Una frode al fisco valutata in oltre 235 milioni di euro, tra indebiti rimborsi o detrazioni di Iva, grazie a triangolazioni tra società italiane, londinesi e di San Diego per compravendite immobiliari, passaggi di diritti reali di godimento od operazioni di fiscalità transnazionale, risultate inesistenti. È quanto avrebbe scoperto la guardia di finanza di Prato e la polizia valutaria della gdf di Roma, con un'inchiesta che è stata definita dalle fiamme gialle "la più importante" finora condotta sulle frodi dell'Iva, per valore e sistema usato
Nove le misure cautelari in carcere emesse, destinatari un fiscalista che avrebbe ideato il sistema, all'apparenza lecito, e imprenditori; 45 le perquisizioni, una delle quali, condotta per rogatoria in Svizzera, ha portato al sequestro di cinque conti correnti bancari a Lugano. Associazione a delinquere finalizzata alla truffa e all'emissione ed utilizzo di fatture false i reati per i quali procedono i pm pratesi Eugenio Paolini e Ettore Squillace Greco, titolari delle indagini alle quali ha contribuito l'ufficio analisi e ricerca della direzione regionale delle entrate di Firenze. Tra i destinatari delle misure il fiscalista Giampaolo Corabi, arrestato a Milano insieme alla moglie e ad un collaboratore e l'imprenditore fiorentino Giuseppe Mazzini, che ha tra l'altro una partecipazione nella società editrice dell'Unità. A Prato arrestati gli imprenditori Leonardo Lombardi e Leonardo Gacci. Non eseguite 3 misure: i destinatari sono all'estero. Per l'accusa, solo a Prato, dal 2000 a oggi, sarebbero stati indebitamente rimborsati 40 milioni di euro di Iva ed emesse fatture false per 250 milioni. A livello nazionale l'importo delle fatture false sarebbe stato di oltre un miliardo, con un'indebita detrazione di Iva di più 250 milioni. (ANSA)