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Sindacale 08 Lug 2010

Intercettazioni, Organismo unitario dell'Avvocatura (Oua): “Avvocati e giornalisti vittime di un insanabile e sterile conflitto politico”

L'Organismo unitario dell'Avvocatura (Oua), alla vigilia dello sciopero della stampa contro le misure del ddl intercettazioni, ribadisce la sua vicinanza ai giornalisti. E lo fa inviando due lettere di solidarietà a Enzo Iacopino, Presidente dell'Ordine Nazionale dei Giornalisti di Roma e al segretario della Fnsi Franco Siddi, in cui il presidente dell'Oua Maurizio De Tilla, fa notare che "in questi anni, purtroppo, tanto la giustizia quanto l'informazione sono al centro di un insanabile e sterile conflitto politico, che danneggia il Paese e la nostra democrazia, soprattutto in un contesto storico che vede il dilagare di casi di corruzione".

L'Organismo unitario dell'Avvocatura (Oua), alla vigilia dello sciopero della stampa contro le misure del ddl intercettazioni, ribadisce la sua vicinanza ai giornalisti. E lo fa inviando due lettere di solidarietà a Enzo Iacopino, Presidente dell'Ordine Nazionale dei Giornalisti di Roma e al segretario della Fnsi Franco Siddi, in cui il presidente dell'Oua Maurizio De Tilla, fa notare che "in questi anni, purtroppo, tanto la giustizia quanto l'informazione sono al centro di un insanabile e sterile conflitto politico, che danneggia il Paese e la nostra democrazia, soprattutto in un contesto storico che vede il dilagare di casi di corruzione".

L'Avvocatura, spiega De Tilla, è "convinta che sia necessaria una revisione della disciplina delle intercettazioni, che non violi, però, in nessun modo il principio costituzionale della libertà di stampa".Riguardo al diritto-dovere di informazione, il problema secondo il leader dell'avvocatura "non è quello della notizia che arriva ad un giornalista che è tenuto a valutarla ma anche a pubblicarla. Il problema principale è che non avvengano illegittime fughe di notizie dall'ufficio giudiziario. Il contenuto delle intercettazioni va criptato - prosegue - e va designato un magistrato che ne sia responsabile della custodia". De Tilla fa poi notare che la libertà di informazione "non può essere messa in discussione in

nessun momento e per nessuna ragione. È un principio fondante di tutte le società democratiche e non è negoziabile. In Italia, peraltro, con i tempi purtroppo infiniti della nostra Giustizia rischieremmo di secretare per anni notizie vitali per la convivenza civile".

Per il leader dell'Oua "è una questione di civiltà e non di parte, come dimostra la presa di posizione compatta della Fnsi e dei direttori di giornali di orientamento politico e culturale diversissimo. La stampa libera e indipendente può avere un ruolo cruciale nel mobilitare l'opinione pubblica ed alzare il costo politico della corruzione. Le regole della privacy devono, quindi, - conclude - essere attenuate quando si è in presenza di una persona che gestisce il bene pubblico". (ADNKRONOS)

INTERCETTAZIONI, L'ORGANISMO UNITARIO DELL'AVVOCATURA: “NON VIOLARE LA LIBERTÀ DI STAMPA”

7 LUGLIO - Gli avvocati esprimono la loro solidarietà ai giornalisti, in vista del 'black-out' dell'informazione proclamato per dopodomani in segno di protesta contro il ddl intercettazioni: pur "condividendo la necessità di una revisione della disciplina che regola questa delicata materia", l'Organismo unitario dell'Avvocatura ribadisce la necessità che "non si violi il principio costituzionale della libertà di stampa e del diritto-dovere di informazione", tanto più "in un periodo di dilagante corruzione".
"La stampa libera e indipendente - rileva Maurizio de Tilla, presidente dell'Oua - può avere un ruolo cruciale nel mobilitare l'opinione pubblica ed alzare il costo politico della corruzione. Le regole della privacy devono, quindi, essere attenuate quando si è in presenza di una persona che gestisce il bene pubblico. Come ha puntualmente scritto, nella sua relazione annuale, Francesco Pizzetti, presidente dell'Autorità garante per la protezione dei dati personali, si deve evitare anche solo il sospetto che in nome della riservatezza si proteggano i corrotti, i trattamenti di favore, gli sprechi, e si impedisca il controllo democratico dei cittadini".

Riguardo alla libertà di stampa, continua de Tilla, "il problema non è quello della notizia che arriva ad un giornalista che è tenuto a valutarla ma anche a pubblicarla.

Il problema principale è che non avvengano illegittime fughe di notizie dall'ufficio giudiziario. Il contenuto delle intercettazioni va criptato e va designato un magistrato che ne sia responsabile della custodia. L'interesse a che il giudice possa accertare i fatti fa sempre prevalere la bilancia a favore della giustizia, salvo il dovere del giudice, imposto anche dal diritto alla protezione dei dati personali, di proteggere le informazioni di cui è venuto a conoscenza per motivi di giustizia e di utilizzarle secondo le regole stabilite dal rito". Infine, de Tilla ha sottolineato che "non ha neppure giustificazione sistematica l'individuazione di sanzioni pecuniarie, a carico dei giornalisti o degli editori, non solo eccessive, ma certamente non in linea con il sistema sanzionatorio del codice. Altro e diverso problema, da risolvere positivamente, sarebbe quello dell'aspetto risarcitorio per le condotte illecite da parte dei soggetti qualificati ai quali la disciplina intenderebbe rivolgersi e cioè magistrati, giornalisti, direttori, organi di stampa; ma tale aspetto potrebbe e dovrebbe essere inserito nell'ambito dei già presenti, nel nostro ordinamento, reati in tema di stampa e di segreto investigativo". (AGI)

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