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Fnsi 03 Lug 2003

Iran: Reporters sans frontières si dichiara molto inquieta per la sorte dei 17 giornalisti detenuti in una località segreta

Iran: Reporters sans frontières si dichiara molto inquieta per la sorte dei 17 giornalisti detenuti in una località segreta

Iran: Reporters sans frontières si dichiara molto inquieta per la sorte dei 17 giornalisti detenuti in una località segreta

Reporters sans frontières condanna la detenzione arbitraria di un nuovo giornalista in Iran, che fa salire a nove il numero di giornalisti prigionieri in seguito alla recente ondata repressiva delle contestazioni degli studenti di Teheran. I loro luoghi di detenzione, continuano a rimanere segreti. Reporters sans frontières rinnova la domanda di liberazione immediata di tutti i giornalisti prigionieri. Il procuratore generale di Teheran, Saïd Mortazavi, ha dichiarato che i giornalisti sarebbero rinchiusi nella prigione di Evine. Eppure, gli avvocati dei giornalisti che hanno provato a incontrarli in quel carcere, non hanno potuto vedere i loro assistiti e non hanno trovato nessuna traccia dei loro nomi nella matricola del penitenziario. L'organizzazione internazionale per la difesa della libertà di stampa denuncia la campagna orchestrata dai responsabili giudiziari e dai guardiani della Rivoluzione nelle moschee e attraverso la stampa conservatrice. Tutti i prigionieri ? studenti e giornalisti detenuti ? sono accusati infatti di essere dei "mohareb" (combattenti contro Dio), un crimine passibile della pena capitale. Il giornalista Ali Akrami, che lavorava nel quotidiano conservatore Nedat Eslahat (sospeso), è stato arrestato il 16 giugno 2003. Sua moglie ha dichiarato di non averlo più rivisto da allora, alludendo algiorno della sua scomparsa davanti all?università di Teheran. Quanto a Mohsen Sazgara, direttore del sito Alliran e del quotidiano riformatore Jameh (chiuso), sta proseguendo lo sciopero della fame iniziato il giorno del suo arresto, avvenuto il 15 giugno scorso. Lo stato di salute del giornalista, molto indebolito dalla detenzione, è particolarmente preoccupante a causa della malattia cardiaca di cui egli è sofferente. Sua moglie, che ha iniziato lo sciopero della fame per protesta contro l?incarcerazione del marito, è stata convocata dal tribunale il 25 giugno scorso e ospedalizzata il giorno stesso. Reporters sans frontières riconda che con 17 giornalisti prigionieri, l'Iran rappresenta attualmente la più grande prigione dei giornalisti in Medio-Oriente.

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