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Fnsi 03 Lug 2003

Informazione al Sud, giornalisti e politici a confronto

Informazione al Sud, giornalisti e politici a confronto

Informazione al Sud, giornalisti e politici a confronto

Il tema "Informazione, pluralismo e questione meridionale" è stato al centro di un dibattito svoltosi oggi a Reggio Calabria, per iniziativa di Nuccio Fava, ex direttore del Tg1 e del Tg3, oggi consigliere regionale di opposizione in Calabria, il quale ha anche moderato i lavori. La discussione ha visto come protagonisti Vittorio Roidi, segretario dell'Ordine Nazionale dei Giornalisti; Franco Siddi, presidente della Federazione Nazionale della Stampa; Giovanni Mantovano, direttore della scuola di giornalismo dell'Università di Urbino ed Ennio Simeone, direttore de 'il Quotidiano della Calabria'. Nell'esaminare gli squilibri tra Nord e Sud nel campo dell'informazione, il segretario dei giornalisti, che si è detto ottimista sul futuro del settore, ha parlato di errori che accentuano questa condizione nel campo dell'editoria. Per Roidi l'analisi secondo cui la lettura dei giornali è subordinata al reddito di una regione è ormai superata, anche perché i quotidiani gratuiti, prodotto più fruibile e snello, hanno fatto registrare ben due milioni di lettori in più. In tutti questi anni sono stati commessi degli errori, che il segretario dell'O.d.G ha individuato nel comportamento degli imprenditori nazionali che non hanno investito al Sud; degli editori locali che hanno "scimmiottato" le testate nazionali e della classe politica nazionale e locale che non ha mai amato l'informazione, mentre grazie alla legge 150 del 2000 l'Italia, per quanto riguarda l'informazione istituzionale, non è più il paese dei segreti. Ennio Simeone, direttore de 'il Quotidiano della Calabria', si è soffermato sulle recenti vicende che hanno caratterizzato la vita della testata da lui diretta; vicissitudini che hanno visto nascere un grande movimento di solidarietà nei confronti di questo quotidiano che, "dopo anni di monopolio, ha contribuito a bilanciare il sistema di informazione regionale". Simeone ha ribadito che il suo giornale "soffre di crescita che qualcuno vorrebbe impedire". E su questo esisterebbero dei sospetti concatenanti. Le maggiori difficoltà del Sud rispetto alle altre regioni italiane - secondo Simeone - vanno ricercate anche nel sistema di distribuzione e nel 'giornale panino', che rappresentano altri grossi problemi per l'editoria meridionale e calabrese, di cui Ordine e Sindacato dovrebbero incominciare a discutere. I lavori hanno anche registrato la testimonianza telefonica di Enrico Mentana, direttore del Tg5 e del governatore della Campania Antonio Bassolino. Il primo ha parlato delle responsabilità di editori e direttori di giornali nei confronti del Mezzogiorno e della Calabria in particolare, regione del Paese dove non esiste un grande quotidiano attorno al quale far crescere la classe politica o i giovani che intendono avvicinarsi al giornalismo. Antonio Bassolino, da parte sua, ha criticato il modo in cui il governo di centrosinistra si è rapportato rispetto ai problemi dell'informazione. "Credo che sia stato molto discutibile - ha sostenuto il presidente della Regione Campania - il modo con cui l'Ulivo si è rapportato ai temi dell'informazione e della Rai in particolare. Quando nel 1996 si insediò il governo dell'Ulivo feci sapere dell'utilità di lasciare Letizia Moratti alla guida della Rai. Sarebbe stato un gesto giusto, soprattutto perché la Moratti, negli ultimi mesi,aveva conseguito competenza e buone capacità manageriali. In quell'occasione avremmo dato un segnale di competenza e professionalità, al di là degli schemi partitici". Il presidente della Fnsi, Franco Siddi, dopo aver parlato delle iniziative che il sindacato giornalisti sta portando avanti in Calabria in relazione ad alcune vicende editoriali, ha sostenuto che "l'informazione locale rappresenta una grande opportunità per fare emergere dalle nebbie ciò che i potenti vorrebbero tenere nascosto, grazie ad una stampa amica. Per Siddi, invece, "ogni istituzione pubblica deve riservare grande attenzione a non coltivare l'idea di una stampa amica, bensì di un'informazione libera che eserciti fino in fondo la funzione di garanzia democratica, di controllo delle attività che hanno un interesse pubblico". Per Giovanni Mantovano, infine, dati recenti evidenziano che "il Mezzogiorno cresce più del Nord" e che nel settore dell'informazione "la Calabria, grazie alla presenza di più quotidiani, non è più una terra di colonizzazione". (AGI)

@fnsisocial

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