Oggi, lunedì 7 marzo 2016, dalle 10.30 alle 13.30, la Commissione Pari Opportunità della Fnsi, in collaborazione con Amnesty International, Articolo 21, Cpo Usigrai, GiULiA, Gruppo di lavoro pari opportunità Ordine dei Giornalisti, Italians for Darfur, Ossigeno per l’Informazione e Rsf Italia organizza #IoNonStoZitta, incontro con le croniste minacciate per la libertà d'informazione.
Oggi, lunedì 7 marzo 2016, dalle 10.30 alle 13.30, la Commissione
Pari Opportunità della Fnsi, in collaborazione con Amnesty International,
Articolo 21, Cpo Usigrai, GiULiA, Gruppo di lavoro pari opportunità Ordine dei
Giornalisti, Italians for Darfur, Ossigeno per l’Informazione e Rsf Italia
organizza #IoNonStoZitta, incontro con le croniste minacciate per la libertà
d'informazione.
“Sono almeno 53 le giornaliste che nel 2015 hanno subito minacce, nelle più
svariate forme, a causa del loro lavoro. È il dato – osserva la Cpo Fnsi – che
si ricava dall’Osservatorio di Ossigeno per l’Informazione. Minacce di morte,
aggressioni, avvertimenti, lettere minatorie, attacchi hacker, minacce sui
social network, insulti, telefonate minatorie, stalking, citazioni in giudizio
per danni considerate strumentali. E c’è una realtà, che i dati non colgono, di
minacce tramite web che le colleghe spesso non denunciano”.
Si tratta di un fenomeno globale: “Secondo un rapporto Osce, il 25% di tutte le
minacce alle giornaliste e alle blogger viaggiano in rete, anche sotto forma di
commenti ad articoli su temi sensibili. Quasi sempre, poi, quando nel mirino
finiscono le giornaliste, le minacce sono anche di carattere sessista”,
prosegue la nota della Commissione.
A questo tema, cruciale per la sicurezza delle giornaliste e la libertà di
informazione, la Cpo Fnsi dedica una giornata di riflessione con
le colleghe vittime di questa forma di violenza, alcune sotto protezione delle
forze dell’ordine, e con Rosi Bindi, presidente della Commissione parlamentare
Antimafia, che sui rapporti tra mafia e informazione ha condotto un’inchiesta
conclusa nel luglio scorso.
All’incontro parteciperà anche Ceyda Karan, giornalista turca di Cumhuriyet,
sotto processo a Istanbul per avere pubblicato la
copertina di Charlie Hebdo, dopo il massacro di Parigi. “Con lei – anticipa
la Cpo –, parleremo dei tanti casi di giornaliste coraggiose che dall’Egitto,
alla Cina, all’Ucraina sono detenute in modo arbitrario, e delle tre colleghe
nigeriane, sequestrate, di cui non si sa più nulla. Storie che si aggiungono
alle troppe giornaliste uccise nelle aree più pericolose del mondo. Perché si
faccia informazione e si avviino campagne di sensibilizzazione dell’opinione
pubblica e delle istituzioni”.
Un’attenzione che vuole essere costante, attraverso due progetti della Cpo
Fnsi: un Osservatorio di genere, e uno Sportello on line contro le
discriminazioni e le molestie sul lavoro, con una mail protetta per le
segnalazioni.
Nell’occasione sarà anche presentata la video campagna di sensibilizzazione
realizzata pro bono da Conversion.
Appuntamento alle ore 10.30 nella sala
“Walter Tobagi” della Fnsi, in corso Vittorio Emanuele, 349 a Roma.
Si seguito le sintesi dei dati che verranno presentati nel
corso della manifestazione #IoNonStoZitta:
Dati Ifj
Rapporto Osce minacce online
Rapporto Rsf Donne 2015
Dati Ossigeno per l’informazione
Lazio, FEDERICA ANGELI redattrice della cronaca di Roma di Repubblica,
sequestrata per qualche ora e minacciata di morte dal clan Spada per
un’inchiesta scritta con Carlo Bonini sulla mafia ad Ostia. Poi testimone, dalla finestra di
casa, di un omicidio. Sotto scorta.
