''Il riconoscimento del segreto professionale alla collega Maria Letizia Affronti è un passaggio molto importante e ribadisce quanto abbiamo sempre sostenuto, e cioè che chiunque svolge attività giornalistica in forma professionale ha diritto alla tutela del segreto sulle informazioni di carattere fiduciario''. Lo ha detto il presidente dell'Ordine dei giornalisti di Sicilia Riccardo Arena, commentando la decisione con cui il Tribunale di Palermo ha consentito alla giornalista pubblicista Maria Letizia Affronti, collaboratrice del Tg satirico di Canale 5 ''Striscia la Notizia'', di non indicare chi le avesse dato le indicazioni per l'inchiesta giornalistica sul sindaco Diego Cammarata, oggi sotto processo assieme al suo presunto skipper, Franco Alioto.
''Il diritto al segreto - ha proseguito Arena - è peraltro riconosciuto dalla legge istitutiva dell'Ordine a tutti i giornalisti, senza distinzione tra professionisti e pubblicisti.
Ci auguriamo che la importante decisione del tribunale di Palermo possa essere presa a modello anche da altre autorità giudiziarie, prima fra tutte quella di Enna, che nei mesi scorsi ha condannato la collega pubblicista Giulia Martorana e che sta ancora processando l'altro pubblicista Josè Trovato, per essersi comportati allo stesso modo di Maria Letizia Affronti, il cui atteggiamento è stato ritenuto legittimo dai giudici palermitani''. (PALERMO, 9 GENNAIO - ANSA)
Processo al sindaco, l'inviata di Striscia: “Così vidi Cammarata salire sulla barca”
Il primo cittadino è indagato per abuso d'ufficio insieme
con lo skipper, che era anche dipendente della Gesip
Dipendente Gesip faceva lo skipper sulla sua barca, a giudizio sindaco Cammarata
PALERMO - Al porticciolo di Marina di Villa Igiea lo chiamavano «u bellacchio». Franco Alioto era noto da quelle parti per essere lo skipper della barca del sindaco di Palermo, Diego Cammarata. A scoprire che Alioto era anche dipendente della Gesip, una società di servizi comunale, e si assentava per andare a fare il suo «secondo lavoro» è stata l'inviata di «Striscia la notizia» Stefania Petix, che questa mattina ha deposto davanti alla terza sezione del Tribunale di Palermo nel processo per abuso d'ufficio al sindaco e allo skipper.
In abbreviato il direttore della Gesip, Giacomo Palazzolo, che avrebbe consentito ad Alioto di allontanarsi dall'azienda, è stato condannato a due anni, mentre è stato prosciolto l'ex amministratore delegato Felice Lombardi. Stefania Petix e la sua collaboratrice Maria Letizia Affronti hanno ricostruito le prime fasi delle ricerche per verificare la «soffiata». «Sapevamo solo che si chiamava Franco Alioto - ha detto Petix, rispondendo alle domande del pm Laura Vaccaro - ma non dove fosse ormeggiata la barca. Siamo andati quindi a controllare nei diversi porti turistici di Palermo. Non sono andata io di persona perché c'era il rischio che mi potessero riconoscere, quindi se ne occupò la giornalista Maria Letizia Affronti, che collabora con me. Al porticciolo di marina di Villa Igiea abbiamo trovato lo skipper e la barca "Molla 2" del sindaco. Poi siamo andati alla Gesip per cercare Alioto e a Casa Natura, una delle strutture della società dove ci avevano detto che lavorava, ma in entrambi i casi l'uomo che cercavamo non c'era. Ci siamo tornati diverse volte, il risultato era lo stesso. Dai fogli di presenza, di cui poi siamo venuti in possesso, Alioto però risultava presente in azienda. In quegli orari invece noi abbiamo visto che era in barca».
