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Fnsi 28 Nov 2002

In memoria di Carlo Casalegno

In memoria di Carlo Casalegno

In memoria di Carlo Casalegno

Il ricordo di Carlo Casalegno, a 25 anni dal barbaro omicidio delle Brigate Rosse, consente a tutti i cittadini, ma in particolare ai giornalisti, di riflettere su alcune questioni essenziali per l’esercizio delle libertà democratiche. Innanzi tutto, non bisogna mai dare per scontato il rifiuto totale di ogni forma di terrorismo o anche di violenza. La società italiana è pervasa oggi, come 25 anni fa, da mille tensioni e preoccupazioni che investono sia il confronto tra gli schieramenti politici di un sistema ormai saldamente maggioritario, sia gli aspetti della società che riguardano la riorganizzazione del lavoro in un momento di crisi della produzione. I problemi economici e sociali e l’accentuarsi dello scontro politico, devono essere affrontati con equilibrio scevro da ogni tentazione di ripercorrere strade irrimediabilmente sconfitte dalla storia del nostro Paese. Dico questo con la strenua convinzione che ciascun individuo, a cominciare da quei giovani che vivono con angoscia un disagio politico e sociale, ha il diritto di difendere con le unghie e con i denti la propria opinione, usando quando lo ritiene necessario anche un linguaggio aspro e che talvolta può apparire aggressivo. La libertà di opinione, il diritto a sostenerla nelle forme legittime è patrimonio della nostra Costituzione richiamata con forza dallo stesso Capo dello Stato. La libertà di stampa, il pluralismo e il diritto dei cittadini a conoscere e a valutare tutte le opinioni, anche le più radicali, non possono e non devono mai coincidere, però, con qualunque forma di indulgenza nei confronti di comportamenti violenti o anche soltanto intimidatori. Carlo Casalegno interpretò correttamente l’esigenza di garantire il massimo della libertà di opinione e di critica con il massimo di ripulsa della violenza terroristica. E pagò con la vita questa scelta di fondo. Oggi come ieri i giornalisti italiani difendono, anche rispetto alle anomalie dell’attuale sistema della comunicazione, il diritto dei cittadini ad avere una informazione corretta, rispettosa della dignità e delle opinioni di tutti. Per questi valori dobbiamo continuare a batterci ricordando coloro che hanno difeso la libertà di informazione e rivendicando da tutti i soggetti istituzionali il rispetto per la democrazia e per le sue regole. Un insegnamento, quello di Carlo Casalegno, che i cittadini, e certamente il mondo del giornalismo, devono sempre avere come stella polare dei propri comportamenti. Paolo Serventi Longhi Roma, 28 novembre 2002

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