Informazione senza frontiere: Iraq, un anno dopo
L’8 Aprile 2003 è una data che opprime il mondo del giornalismo. E’stato un anno fa che più di 150 giornalisti, che alloggiavano all’Hotel Palesatine, sono finiti sotto il fuoco delle forze armate statunitensi. Due giornalisti hanno perso la vita in quella occasione ed altri tre sono rimasti feriti. Ancora oggi, non è stata fornita alcuna spiegazione soddisfacente circa l’attacco. Le autorità statunitensi hanno redatto un rapporto che scagiona di fatto i militari, che tuttavia non è stato mai reso pubblico. Dall’inizio delle ostilità, sette giornalisti sono rimasti uccisi in Iraq, in quattro incidenti separati, tutti sotto il fuoco “amico” delle truppe Statunitensi. Nell’attacco all’Hotel Palestine, che ha avuto luogo il giorno prima della caduta di Baghdad, sono rimasti uccisi Taras Protsiuk, giornalista della Reuters e José Couso, cameraman della televisione spagnola Telecinco. L’attacco ha scatenato la collera dei giornalisti presenti, quando gli Americani hanno falsamente dichiarato che i soldati avrebbero solo risposto al fuoco aperto dalle truppe Irachene poste sul tetto dell’hotel. Oltre alle morti all’Hotel Palesatine, i giornalisti si stanno interrogando circa la morte di Tareq Ayyoub , un giornalista ucciso durante un raid aereo sugli uffici di Al-Jazeera a Baghdad; la morte di Terry Lloyd, giornalista inglese di ITN, e dei suoi colleghi Fred Nérac e Hussein Osman (i cui corpi non sono stati ancora rinvenuti), avvenuta in uno scontro a fuoco tra le truppe Statunitensi e Irachene nelle vicinanze di Bassora, e la morte del cameraman della Reuters Mazen Dana ucciso da un soldato americano l’Agosto scorso. Ma è stato l’attacco all’Hotel Palestine, incidente vergognoso reso ancora più grave dalla disinformazione diffusa dagli americani in seguito all’accaduto, che ha fatto aumentare la collera dei giornalisti. Quanto accaduto è il simbolo dell’impunità che regna sovrana quando a morire sono i giornalisti. In Gennaio, l’agenzia Stampa Reuters ha fortemente criticato l’inchiesta condotta dai militari americani riguardo la detenzione ed il trattamento del suo personale in Iraq. I giornalisti hanno chiesto all’agenzia stampa che vengano ritirate le dichiarazioni fatte dagli Stati Uniti, senza essere in possesso di uno stralcio di prova, secondo le quali alcuni combattenti atteggiandosi come giornalisti avrebbero aperto il fuoco sulle truppe statunitensi. Infine, la missione della IFJ-FAJ, la quale si è recata a Baghdad in Gennaio, si è vista presentare una lista di una dozzina di episodi che hanno avuto come vittime i giornalisti del canale d’informazione Al-Jazeera. L’IFJ ha pubblicato un rapporto dettagliato – Giustizia negata sulla strada per Baghdad – che sottolinea l’insoddisfazione tra i giornalisti riguardo incapacità americana di indagare adeguatamente sugli incidenti che sono costati la vita a sette giornalisti. Traduzione di Anja Gepponi per Informazione senza frontiere