Informazione sotto tiro: perquisizioni a Genova Corriere Mercantile "liberato" dopo 5 ore
La testimonianza della "Ligure"
E' durato cinque ore il sequestro del Corriere Mercantile di Genova, disposto dalla Procura per la violazione del segreto istruttorio in relazione alla pubblicazione di una notizia su una indagine in tema di terrorismo. La mobilitazione della categoria, la presenza di una cinquantina di giornalisti (non solo impegnati nella cronaca dei fatti) all'esterno del giornale che era stato circondanto con un furgone, una volante e tre auto della Digos di Genova, sono stati determinanti per consentire la ripresa del lavoro e la presenza in edicola del giornale, edito da una cooperativa di giornalisti e poligrafici che, da anni, difende con i denti, il proprio lavoro e la propria "fetta" di mercato dei lettori. Sotto sequestro rimane il Pc del collega Attilio Lugli (presidente dell'ordine dei giornalisti della Liguria) autore dell'articolo. L'iniziativa della procura di Genova, unica nella storia del conflitturale rapporto tra informazione, fonti di notizie e magistratura, giornalisti e polizie varie, ha rappresentato una autentica violenza sul diritto alla informazione, a fare e ricevere informazione. Le procedure giudiziarie, le iniziative di difesa andranno avanti in sede legale, ma soprattutto in sede politica. L'associazione ligure dei giornalisti affronterà il problema nel cosiglio direttivo già convocato per il 18 novembre. Genova, dopo il G8 e dopo lo sciopero del 16, deve diventare la sede di una iniziativa specifica su questi temi. Sedici mesi fa, con il G8 (il Mercantile fu assaltato dai Black bloc) il sindacato dei giornalisti liguri e l'Fnsi ribadirono da un lato il "rispetto" delle istituzioni, confermando dall'altro il pieno titolo alla agibilità del nostro lavoro, di tutti i giornalismi e di ogni idea e collocazione politica, contro ogni forma di violenza e prevaricazione, dei violenti di piazza e delle istituzioni. Il caso Mercantile è caduto anche sul caso Cosenza e gli arresti dei no global della "rete" del sud. Personalmente ho conosciuto e seguito il lavoro di alcuni free lance e colleghi impegnati nel circuito di radio Gap durante il G8. In quei giorni avevano fatto cronaca, informando su quanto accadeva. La lettura dei motivi di arresto potrà (forse e personalmente ne dubito) chiarire i motivi dell'iniziativa della procura consentina. Ma se tra quei motivi dovesse esserci anche il lavoro giornalistico di quei giorni dei colleghi di Radio Gap, l'inchiesta rappresenterebbe un inquietante attacco al diritto di fare informazione. Sarebbe sufficiente ascoltare i cd di radio popolare e di radio città aperta (luglio 2001-cronache e microfoni aperti da Genova) per capire quale forma di "terrorismo" sia stata perpetrata con quei microfoni: quella dell'informazione. Anche non condivisibile politicamente, ma chiara, alla luce del sole. Il sequestro del Corriere mercantile appesantisce ulteriormente il problema. E rilancia ulteriormente l'impegno della Fnsi e delle Associazione regionali di stampa, di tutte le componenti del sindacato giornalisti sul tema della libertà e della qualità dell'informazione. Ringrazio tutti i colleghi che si sono attivati venerdì e nelle ore successive. Credetemi, non è un modo di dire: ma non era solo il cielo plumbeo, con i suoi rovesci di pioggia, a dipingere un quadro fosco e un clima pesantissimo. Non abbiamo avuto paura. Ma per cinque ore una certezza c'è stata: quell'ordine di perquisizione e di sequestro di tutto un giornale, il sequestro dei giornalisti in redazione sono stati peggio delle violenze del G8 del 2001. Perchè era una violenza molto più sottile, prevaricatrice. Proveniente da chi come l'istituzione Polizia e l'istituzione magistratura, pur spesso criticandole e non condividendole nelle nostre cronache e servizi, abbiamo sempre "difeso" nel diritto inalienabile della autonomia e della libertà di svolgere il loro lavoro democraticamente. Venerdì 15 novembre questa autonomia e questa libertà per cinque ore - solo la nostra mobilitazione ha impedito che il giornale rimanesse bloccato per giorni sino al ricorso al Tribunale del Riesame - sono state negate ai colleghi del Mercantile e ai giornalisti di tutti i giornalismi italiani. Marcello Zinola Segretario Associazione Ligure dei Giornalisti Terrorismo: perquisita redazione Corriere Mercantile Genova Genova, 15 novembre 2002. ANSA - E' in corso dalle 12.30 una capillare perquisizione da parte degli agenti della Digos della redazione del quotidiano ''Il Corriere Mercantile'' di Genova. Il giornale ha pubblicato stamani la notizia dell'indagine su un palestinese sospettato di essere legato al gruppo di Hamas. L'ipotesi