«L’Assemblea regionale costituisce il Fondo Sicilia in favore delle imprese editoriali ma mortifica il giornalismo di qualità. Con la nuova norma, approvata all’unanimità da Sala d’Ercole, si beneficiano anche le imprese che non applicano i contratti giornalistici nazionali, nelle forme di lavoro a tempo pieno e indeterminato. In sostanza, gli aiuti finanziari andranno anche alle imprese editoriali che per confezionare i notiziari utilizzano esclusivamente, ad esempio, giornalisti con rapporti di Co.co.co o Partite Iva. Con il risultato di incoraggiare la precarietà e indebolire l’autonomia giornalistica. Si dimentica così che l’informazione, stabile e autonoma, è una garanzia di qualità particolarmente rilevante per una professione che gioca un ruolo nella formazione dell’opinione pubblica e per la stessa democrazia. Un voto che spazza via quanto di buono era stato fatto dagli ultimi due assessori regionali all’Economia Marco Falcone e Alessandro Dagnino». Così, in una nota diffusa domenica 21 dicembre 2025, la Giunta regionale dell’Associazione siciliana della stampa.
L’Assostampa prosegue: «La scelta di Sala d’Ercole è chiara. Segue, di pochi mesi, la bocciatura di due testi che meglio avrebbero garantito l’informazione siciliana. Senza contare che le istanze della categoria erano state rappresentate, alla stessa Commissione Cultura dell’Ars, dall’Associazione siciliana della stampa, il sindacato unitario dei giornalisti, in un incontro avvenuto martedì 4 novembre scorso. Si è preferito invece non selezionare la spesa per un intervento a pioggia in un settore, profondamente in crisi, caratterizzato da frammentazione, sfruttamento del lavoro intellettuale e margini di ricavo sempre più ridotti».
Il sindacato regionale conclude: «Di ben altro ha bisogno l’informazione giornalistica nella terra di Sicilia ricca di misteri irrisolti e intrecci non svelati. L’auspicio è che il mondo politico siciliano, a partire dal governo presieduto da Renato Schifani e dal Parlamento, possa ritornare, con atti concreti, sulla strada che era stata intrapresa in precedenza». (anc)