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Sindacale 04 Ago 2006

Intercettazioni, il Governo approva il ddl ma rimanda al Parlamento la questione delle sanzioni Serventi: “E’ mancata però la concertazione” Siddi: "Non ci siamo, occorre riformare subito l'Ordine"

“Prendiamo atto del fatto che il Consiglio dei Ministri ha approvato il testo del DDL sulle intercettazioni rinviando al Parlamento il delicato tema delle sanzioni per i giornalisti che diffondano i testi dei verbali"

“Prendiamo atto del fatto che il Consiglio dei Ministri ha approvato il testo del DDL sulle intercettazioni rinviando al Parlamento il delicato tema delle sanzioni per i giornalisti che diffondano i testi dei verbali"

Ci saremmo augurati, in ogni caso, una consultazione vera delle organizzazioni rappresentative dei giornalisti, ed invece soltanto ieri abbiamo potuto avere un contatto telefonico, peraltro informale, con il Ministro della Giustizia. Esprimeremo pertanto una valutazione compiuta del DDL solo quando ne conosceremo il testo. Sin da ora, ribadiamo però la richiesta di essere ascoltati perché sarebbe un errore che il Parlamento prevedesse nuove sanzioni pecuniarie per i giornalisti. Sanzioni peraltro comminate dall’Autorità sulla privacy o da un’altra istituzione esterna all’Ordine professionale, organo di autogoverno della categoria, che sarebbe di fatto espropriato da qualunque possibilità di intervento. Se il problema fosse la scarsa efficacia delle procedure sanzionatorie dell’Ordine, previste dalla legge professionale dei giornalisti, non potremmo che ricordare di avere ripetutamente chiesto al Governo, al Parlamento e alla classe politica una radicale riforma dell’ordine stesso che consenta interventi tempestivi e rigorosi per il rispetto delle norme deontologiche, in difesa del privato cittadino. Questa riforma non è stata finora presa in considerazione dalle istituzioni, mentre si avvia la discussione nella sede parlamentare sulle nuove sanzioni per i giornalisti. La nostra preoccupazione è riferita ad un clima, che ci pare di cogliere in alcuni settori della politica, che ci sembra punitivo nei confronti dei colleghi che diffondono notizie sulle inchieste giudiziarie, e questo non è un bene per la democrazia. Mi auguro però che la disponibilità manifestata, anche personalmente, dal Ministro Mastella e da altri esponenti del Governo e del Parlamento possa consentire un confronto nelle istituzioni che permetta di ricercare una soluzione efficace. Le organizzazioni dei giornalisti sono impegnate ad avanzare proposte serie e non elusive”. Il Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi, ha dichiarato: “Nessuno vuole impunità per chi procura danni ingiusti. Ma così non ci siamo. Davanti all’impianto del disegno di legge sulle intercettazioni che prevede misure sanzionatorie dirette per i giornalisti, c’è da chiedersi quale piazza si voglia con tanta urgenza accontentare. Non servono carcere né multe. Occorre rendere efficaci le uniche norme che possono assicurare un ristoro alle persone danneggiate nell’immagine e nell’onore indebitamente a causa di pubblicazioni particolari, estratti da intercettazioni, che non rientrino nel criterio dell’essenzialità dell’informazione. Occorre far valere il codice deontologico della privacy modificando il procedimento disciplinare dell’Organo di autogoverno, cioè dell’Ordine dei giornalisti. Qui va fatta la riforma stralcio urgente, attraverso la previsione di un giurì per la lealtà dell’informazione con partecipazione del Garante della privacy che possa, nei casi di chiara violazione del codice, disporre entro 48 ore rettifiche e precisazioni che recuperino i danni ingiustamente arrecati alle persone finite anche solo casualmente per affetti e effetti assolutamente di carattere privato in intercettazioni diventate pubbliche. Nessuna multa può offrire ristoro. Può solo far dimagrire l’informazione e ciò non è un bene ma un male nei sistemi democratici. A meno che non si voglia affermare che sia un bene tacere di furbetti, tramatori oscuri, taroccatori di partite. Prevedere di colpire i giornalisti - peraltro unici nella catena delle responsabilità editoriale – significa invocarne l’autocensura. C’è bisogno degli occhi e dell’esercizio responsabile dell’attività dei giornalisti perché i cittadini siano in grado di sapere anche come e perché procedono le inchieste. Il governo ha fatto sapere che sulle sanzioni comunque deciderà il Parlamentoo, facendo intendere che le misure quantitative specifiche previste nel ddl non sono irrinunciabili. E’ naturale che il Parlamento sia sovrano ed è auspicabile che, in quella sede, si riveda però l’impianto del disegno di legge approvato oggi, che si ascoltino le categorie e si analizzino , come ha cominciato a fare con serenità la commissione Giustizia del Senato tutte le implicazioni della cosiddetta questione intercettazioni. Occorre una riflessione sull’ordine dei valori in discussione non solo dare il segnale chi fa qualcosa di forte. Un anno fa il Governo Berlusconi ascoltò il Capo dello Stato e le istanze pubbliche sul tema, dopo aver proposto multe assai inferiori a quelle di Mastella (massino 5.000 mila ero e non 18 mila euro) ancorché oggi politicamente rimandate alla determinazione Parlamento. Oggi c’è la possibilità di fare, se si vuole, giuste riforme che bipartisan liberino l’informazione e concorrano a renderla più pulita e non leggi che bipartisan la impoveriscano”.

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