Lo staff di «Striscia» prende quindi appuntamento con Alioto fingendo di voler affittare la barca. «Lui non solo ci ha spiegato che era lì per fare lo skipper - ha proseguito Stefania Petix - ma ci ha fatto i nomi di altri affittuari, ci ha spiegato come funzionava e ci ha detto che l'affitto veniva a costare circa 1.500 euro al giorno. Un giorno, mentre monitoravamo la barca, abbiamo visto arrivare il sindaco con la scorta e poi Cammarata è salito sul natante». A quel punto è scattato il servizio poi andato in onda a settembre 2009 da cui è partita l'inchiesta della Procura che ha accertato il «doppio lavoro» di Alioto. Nel processo il Comune si è costituito parte civile e il sindaco ha sempre affermato la sua totale estraneità ai fatti. «Non ho mai in alcun modo contribuito - ha detto il sindaco dopo il rinvio a giudizio - a distrarre il signor Alioto dalle sue attività lavorative in Gesip per fini personali. Le assenze che gli vengono contestate, nulla hanno a che vedere con le prestazioni occasionali richieste nella barca che appartiene alla mia famiglia, prestazioni che gli sono state, peraltro, sempre pagate regolarmente. Assenze, spostamenti e controlli che riguardano i dipendenti Gesip, non rientrano ovviamente nella mia responsabilità e mai ho usato la mia autorità o il mio ufficio per interferire nelle decisioni del management dell'azienda, per nessuna ragione e men che mai per fatti personali».
Simona Licandro
09 gennaio 2012 (ultima modifica: 10 gennaio 2012 –DA: http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/)
ASSENTEISTA SKIPPER: TESTE, CI AFFITTO' BARCA SINDACO IN NERO
I dettagli dell'indagine giornalistica che è alla base del processo per abuso d'ufficio e truffa nei confronti del sindaco di Palermo, Diego Cammarata, sono stati forniti oggi dalla giornalista Maria Letizia Affronti, che ha svolto gli accertamenti per conto del Tg satirico di Canale 5, "Striscia la notizia". La Affronti, stretta collaboratrice di Stefania Petyx, l'"inviata" di Antonio Ricci in Sicilia, ha raccontato di avere preso contatto con Franco Alioto, coimputato di Cammarata, a marzo del 2009, dopo avere ricevuto un'indicazione da una fonte che non ha voluto rivelare e su cui il tribunale le ha riconosciuto il segreto professionale. "Alioto - ha raccontato la giornalista pubblicista - si trovava a Marina di Villa Igea, sulla barca del sindaco. Con lui intavolammo una trattativa per l'affitto dello yacht del sindaco, il 'Molla 2'. Ci disse che lo davano a nolo in nero e che non dovevamo preoccuparci per la mancanza dei documenti: 'Casomai vi dovessero fermare, dite che siete amici del sindaco'. Pagammo una caparra di 300 euro, ma prendemmo tempo per concludere e lo skipper ritirò la disponibilità e non ci affittò più la barca".
La Affronti ha detto pure di essere andata più volte a "Casa Natura", nel parco della Favorita, dove in teoria doveva lavorare Alioto, sulla carta giardiniere della Gesip, una società mista tra privati e Comune: "Siamo andati più volte, ma non l'abbiamo mai trovato. I suoi fogli di presenza, che abbiamo visionato, erano in bianco". Anche la stessa Petyx ha descritto le indagini, riferendo al pm Laura Vaccaro e al collegio presieduto da Vincenzina Massa di non essersi potuta presentare di persona "perché sono troppo nota, rischiavo di essere riconosciuta, e la cosa sarebbe fallita".
Davanti ai giudici si è presentata anche il vicequestore Silvia Como, responsabile della sezione pubblica amministrazione della Squadra mobile di Palermo. Anche lei ha ricostruito gli accertamenti, dicendo che le indagini consentirono di appurare la veridicità di quanto raccontato dai servizi di Striscia. L'indagine della polizia era comunque già aperta da prima. Il tribunale si è riservato sulla richiesta di acquisizione di nuovi filmati, presentata dal Comune, parte civile contro Cammarata. