”La Corte Europea di Strasburgo ha già condannato la pretesa di mandare in carcere i cronisti che informano i cittadini sulle indagini giudiziarie e tornerà a bocciare il disegno di legge approvato oggi dal governo.
Il ministro della Giustizia Angelino Alfano ha quindi detto un’altra cosa non vera, dopo aver ripetuto per giorni che le intercettazioni costano un terzo del bilancio della giustizia, e cioè che il disegno di legge ha una piena copertura europea. La Corte di Strasburgo nel giugno 2007 ha infatti riconosciuto la prevalenza del diritto del pubblico di essere informato. E non può essere altrimenti in uno stato di diritto nel quale, come ha recentemente ricordato la Cassazione, i giornalisti devono essere i “cani da guardia” del potere. Il potere politico invece è intollerante dei controlli giudiziari, della magistratura contabile e dell’opinione pubblica e cerca in tutti i modi di evitarli. In questo caso utilizzando il principio della privacy cerca esplicitamente di impedire che i giornalisti informino i cittadini sulle indagini giudiziarie in modo tempestivo e compiuto. Stabilire per il cronista la condanna a tre anni di carcere ma dire, state tranquilli in galera certo non vi mandiamo, equivale esattamente a minacciare: o fate i bravi o in carcere ci andate davvero. L’Unione Nazionale Cronisti Italiani torna a sostenere che il diritto-dovere di cronaca è un principio basilare di un paese democratico e che se si rispettassero le norme esistenti in materia di intercettazioni, trascrizioni ed eliminazioni di quelle non utili all’indagine, ci sarebbe il più ampio rispetto della privacy. Per questo l’Unci sollecita tutti i giornalisti a dare una risposta forte, unitaria e corale al tentativo di limitare la libertà di informazione.”