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Fnsi 24 Mar 2004

Inpgi.sicambia, replica al Coordinamento delle Associazioni: “Non ci interessano né cartoline né postini” Gerace: "Bravo Zinola, grazie a te oggi all'Inpgi è stato instaurato un regime democratico e collegiale"

Inpgi.sicambia, replica al Coordinamento delle Associazioni: “Non ci interessano né cartoline né postini” Gerace: "Bravo Zinola, grazie a te oggi all'Inpgi è stato instaurato un regime democratico e collegiale"

Inpgi.sicambia, replica al Coordinamento delle Associazioni: “Non ci interessano né cartoline né postini”
Gerace: "Bravo Zinola, grazie a te oggi all'Inpgi è stato instaurato un regime democratico e collegiale"

Pacatezza, serenità di giudizio, intelligenza politica. Sono le doti che oggi occorrono per parlare di Inpgi, del nuovo Consiglio di amministrazione nato da un accordo tra maggioranza e opposizione frutto di ragionamenti seri, che hanno richiesto impegno, fatica, rinunce. Sono doti che non fanno parte del bagaglio di un collega che dice di rappresentare alcune associazioni regionali di stampa e che da tempo imperversa con comunicati deliranti. Inpgi.sicambia ha chiesto un presidente di garanzia o un consiglio di amministrazione di garanzia. Il presidente, secondo noi, non poteva essere Gabriele Cescutti. Non c’era nulla di personale ma tutto di “politico”: abbiamo criticato fortemente la gestione dell’Istituto, non volevamo più ”monarchi” che prendessero decisioni “saltando” l’intero CdA, volevamo più collegialità, deleghe per il vicepresidente e per i consiglieri, ruoli certi per le commissioni, uno stop alla criticatissima riforma delle pensioni, innalzare il tetto del cumulo pensioni/redditi, adeguare le pensioni. Siamo arrivati ad un accordo che molto vuole cambiare, e cambieremo insieme. E insieme abbiamo lavorato per evitare il commissariamento dell’Istituto, pur consapevoli che le maggiori responsabilità ricadevano sulla maggioranza e non certo sull’opposizione. Programma condiviso, cambiamento, collegialità. Si è trattato di contenuti, altro che posti. Poi ciascuno sceglie le persone che ritiene più adatte ai ruoli da ricoprire. Il 4 dicembre la maggioranza ha cercato di eleggere un CdA che prevedeva nove posti per sé e uno all’opposizione, con l’elencazione dei nomi da eleggere. L’opposizione contava su diciotto consiglieri, se ne è aggiunto uno che ha fatto mancare il numero legale. Ed è scattata la “campagna acquisti” di cui si è avuta certezza quando nella notte del 10 marzo il collega rappresentante la Calabria ha letto un documento in cui Autonomia gli garantiva un posto in CdA in cambio del voto che in quel 4 dicembre avrebbe permesso alla maggioranza di fare l’asso pigliatutto. Questa sì è una questione di posti. Quindi non sappiamo quale sia il concetto di democrazia che ispira il collega “per il sindacato di servizio”. Il programma del nuovo CdA dell’Istituto è concordato: non è di qualcuno, è di tutti. Nessuno vuole penalizzare le piccole e medie associazioni. Semmai il contrario. Occorre un corretto riequilibrio di chi conta molto nei consensi e poco nei numeri. Infine, quando alla scarsa acutezza politica si accomuna il cattivo gusto, il mix è completo. Non ci interessa chi si trasforma in postino recapitando cartoline consunte. Giovanni Negri (dell’alleanza Inpgi.sicambia) Vorrei ringraziare il giornalista Zinola coordinatore delle Asr (carica della cui istituzione siamo felici) per la cartolina, e fargli i complimenti per il suo grande successo all'Inpgi. Nei mesi scorsi ha guidato la sua lista ad una schiacciante vittoriale elettorale in tutto il Paese, e soprattutto nelle aree dove vive la stragrande maggioranza dei giornalisti italiani. Senza macchia e senza paura, Zinola si è distinto nel trionfo soprattutto dove c'erano più candidati e più liste, mentre si è limitato a vincere in quelle regioni dove votavano in venticinque o in quattordici per un solo candidato. Le vittorie non si fermano qui, perchè forte dei consensi elettorali Zinola ha preteso e ottenuto la conferma di Gabriele Cescutti alla presidenza dell'Istituto, sbaragliando le tesi e la concorrenza di quanti -anche fra i suoi- volevano invece che il veneziano se ne tornasse a casa. Ed è pure riuscito a limitare la presenza dell'odiata minoranza di 'Inpgi.sicambia' nel cda dell'istituto: solo 5 consiglieri su 10. Altri gliene avrebbe dati solo uno, di consiglieri. Ma Zinola è di una pasta diversa, ed ha imposto la sua volontà: ''nessuna umiliazione per chi ha preso un mucchio di voti nelle regioni maggiori'' ha sibilato ai suoi, aggiungendo la pretesa di un salvacondotto speciale per gli odiatissimi consiglieri uscenti, quelli che avevano reso la vita difficilissima al povero Cescutti e alla sua maggioranza, e di cui si sarebbe fatto volentieri a meno. Un grande, Zinola. I maggiori trionfi del nostro Coordinatore sono però ben altri, e riguardano i contenuti: ha ottenuto che si congelasse, in attesa di cancellarla, l'orrida riforma delle pensioni che lo stesso Zinola aveva sostenuto con forza nel 2002, anche se la categoria la contestava fortemente. Il nostro uomo è riuscito pure ad ottenere la riapertura di due delicate