Calabria, ALESSIA CANDITO è una redattrice del Corriere
della Calabria. Copre la cronaca giudiziaria a Reggio, scrivendo
quotidianamente di ‘ndrine e colletti bianchi. Negli ultimi mesi qualcuno ha
letto con maggiore attenzione i suoi articoli e ha deciso che forse era meglio
mandare qualche avvertimento alla cronista. Il primo a farsi avanti è stato un
ex pentito, Antonio Zavettieri, che secondo gli inquirenti è rientrato in
contatto con la sua vecchia cosca e per questo si è reso irreperibile. Non si
presenta più neanche in tribunale a testimoniare in un processo eccellente.
Alessia racconta questa storia e dopo pochi giorni riceve pesanti email
intimidatorie dall’ex collaboratore di giustizia. Passa poco tempo e arrivano altre minacce.
Questa volta ad “attenzionare” il lavoro della giornalisti sono dei giovani di
Archi, il quartiere della ‘ndrangheta che conta. La colpa di Alessia? Aver
descritto le scorribande notturne di un gruppo di giovani che si diverte a
vivacizzare la movida reggina a suon di spranghe, pestaggi e terrore. Quanto
basta per convincere la Questura a far scattare il programma minimo di
protezione per la cronista: una vigilanza notturna.
Puglia, MARILU’
MASTROGIOVANNI, direttrice del Tacco d’Italia, Casarano, Lecce. Più volte
minacciate per le sue inchieste sulla sacra Corona Unita (racconta la storia in
“La donna che morse il cane”, storie di 5 croniste minacciate 2012, e “Io non
taccio”, storie di 8 cronisti minacciati 2015). IL sito del suo giornale
gravemente attaccato da hacker.
Lombardia, ESTER CASTANO ha svelato i legami tra la
‘ndranghera e l’amministrazione del suo comune, Sedriano. Ha vinto premi e
riconoscimenti ma a lungo è stata precariaprecaria. Le intimidazioni subite dalla cronista furono
rese note da Ossigeno a ottobre del 2012. Il sindaco di Sedriano finì poi agli
arresti domiciliari, accusato di corruzione nell’ambito dell’inchiesta della
Procura di Milano che portò in carcere, fra gli altri l’assessore regionale
alla casa Domenico Zambetti. La querela del sindaco nei suoi confronti, per gli
articoli da lei pubblicati, è stata archiviata (storia nel libro “Io non
taccio” 2015).
Campania, AMALIA DE SIMONE Ovvero: quando si intimidisce con
le querele temerarie.
è una videoreporter d’inchiesta del Corriere della Sera,
direttrice di Radio Siani, emittente anti camorra di Ercolano. Ha dedicato
molte inchieste agli intrecci tra clan, politica e mondo economico occupandosi
spesso di rifiuti, appalti e riciclaggio.Ha ricevuto il premio per la libertà
d’informazione, due volte il premio di Cronista dell’anno (nel 2004 e nel
2012), è stata finalista del Premio Ilaria Alpi e recentemente ha ricevuto, per
conto della sua radio, il Premio Giuntella per la libertà di stampa e un
riconoscimento per l’impegno civile.
50 mila euro di danni le chiede di pagare Caltagirone,
editore del Mattino, per una condanna di risarcimento subita da un gruppo di
magistrati della sezione Misure di prevenzione del tribunale di Napoli.
Campania, MARILENA NATALE 2012, a Santa Maria La Fossa, in provincia di
Caserta, per un servizio sulla Terra dei fuochi. Vengono raggiunti da un’auto,
da cui scende un uomo che intima ai cronisti di andarsene. Marilena inizia a
fare il suo lavoro, e cioè porre domande. E, di tutta risposta, riceve uno
schiaffo, le viene scagliato il telefonino a terra. Viene insultata. minacciata, le avevano sparato bossoli sul
tetto dell’auto, l’avevano strattonata davanti a tutti e intimidita
pubblicamente (racconta la storia in “La donna che morse il cane”, storie di 5
croniste minacciate 2012).
Sicilia: Rosaria Brancato e Gisella Cicciò. A Dicembre hanno
denunciato minacce via web. La Polizia postale indaga. La proposta di adottare misure di protezione
per due giornaliste, Gisella Cicciò de La Gazzetta del Sud e Rosaria Brancato
di Tempostretto, “affinché possano continuare a esercitare il loro lavoro di
croniste” è stata esaminata alla Prefettura di Messina In particolare le
minacce riguardano i giornalisti impegnati a documentare i clamorosi sviluppi
di uno scandalo con risvolti giudiziari per il quale sono indagati più di metà
dei componenti il consiglio comunale di Messina.
