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Cronaca 19 Mag 2010

Intercettazioni: sì a condanne per editori e giornalisti Siddi (Fnsi): "Approvare questa legge significa impoverire la democrazia e mortificare la libertà di tutti. Ci batteremo fino all'ultimo" Il giallo dell'“emendamento D'Addario&

La Commissione Giustizia del Senato ha dato il via libera alle norme del ddl intercettazioni che inaspriscono le condanne per i giornalisti e puniscono gli editori con il pagamento di una somma che potrà arrivare ai 464.000 euro.L'emendamento del governo che è passato in Commissione Giustizia prevede che per la pubblicazione degli atti, vietata per legge, il giornalista rischi l'arresto fino a due mesi e il pagamento di un'ammenda dai 2.000 ai 10.000 euro.

La Commissione Giustizia del Senato ha dato il via libera alle norme del ddl intercettazioni che inaspriscono le condanne per i giornalisti e puniscono gli editori con il pagamento di una somma che potrà arrivare ai 464.000 euro.
L'emendamento del governo che è passato in Commissione Giustizia prevede che per la pubblicazione degli atti, vietata per legge, il giornalista rischi l'arresto fino a due mesi e il pagamento di un'ammenda dai 2.000 ai 10.000 euro.

Se invece ad essere pubblicate saranno le intercettazioni, la condanna sarà sempre l'arresto fino a due mesi, ma l'ammenda aumenterà: dai 4.000 ai 20.000 euro. In più, per il giornalista, si prevede la sospensione temporanea dalla professione. Stesse condanne sono previste per chi compie riprese e registrazioni fraudolente.

Per quanto riguarda queste ultime, ieri sera però erano state approvate delle esimenti: non verrà condannato chi compirà questo tipo di registrazione o ripresa per motivi legati alla sicurezza dello Stato; se si tratta di un giornalista professionista nell'esercizio del diritto di cronaca; se realizzate nell'ambito di una controversia giudiziaria o amministrativa.

La Commissione Giustizia del Senato ha anche bocciato gli emendamenti soppressivi della norma che prevede il pagamento per gli editori di una somma che potrà arrivare ai 464.000 euro. (ANSA)

INTERCETTAZIONI: SIDDI (FNSI), CI BATTERMO FINO ALL'ULTIMO

In nessun paese avanzato viene "considerato un crimine" l'informazione che dà  conto di come procedono le inchieste giudiziarie. Lo ha detto il segretario generale della Federazione nazionale stampa italiana (Fnsi) Franco Siddi dopo il via libera della Commissione Giustizia del Senato  alle norme del ddl intercettazioni che inaspriscono
le condanne per i giornalisti e puniscono gli editori.
"Ci sono ancora due fasi anzi quattro (passaggio in aula e esame alla camera) prima che il provvedimento diventi definitivo. Per questo continueremo la nostra battaglia. Nel
caso la norma venisse approvata - ha annunciato Siddi - siamo pronti arriveremo alla Corte di Strasburgo". Facciamo di tutto - ha detto Siddi - per contrastarne l'approvazione. Speriamo in un sussulto".
Le istituzioni parlamentari, aggiunge il segretario della Fnsi, "meritano sempre rispetto, ma non c'è dubbio, che il via libera di oggi in commissione giustizia, ne inclina parecchio la fiducia". E' una tappa "imposta da una politica di comando che il governo ha imposto alla propria maggioranza".
"Approvare questa legge - conclude - significa impoverire la democrazia, mortificando la libertà di tutti". (ANSA)

INTERCETTAZIONI: IL GIALLO DELL'EMENDAMENTO D'ADDARIO

RELATORE CENTARO COSTRETTO AL RITIRO; NON SI VOLEVA PERDERE TEMPO

È giallo sul cosiddetto ''emendamento D'Addario'': la norma voluta dal Governo per punire chi realizza registrazioni o riprese in modo fraudolento, cioè senza il consenso delle parti interessate.

Il relatore al Ddl intercettazioni, Roberto Centaro, aveva depositato agli atti, in commissione giustizia di Palazzo Madama, una terza versione del testo completa di tutte e tre le esimenti, cioè le cause di non punibilità. Ma, siccome, la nuova versione era stata presentata all'ultimo momento, l'opposizione, nella persona del responsabile giustizia dell'Idv, Luigi Li Gotti, aveva intenzione di chiedere il tempo necessario per la presentazione dei sub-emendamenti.

Per evitare di perdere altro tempo, visto che per l'ostruzionismo del centrosinistra la commissione Giustizia si è già riunita per due volte consecutive in seduta notturna, Centaro ed altri senatori del Pdl hanno fatto capire che la terza versione dell'emendamento non era poi stata depositata in modo ufficiale. Pertanto non sarebbe stato necessario concedere altro tempo per i sub-emendamenti. Infatti, stanotte, la commissione ha deciso di 'ricomporre' l'emendamento D'Addario utilizzando però invece che la terza versione di Centaro, una proposta di modifica messa a punto da Li Gotti. Così il risultato è stato identico, e cioè la condanna fino a quattro anni per chi registra o riprende in maniera fraudolenta con le tre esimenti di cui la cosiddetta 'salva Iene', ma non si è dovuto concedere altro tempo all'opposizione.

''È stato un modo di fare davvero spiacevole - commenta Li Gotti - perché quando uno deposita in commissione un emendamento, questo diventa atto pubblico. Dopo avere fatto notare questa cosa nella seduta di oggi in commissione il senatore Centaro è stato costretto a ritirare ufficialmente la famosa 'terza versione dell'emendamento D'Addario', quella che per tutta  la serata di ieri e l'inizio della seduta di oggi era stata negata''. (ANSA)

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