Ispezione al Tg3 per servizio su dichiarazioni di Berlusconi al processo Sme. Le proteste di Serventi, Siddi, Natale e del Cdr
Nuova puntata della polemica sollevata dal premier Silvio Berlusconi in merito al servizio del Tg3 sulla dichiarazione spontanea del Presidente del Consiglio in aula nel corso del processo Sme e le contestazioni che ne sono derivate. E’ in corso un’ispezione che coinvolge tutti i giornalisti in particolare per quanto riguarda il servizio di lunedì scorso. Pubblichiamo le dichiarazioni di Paolo Serventi Longhi, di Roberto Natale e del Cdr Tg3. Il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi, ha dichiarato: “Quanto sta accadendo al Tg3 è la testimonianza di una situazione diventata ormai insostenibile e che prefigura una repressione sistematica della libertà di informazione. Non era mai accaduto in alcuna azienda del settore della comunicazione che ispettori della stessa azienda pretendessero di entrare nel merito del prodotto giornalistico acquisendo testimonianze e materiale di diversa natura. Quello che è accaduto ieri in Commissione Giustizia della Camera non è un incidente di percorso ma, alla luce di questo episodio, appare come un eccesso non richiesto di una linea comunque repressiva. Mi auguro che qualcuno, ed in particolare la direzione generale della Rai, faccia anche oggi marcia indietro e dichiari che l’episodio odierno assume aspetti antiliberali. Il Presidente del Consiglio ha ieri nuovamente attaccato i giornali e le televisioni per le presunte ingiurie a cui si sarebbe data eco ed oggi gli ispettori del Dr. Cattaneo arrivano in redazione. C’è un filo logico in tutto ciò”. Il Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi ha dichiarato: “Un’ispezione priva di senso e fuori dalle regole contrattuali e della libera informazione quella fatta al Tg3 sui contenuti di un’edizione del telegiornale.” Questo è il commento sulla vicenda del Presidente della Fnsi, Franco Siddi, una volta informato al termine di una riunione di lavoro sui problemi della categoria. “E’ assolutamente sconcertante che il servizio pubblico adotti strumenti di carattere censorio. Le regole di garanzia sono altre e molto chiare. I giornali li impostano i direttori e li fanno i giornalisti secondo la forza delle notizie, l’autonoma valutazione professionale e la linea editoriale concordata al fine di assicurare la completezza dell’informazione. Abbiamo già detto che non spetta alla politica fare i sommari ed i titoli dei Tg e dei giornali. Ora purtroppo c’è un’altra pagina nera, perché non esiste nessun fondamento etico, deontologico e giuridico che consenta ispezioni del tipo di quelle ordinate dal direttore generale della Rai. Alla illogicità di tutto ciò rispondiamo con una solidarietà totale al direttore e ai colleghi del Tg3, con l’invito chiaro a rispettare le regole di un servizio pubblico pluralistico e del contratto di lavoro giornalistico, nonché con l’appello al Presidente e al Cda ad assicurare le condizioni di correttezza e serenità nello svolgimento dell’attività di informazione” L’Esecutivo Usigrai e il Comitato di Redazione del Tg3 comunicano: In queste ore è in corso un attacco gravissimo alla libertà e all’autonomia dell’informazione. Nella redazione del Tg3 sono all’opera ispettori della Rai che stanno interrogando la direzione e gli autori dei servizi trasmessi dal giornale lunedì scorso sulle dichiarazioni rese dal Presidente del Consiglio al Tribunale di Milano. L’on. Berlusconi aveva attaccato ieri mattina la testata dai microfoni di “Radio anch’io”, parlando di un agguato preparato col quale il Tg3 era evidentemente d’accordo. Il CdR e l’Usigrai avevano chiesto per tutta la giornata di ieri una risposta dal vertice aziendale a tutela della dignità di tutta l’informazione Rai. Dopo il vergognoso silenzio di ieri, la risposta – ugualmente vergognosa -è arrivata oggi, mettendo sotto accusa i giornalisti. Le domande degli ispettori Rai peraltro stanno investendo temi ben più ampi che non la contestazione subita dal Presidente del consiglio nei corridoi del Tribunale: ci si interessa, fra l’altro, anche della “esattezza” delle cifre fornite nei servizi del Tg3 sui conti esteri oggetto del processo milanese. Si tratta di un’azione che mina alla radice l’autonomia dell’informazione Rai, mira ad intimidire i giornalisti del servizio pubblico, intacca i diritti costituzionali garantiti dall’articolo 21. E’ un attacco di gravità analoga l’emendamento contro i giornalisti votato ieri dalla Commissione Giustizia della Camera. I giornalisti del servizio pubblico non hanno alcuna intenzione di assistere in silenzio a questi avvertimenti aziendali, gli ultimi in ordine di tempo di una serie di attacchi all’autonomia che stanno coinvolgendo altre testate e strutture Rai. L’Usigrai e il CdR del Tg3 convocano per domani pomeriggio a Saxa Rubra un’assemblea di tutti i giornalisti Rai, alla quale chiamano a partecipare anche i vertici della Federazione della Stampa e dell’Ordine dei Giornalisti.