Veneto, ROBERTA POLESE Ovvero: quando si intimidisce con le
querele temerarie
Ci sono voluti tre anni per archiviare due cause immotivate.
Tre anni di angoscia
Sono giornalista professionista dal settembre 2006, ho
iniziato a lavorare nelle tv locali nel 1999. Nel 2006 sono stata assunta da
Epolis Padova, dove scrivevo di politica e cronaca giudiziaria. Dopo il
fallimento ho inizato a collaborare con il Corriere del Veneto, per il quale mi
occupo di cronaca nera nella provincia di Padova. Dal luglio scorso sono
assunta a Rete Veneta, tv locale, per la quale seguo cronaca nera e
giudiziaria.
Quando scriveva per Epolis si era occupata di un'inchiesta
sulla pubblica amministrazione della mia città, e ha raccontato di un fatto
inedito che riguardava anche l'allora sottosegretario alla giustizia Elisabetta
Casellati, la quale ha avviato una causa civile e chiesto un risarcimento di
250mila euro. Suo genero, per lo stesso pezzo, l’ ha invece denunciata.
Entrambe le notifiche sono arrivate quando il giornale era fallito e lei era
sprovvista di copertura legale. Ha vinto entrambe le cause (la sostenere le
spese della causa civile è stato il sindacato).
Recentemente ha scoperto che un carabiniere imputato per
tentata concussione (stessa inchiesta che aveva sfiorato al Casellati) aveva
dato mandato a un investigatore privato di seguirla e metterle un gps in
macchina per capire dove prendessi le notizie. L'ha scoperto dalle udienze
pubbliche del suo processo, che è ancora in corso.
Emilia Romagna, SABRINA PIGNEDOLI giornalista de Il Resto del Carlino e
corrispondente da Reggio Emilia dell'Ansa, sottoposta a pressioni per
non pubblicare notizie tra i risvolti dell'indagine della Dda di Bologna.In
particolare l'accusa delle minacce alla cronista del Carlino è rivolta ad un
poliziotto, Domenico Mesiano, ex autista del questore, arrestato, che deve
rispondere anche di concorso esterno in associazione mafiosa.
Emilia Romagna, BENEDETTA SALSI cronista del quotidiano online Il Resto del
Carlino. Aveva scritto un articolo su un ragazzo convertito all'islam e indagato
per terrorismo. L'uomo, definito "soggetto pericoloso" dal pm che ha
seguito il caso, non potrà più uscire la sera, intrattenersi in bar o luoghi
affollati, espatriare, né uscire dalla città.
Sul sito Musulmani d’Italia: "Benedetta Salsi di Reggio
Emilia, giornalista presso Il Resto del Carlino, ha alle spalle una vita poco
dignitosa e scarsi risultati nel suo ambito lavorativo. Voci indiscrete
raccolte con molta facilità possono rivelare un passato all'insegna delle luci
rosse e droga. E' islamofoba ovviamente, non poteva essere altrimenti". A
queste parole sono seguite una serie di citazioni del Corano e alcune minacce
nei confronti degli infedeli. Il finale del commento. "Considerando lo
statuto giuridico islamico questi atti sono punibili severamente". Per il
gruppo "Musulmani d'Italia" la Salsi ha compiuto un "reato"
perché ha osato scrivere un "articolo diffamatorio" contro un loro
fratello.
Nonostante denunce e richieste, Facebook si è rifiutata di
rimovere il post.
Campania, LUCIANA ESPOSITO Giornalista pubblicista, vive una
situazione ad alto rischio. Con il suo sito, quindi senza la tutela di un
giornale strutturato, ha denunciato la situazione di forte degrado del Parco
Merola a Ponticelli, quartiere ad altissima densità criminale. Al suo lavoro
giornalistico ha affiancato, ancora una volta senza la tutela di una
organizzazione, un impegno personale nel rione coinvolgendo anche le
istituzioni locali, che si sono attivate per la riqualificazione. Tra le
iniziative avviate, un progetto di street art, che prevede la realizzazione di
murales artistici sulle facciate delle case popolari, il diserbamento, la
pulizia delle fogne e il recupero di un campo di calcio abbandonato. Quando
alcune di queste iniziative hanno cominciato ad intaccare gli affari di chi
gestisce i traffici illeciti nella zona, Luciana è diventata un nemico. Per ben
due volte, tra novembre e dicembre, è stata picchiata dai familiari del “ras”
del Parco. Per un periodo è stata costretta ad allontanarsi dalla città. La
collega ha denunciato anche strane commistioni, una su tutte: quando sulle
facciate di uno dei palazzi, tramite il progetto patrocinato dal Comune, è
stato dipinto il volto del pregiudicato aggressore. L'Amministrazione ha
risposto prontamente avviando la rimozione del murales. A Luciana continuano ad
arrivare ancora minacce.
