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Cronaca 25 Mag 2010

Intercettazioni, i giornalisti di La7 ai vertici dell'azienda: "Siamo preoccupati per il silenzio della nostra testata. Prendete una posizione netta a fianco di chi non vuole che il ruolo della informazione sia ridotto a cassa di risonanza di interessi"

"Nel momento in cui la categoria dei giornalisti è impegnata in una dura battaglia in difesa della libertà di stampa contro il disegno di legge sulle intercettazioni i giornalisti de la7, sostengono tutta la categoria contro chi vuole limitare la libertà di informare ed essere informati". In una lettera a Franco Bernabè e Gabriele Galateri di Genola, (a.d. e presidente di Telecom Italia) e a Giovanni Stella, (vice presidente e a.d  TiMedia), scrivono: "Caro editore siamo convinti che questa battaglia, che ha coinvolto anche molti editori e molti direttori di testate nazionali, debba essere comunque e anche la nostra. E tichiediamo di prendere una posizione netta a fianco di chi non vuole che il ruolo dell'informazione in Italia sia ridotto a cassa di risonanza di interessi".

"Nel momento in cui la categoria dei giornalisti è impegnata in una dura battaglia in difesa della libertà di stampa contro il disegno di legge sulle intercettazioni i giornalisti de la7, sostengono tutta la categoria contro chi vuole limitare la libertà di informare ed essere informati". In una lettera a Franco Bernabè e Gabriele Galateri di Genola, (a.d. e presidente di Telecom Italia) e a Giovanni Stella, (vice presidente e a.d  TiMedia), scrivono: "Caro editore siamo convinti che questa battaglia, che ha coinvolto anche molti editori e molti direttori di testate nazionali, debba essere comunque e anche la nostra. E ti
chiediamo di prendere una posizione netta a fianco di chi non vuole che il ruolo dell'informazione in Italia sia ridotto a cassa di risonanza di interessi".

Nella lettera i giornalisti spiegano di essere "preoccupati per il silenzio della nostra testata e per il fatto che, pur essendo emittente privata, anche il tg la7 e l'editore in un
libero mercato non faccia sentire la sua voce contro 'il bavaglio' che questa legge vuole mettere all'informazione". Anche un'emittente privata fa "servizio pubblico" perchè deve
rispondere ai principi contenuti nell'articolo 21 della Costituzione e al principio della libera concorrenza sul mercato delle notizie". Per questo, sottolineano nella missiva "siamo
preoccupati che, in occasione dell'incontro convocato ieri dalla Federazione nazionale della Stampa, l'assenza dei vertici della nostra società editoriale e della direzione abbia pesato. Noi crediamo che non si possa tacere. Quando, come in questa occasione, è in gioco la libertà di informazione che non è un privilegio della corporazione dei giornalisti ma un diritto di tutti i cittadini, bisogna prendere parte. In una democrazia non è tollerabile alcun limite all'informazione libera e corretta. Questa è una battaglia "comune" perché nei giornali e nelle tivù non c'è libertà di impresa se il lavoro dei giornalisti non è lasciato libero di raccontare". Seguono le firme. (ANSA)

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