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Fnsi 02 Set 2005

Intercettazioni telefoniche, Serventi Longhi: "Assurdo punire i giornalisti"Unci: "Un colpo al diritto di cronaca e alla libertà di stampa" Siddi: "Ribellione civile contro la legge che prevede il carcere" Berlusconi: "No alle intercettazioni nel p

Il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi, ha posto all’ordine del giorno della prossima riunione della giunta Esecutiva della Fnsi con i rappresentanti di tute le Associazioni Regionali di Stampa, già fissata per giovedì 8 settembre sui gravi temi contrattuali, la proposta di disegno di legge in discussione oggi al Consiglio dei Ministri e relativo alle rivelazioni delle intercettazioni.

Il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi, ha posto all’ordine del giorno della prossima riunione della giunta Esecutiva della Fnsi con i rappresentanti di tute le Associazioni Regionali di Stampa, già fissata per giovedì 8 settembre sui gravi temi contrattuali, la proposta di disegno di legge in discussione oggi al Consiglio dei Ministri e relativo alle rivelazioni delle intercettazioni.

Il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi, ha posto all’ordine del giorno della prossima riunione della giunta Esecutiva della Fnsi con i rappresentanti di tute le Associazioni Regionali di Stampa, già fissata per giovedì 8 settembre sui gravi temi contrattuali, la proposta di disegno di legge in discussione oggi al Consiglio dei Ministri e relativo alle rivelazioni delle intercettazioni. “Il Sindacato dei Giornalisti - ha dichiarato Serventi Longhi – deve immediatamente discutere i contenuti e le possibili conseguenze di un ddl che, specie nella parte che riguarda le sanzioni per le violazioni del segreto nelle indagini giudiziarie, può ledere il diritto di cronaca e la libertà di informazione. Se le indiscrezioni dovessero essere confermate occorrerebbe una mobilitazione straordinaria di una categoria che ha già accettato la definizione di un codice etico per garantire la privacy ai cittadini e che è disposta ad assumersi ogni responsabilità nel rispetto però del diritto dei cittadini ad essere informati”. Serventi proporrà alla Giunta di chiedere un incontro immediato al Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti a cui sono affidati il sistema sanzionatorio, previsto dalla legge sulla privacy, e le norme relative al rispetto della deontologia professionale. ''Una proposta assurda e inaccettabile che spero il Consiglio dei ministri respinga''. Cosi' il segretario generale della Fnsi Paolo Serventi Longhi commenta l'ipotesi di prevedere la condanna da uno a tre anni di carcere per il giornalista che pubblica il contenuto di intercettazioni telefoniche contenuta nel ddl che domani dovrebbe essere esaminato dal governo. ''Se invece dovesse essere tradotta in un ddl del governo - aggiunge Serventi Longhi - occorrerebbe mobilitare non solo e non tanto i giornalisti, ma tutti i cittadini: un bavaglio all'informazione, un attentato al diritto costituzionale a conoscere non puo' passare in silenzio''. ''I giornalisti - conclude il segretario generale della Fnsi - si assumono le loro responsabilita', ma a violare il segreto non e' la nostra categoria, bensi' chi detiene il potere giudiziario: colpire l' anello debole e' dannoso per la democrazia e inutile per il segreto''. (ANSA) "Il testo del disegno di legge sulle intercettazioni presentato dal ministro Castelli al Consiglio dei ministri che prevede la condanna al carcere per i giornalisti che pubblicano le intercettazioni disposte dalla magistratura costituisce un ulteriore colpo inferto al diritto di cronaca e alla libertà di informazione tutelata dalla Costituzione". E' quanto afferma in un comunicato l'Unci (Unione Nazionale Cronisti Italiani). "I giornalisti - prosegue la nota dell'Unci - hanno il dovere professionale ed etico di rendere noto quanto vengono ad apprendere, ad altri spetta il dovere di tutelare il segreto di indagine. L’Unione Nazionale Cronisti Italiani ricorda che già la recente legge sul riordino dell’ordinamento giudiziario ha ristretto le possibilità del cittadino di essere portato a conoscenza in modo compiuto e tempestivo di ciò che accade avendo delegato al solo Procuratore capo il potere di parlare con i giornalisti. Il provvedimento in discussione al Consiglio dei ministri, oltretutto, va in direzione opposta a quanto previsto dalla norma all’esame del Parlamento sul reato di diffamazione a mezzo stampa che elimina la possibilità, rimasta praticamente solo teorica dall’avvento della Repubblica, della condanna al carcere per i giornalisti". "Davanti all’ennesima dimostrazione che la libertà di stampa, sempre rispettata a parole viene poi colpita nei fatti, l’UNCI chiederà nella riunione degli Stati Generali della categoria, in programma il prossimo 15, che le ulteriori quattro giornate di sciopero, proclamate dalla FNSI nell’ambito della vertenza contrattuale, siano utilizzate per la difesa e la riaffermazione dei principi e dei valori costituzionali della libera informazione". La proposta di legge che prevede il carcere per i giornalisti che divulgano il contenuto delle intercettazioni telefoniche non piace al Presidente della Fnsi, Franco Siddi che preannuncia la «ribellione civile» contro una simile ipotesi. «Sta avvenendo una cosa curiosa e drammatica - afferma il Presidente del Sindacato dei giornalisti -per tutelare la privacy, la privacy di alcuni potenti, i soliti potenti toccati da inchieste giudiziarie, si vogliono mandare in galera i giornalisti. Questa non mi pare liberta'. Non mi pare un sistema garantista per nessuno, neanche alla fine per gli stessi potenti che invocano la galera per gli stessi giornalisti. Dovrebbero riflettere molto sull'esperienza che c'è stata e che c'è sulla giustizia in Italia; e soprattutto sul fatto che a compiere una violazione di segreto d'ufficio non è mai un giornalista. Non perchè il giornalista viene in possesso di notizie che ha l'obbligo di dare, egli debba finire in carcere». «Questa è una abnormità che combatteremo con tutte le nostre forze, anche con la ribellione civile se necessario». (AGI) A Cernobbio, parlando di intercettazioni il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha detto: "Non ci possono essere incursioni nel privato". "Un giudice puo' intercettare chiunque per qualsiasi reato - ha aggiunto- La nostra volonta' e' quella di arrivare all' intercettazione solo per reati di terrorismo, mafia e omicidio. Per tutto il resto - ha concluso - non e' possibile chiedere intercettazioni e non ci puo' essere possibilita' per i mezzi di stampa di diffonderli". (ANSA)

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