di reato contestata nell'ordine di perquisizione firmato dal procuratore aggiunto Giancarlo Pellegrino è violazione di segreto d'ufficio in concorso con ignoti. Gli agenti hanno l'ordine di sequestrare tutto il materiale cartaceo relativo alla vicenda, nonché i computer ed il server del giornale ed anche i pc portatili dei redattori. Una quindicina di agenti blocca l'ingresso della sede del giornale. Il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi, ha dichiarato: “Quanto sta accadendo al Corriere Mercantile di Genova e in redazioni di radio private ha dell’incredibile e rende indispensabile un immediato intervento dei Ministri della Giustizia, Roberto Castelli, e dell’Interno, Giuseppe Pisanu. A Genova la magistratura ha sequestrato i computer e altri strumenti di lavoro del Corriere Mercantile il quale rischia di non poter uscire domani. Il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti Liguri, Attilio Lugli, è stato allontanato dal giornale e accompagnato da ufficiali di Polizia Giudiziaria in un luogo imprecisato. E’ ancora in corso una perquisizione del giornale da parte di numerosi agenti delle Forze dell’Ordine. L’iniziativa della magistratura di Genova sembra essere in relazione con una inchiesta giornalistica su attività di una cellula islamica. Ricordiamo la legittimità dell’attività professionale giornalistica è fondata sulla Costituzione e sul diritto di cronaca. Alla Fnsi risulta inoltre che, nell’ambito degli arresti della scorsa notte ordinati dalla magistratura di Cosenza, sono stati arrestati giornalisti di emittenti che hanno lavorato durante il G8 di Genova lo scorso anno. Quanto sta accadendo suscita estrema preoccupazione per le conseguenze che si determinano per la libertà d’informazione. E’ gravissimo che le notizie stiano filtrando in maniera sommaria senza elementi chiari e trasparenti.” Corriere Mercantile: Siddi , intollerabile sequestro giudiziario, intervengano Castelli e Pisanu “La perquisizione dei locali e l’ordine di sequestro della documentazione cartacea, dei computer e persino dei server del Corriere Mercantile di Genova, disposta da un sostituto Procuratore della Repubblica del comune ligure, è fatto di gravissima interferenza con l’attività della libera stampa, senza precedenti", ha dichiarato il presidente della Fnsi Franco Siddi, che ha anche inviato ai ministri dell'Interno e della Giustizia la documentazione sulla vicenda. "Neanche la riproposizione di un conflitto normativo, tra il segreto d’ufficio e l’obbligo professionale del giornalista a tutelare le fonti e quindi a rispettare il segreto professionale, rende il fatto - prosegue Siddi - minimamente comprensibile e la vicenda resta quindi del tutto abnorme e inaudita. Per molte ore c’è stato il rischio di una serrata imposta d’autorità al giornale. Lo sconcerto generale e l’immediata protesta di tutta la categoria, solo dopo diverse ore dal blocco di ogni attività, ha prodotto una parziale dispobilità dei mezzi del quotidiano, essendo stato circoscritto, almeno per ora il sequestro al computer del giornalista indagato per violazione del segreto d’ufficio. Ma il vulnus c’è stato. Intollerabile. Il giornale ha rischiato di non andare in edicola domani, e comunque, le interruzioni che hanno causato il blocco dell’attività per quasi cinque ore danneggiano pesantemente il giornale, una testata gestita in cooperativa con grande sacrificio dei soci e dei colleghi. Ancora una volta si persegue addirittura con un’operazione spropositata affidata alla polizia, chi da le notizie (nel caso di un indagine su un palestinese sospettato di essere legato al gruppo di Hamas), ignorando l’obbligo del giornalista di informare con lealtà la pubblica opinione sui fatti di pubblico interesse di cui sia a conoscenza. Appare perciò gravissima l’interpretazione delle norme sul segreto d’ufficio applicate al giornalista, sia in ragione dei principi che regolano la libera stampa nel nostro Paese sia in ragione di quanto previsto dal consiglio d’Europa e dal Parlamento Europeo. Al giornalista inquisito, Attilio Lugli, che peraltro è anche presidente dell’ordine dei giornalisti della Liguria, e a tutti i colleghi del Corriere Mercantile va una solidarietà piena e totale e il sostegno robusto nella difesa dei diritti e dei doveri professionali, inderogabili. Al Ministro della Giustizia, Roberto Castelli, che riceverà FNSI e Ordine il prossimo 20 novembre, chiediamo - conclude il presidente della Fnsi - di accelerare ogni opportuno chiarimento a garanzia della libera stampa. Al Ministro dell’Interno, Giuseppe Pisanu, chiediamo di voler assicurare che la polizia esegua i compiti affidati con la delicatezza e il rispetto che vicende come questa richiedono.”