La Tv pubblica basca in tribunale per aver diffuso dichiarazioni dell’ETA. Reporters sans frontières critica la decisione dei giudici
Il direttore generale del gruppo pubblico radio-televisivo basco, Andoni Ortuzar, dovrà presentarsi davanti al Tribunale (Audiencia nacional, la speciale istituzione che si occupa dei crimini di terrorismo e corruzione), che esige delle spiegazioni in seguito alla diffusione di alcune dichiarazioni di presunti membri dell’organizzazione terrorista basca ETA rilasciate alla televisione regionale pubblica basca Euskal Telebista (ETB). Il tribunale deciderà, solo dopo aver interrogato Andoni Ortuzar il 21 mai 2003, se dare avvio o meno a un’azione penale contro ETB. "La nostra organizzazione condanna con il massimo vigore la campagna di violenza dell’organizzazione terrorista ETA, di cui peraltro i giornalisti rappresentano uno degli obiettivi preferiti. Ma la lotta contro il terrorismo deve essere comunque condotta nel pieno rispetto del diritto di informare e di essere informati. Vi chiediamo quindi di rinunciare all’azione penale nei confronti di questo media, che ha scelto di diffondere un’informazione che non poteva certo essere ingiustificatamente occultata", ha dichiarato Robert Ménard, segretario generale di Reporters sans frontières, in una lettera indirizzata al procuratore generale, don Jesús Cardenal Fernández. Il 15 maggio 2003, ETB aveva diffuso un video nel quale tre membri mascherati dell'ETA dichiaravano che l’organizzazione terrorista non prendeva in considerazione "alcuna tregua tattica", esigendo invece che venga garantito il "rispetto della volontà dei Baschi". I tre rappresentanti dell’organizzazione basca hanno lanciato un appello a deporre una scheda nulla al momento delle elezioni municipali del 25 maggio prossimo, in segno di protesta contro la messa fuori legge del partito indipendentista basco vicino all’ETA. Inoltre, hanno esibito un bollettino dell'ETA che, secondo il quotidiano indipendentista basco Gara, afferma che l’organizzazione continuerà ad attaccare, tra gli altri, i "media guerrafondai" spagnoli. Reporters sans frontières ricorda che dal 2000, due giornalisti sono stati assassinati dall'ETA, che inoltre ha moltiplicato le minacce e gli attentati contro i giornalisti e le redazioni che non condividono le idee indipendentiste che l’organizzazione vorrebbe imporre con violenza omicida. Oltre un centinaio di giornalisti spagnoli minacciati dall'ETA, beneficiano attualmente di una protezione ufficiale o privata, mentre i media hanno dovuto fare ricorso a importanti misure di sicurezza, come la blindatura dei vetri e gli scanner situati all’entrata dei loro locali.