

L'addio a Sandro Ciotti Sergio Zavoli: "Ha elevato a forma d'arte il mestiere di cronista"

L'addio a Sandro CiottiSergio Zavoli:"Ha elevato a formad'arte il mestieredi cronista"

L'addio a Sandro Ciotti
Sergio Zavoli:
"Ha elevato a forma
d'arte il mestiere
di cronista"

Oltre 300 persone hanno dato stamani l'addio al popolare giornalista Sandro Ciotti, deceduto ieri, nella chiesa degli Artisti a Piazza del Popolo a Roma. Tra i tanti presenti ai funerali, oltre alla partecipazione del sindaco di Roma Walter Veltroni e del sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri, Gianni Letta, molti suoi compagni di ventura della trasmissione radiofonica "Tutto il calcio minuto per minuto" a cui è stata legata principalmente la sua carriera (Carbone, Luzzi, Chucchi, Gentili, Forma, Raffa, Corsini), tantissimi colleghi della stampa e della Tv (Stagno, Zavoli, Tucci, Galeazzi, Maffei, Volpi, Ferrajolo, Paris, Scarnati, Vallone, Franzelli, Goria, Vaccari), la partner dei tempi della "Domenica Sportiva" Maria Teresa Ruta, l'ex arbitro Carlo Longhi e, infine, gli ex calciatori Stefano Di Chiara e Felice Pulici, quest'ultimo in rappresentanza della Lazio. Al termine della sobria cerimonia Sergio Zavoli e Bruno Gentili hanno voluto ricordarlo con alcune toccanti parole. "Ciotti ha elevato a forma d'arte il mestiere di cronista - ha detto Zavoli - nei fatti che ha raccontato ha sempre messo del suo. Non ha mai fatto da semplice mediatore. Ricordo innumerevoli notti insonni trascorse assieme a giocare a biliardo, a poker e a discutere dei grandi problemi della vita. Vedere che ora siamo rimasti solo in quattro-cinque della redazione che parti' nel lontano 1956 e' un fatto quasi insopportabile". "Il vuoto che ci ha lasciato non restera' incolmabile - ha aggiunto, visibilmente commosso, Bruno Gentili -. La sua ricchezza di sentimenti e la sua gentilezza sono un patrimonio che chi l'ha conosciuto portera' sempre con se cercando di tramandarlo agli altri". Il sindaco Walter Veltroni lo ha infine ricordato con una breve battuta: "Usava magistralmente le parole per far vedere le cose agli altri. Aveva un'arte rara". Sandro Ciotti era nato a Roma nel 1928. Come padrino di battesimo aveva avuto il poeta Trilussa, da ragazzo compie studi classici e suona il violino. Gioca anche a calcio, nelle file delle giovanili della Lazio. Ben presto capisce anche di avere un grande amore per il giornalismo, e comincia la sua carriera collaborando a Paese Sera, Messaggero e Giornale d'Italia. Nel 1958 entra alla Rai, mentre due anni dopo, nel 1960, fa la sua prima radiocronaca di una partita: il match è quello fra Danimarca ed Argentina, valido per il torneo delle Olimpiadi di Roma. Ma il suo debutto radiofonico assoluto era avvenuto con la trasmissione "KO - Incontri e scontri sportivi". Oltre al calcio, oltre 2400 le partite raccontate dal vivo per la Rai, segue per radio e televisione anche 15 giri d'Italia, 9 Tour de France, una decina di Olimpiadi ed altrettanti Mondiali di calcio. Firma una serie di documentari come "La morte di Bandini", sul pilota italiano della Ferrari di F.1, e "Morte di Tenco". Ciotti conosceva bene, di persona, il cantautore genovese, ed era un grandissimo appassionato di musica (ne componeva anche). Infatti per la Rai ha lavorato anche in 40 edizioni del Festival di Sanremo. Dal 1986 al 1991 ha condotto la Domenica Sportiva. Il Segretario generale della Federazione nazionale della Stampa italiana, Paolo Serventi Longhi, ha dichiarato: “Sono profondamente addolorato dalla scomparsa di Sandro Ciotti, maestro di giornalismo sportivo e uomo di qualità. La nostra lunga amicizia mi consente di ricordarne non solo le sue grandi capacità professionali ma anche la sua straordinaria umanità.” (ANSA).

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