questioni, per la gioia dei pensionati: il diritto di cumulo e il riadeguamento degli assegni, cose che per la corrente di Zinola erano argomenti morti e sepolti da anni. Tuttavia, se pensate che i successi del Coordinatore siano finiti, vi sbagliate: forte dei suoi consensi elettorali, il Nostro è riuscito anche ad imporre che all'Inpgi venisse instaurato un regime democratico e collegiale, ponendo le premesse per l'abbandono della gestione autoritaria e accentratrice del presidente Cescutti. D'ora in poi decisioni collegiali, rispetto per le opinioni di tutti, processi maggiormente democratici: Zinla di questo s'era fatto una malattia! Bravo!! Il Coordinatore però è troppo forte e, quatto quatto, ha portato a casa anche molti altri risultati lusinghieri, come la modifica in senso proporzionale dei meccanismi di voto per l'Inpgi, che dovranno rappresentare la reale dislocazione dei giornalisti sul territorio. Mentre oggi alcuni, che magari rappresentano pochissimi elettori, hanno il potere di impedire il lavoro di tutti. Lui guarda lontano! Insomma, la conclusione delle trattative e dei dialoghi fra le due componenti all'Inpgi ha portato ad un grande successo del Coordinatore Zinola, del quale tutti sono contenti e soprattutto le associazioni riunite del Coordinamento che lui capeggia. Anche noi poveretti delle piccole associazioni di Roma (e Milano, e Napoli) con il nostro piccolo contingente di consensi, e di iscritti, siamo contenti per Zinola. Che Dio lo benedica e ce lo conservi a lungo. Cordiali saluti Francesco Gerace (consigliere Inpgi, uscente e riconfermato; eletto a Roma nella lista di 'Inpgi.sicambia') Coordinamento Associazioni per il sindacato di servizio INPGI, CESCUTTI PRESIDENTE UNA”CARTOLINA” AGLI EDITORI E AL “SI CAMBIA” La riconferma di Gabriele Cescutti alla presidenza dell’Inpgi accoglie il giudizio positivo e la soddisfazione delle Ars per il sindacato di servizio, prime e in epoca non sospetta, ad avere lanciato e sostenuto sia la sua candidatura, sia il programma per il futuro dell’Inpgi. Cescutti alla presidenza è anche una “cartolina” spedita a due destinatari. Gli editori - in particolare, al loro capodelegazione, Donati (“farò campagna contro Cescutti”) – così allergici a vigilanza e controlli per l’applicazione del contratto e delle sue regole, che sognano un istituto mero erogatore di pensioni e di prepensionamenti senza battere ciglio. L’opposizione che ha posto la stessa pregiudiziale (“Inpgi si cambia”: via Cescutti, largo al rinnovamento). Opposizione che ha espresso il cambiamento confermando i propri rappresentanti di lunga navigazione in incarichi previdenziali e no, preferendo la negazione della democrazia (la reiterata scelta del fare mancare il numero legale, il tentativo di tagliare fondi e contributi agli uffici regionali Inpgi) chiarendo alla fine il vero senso della tesi “Inpgi si cambia”: l’importante è il numero delle poltrone. L’accordo, pur sofferto, conferma il senso di responsabilità della maggioranza e delle Ars per il sindacato di servizio, a fronte della strategia di chi non aveva dubbi sul possibile ricorso al commissariamento e alla morte certa dell’istituto. Il programma per l’Inpgi deve in particolare prevedere, nell’ambito di quanto proposto da Cescutti  un ulteriore rafforzamento dei servizi ispettivi e di controllo al quale i colleghi e le Ars diano un sostanziale contributo di collaborazione, scelta che consentirebbe di chiarire e di sanare anche molte situazioni del mondo free lance  un ruolo di consulenza e di stretto rapporto con il sindacato nelle procedure per gli stati di crisi per la verifica delle reali situazioni economiche,  una riforma statutaria in senso federale sul modello dell’Fnsi che confermi la specificità, la pari dignità e il ruolo delle Ars medio piccole: già fin d’ora diciamo no e diremo no in tutte le sedi, a riforme che prevedano l’azzeramento del peso delle Ars rispetto alla prevalenza di altre realtà, come Roma e Milano. Non è questa una battaglia contro Roma e-o Milano, ma contro chi ritiene di essere l’ombelico del mondo giornalistico e oltre il proprio ombelico non sa guardare,  una politica del patrimonio immobiliare che confermi la logica dell’aiuto a chi è in difficoltà, ma anche dell’azzeramento di tutti gli eventuali privilegi ancora esistenti,  la ricerca di una possibile soluzione sul problema dei cumuli per le pensioni, vincolato al principio che ogni eventuale modifica non consenta agli editori prepensionamenti e ristrutturazioni camuffate: i colleghi vengono mandati via, poi sono “riassunti” a costi minori come collaboratori sfruttando le maglie di cumuli liberi o con grandi confini ecomomici. Tale situazione vanificherebbe sia ogni iniziativa sindacale di tutela per i precari, i disoccupati e gli abusivi, sia le scelte operate in passato dall’Inpgi per favorire la ricollocazione e assunzione di questi colleghi. Marcello Zinola Portavoce del coordinamento Ars per un sindacato di servizio: Associazioni della stampa di Valle d’Aosta, Liguria, Trentino Alto Adige, Veneto, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Basilicata, Puglia.

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