Campania, NADIA VERDILE Una reggia, quella di Carditello,
nel comune di San Tammaro (Caserta) e 8 minacce di morte. Cinque per l’ex
ministro Massimo Bray, 3 per la giornalista de “Il Mattino”, Nadia Verdile.
Dopo l’acquisizione al patrimonio dello Stato della reggia, simbolo del degrado
politico, sociale e culturale di un intero territorio, i due sono entrati nel
mirino della criminalità che non ha gradito i riflettori accesi su un bene
culturale posto tra due discariche di Stato e molte abusive. Gli articoli sulle
pagine del quotidiano hanno quasi tutti i giorni raccontato le malefatte,
l’assenza atavica di progettualità e soprattutto il malaffare che intorno si
consuma. Per quanto riguarda Verdile, due lettere di minacce sono state inviate
alla redazione napoletana de «Il Mattino» e una alla redazione partenopea del
«Corriere del Mezzogiorno». “Smettila di scrivere di Carditello o sei morta tu
e l’amico tuo” in fondo poi una croce in bella mostra. Dal 13 febbraio (data
della prima minaccia) ad oggi (altre due lettere sono pervenute l’1 e il 3
settembre) nessuna novità. I carabinieri non hanno informato la giornalista
delle minacce che lo ha saputo solo dai colleghi del giornale. A settembre, sei
mesi dopo la prima minaccia, le è stato chiesto dai carabinieri di Santa Maria
Capua Vetere di autorizzare le indagini dei Ris. Non ha nessuna protezione,
nessun controllo. Massimo Bray ha la scorta quando viene in Campania.
Lazio, GRAZIELLA DI MAMBRO del quotidiano Latina
Editoriale Oggi per articoli su abusi edilizi
Incuriosito da un atto, affisso all’albo pretorio del Comune
di Sperlonga (Latina), per il pagamento di un legale incaricato di presentare
dieci esposti-querela per diffamazione a mezzo stampa presso il Tribunale di
Latina, Federico Domenichelli, giornalista di Latina Editoriale Oggi, il 7
dicembre 2015 ha scoperto di essere proprio lui il destinatario di otto delle
dieci denunce, mentre le altre due riguardano la giornalista Graziella di
Mambro, sua collega. Si riferiscono ad articoli che segnalano episodi di
abusivismo edilizio nel piccolo comune balneare a sud di Roma.
Le querele sono tutte del sindaco facente funzione
Francescoantonio Faiola. Gli articoli sono stati pubblicati tra novembre 2014 e
maggio 2015, in parte su Il Quotidiano di Latina, giornale che ha cessato
le pubblicazioni a gennaio 2015, e in parte su Latina Editoriale Oggi per
il quale lavorano entrambi i giornalisti.
“Ho sempre riportato nei miei articoli il contenuto di
procedimenti giudiziari, atti amministrativi, di indagini e interrogazioni
consiliari già noti al Comune di Sperlonga, che non ha mai inviato richieste di
rettifica né di precisazioni”, ha dichiarato Domenichelli a Ossigeno.
Dopo aver ottenuto l’autorizzazione a visionare gli atti, il
giornalista ha scoperto che, delle 10 querele, 8 sono state presentate contro
di lui e due contro Di Mambro.
“Gli articoli – spiega Di Mambro – sono inerenti
all’urbanistica del borgo e alla costruzione di Sperlonga 2, una zona
all’ingresso nord della città sequestrata a giugno 2015 per lottizzazione
abusiva e sotto inchiesta della Procura”. Finora a Domenichelli sono state
notificate due querele; a Di Mambro soltanto una di cui Ossigeno si
era già occupato quando era vicedirettrice di Latina
Oggi.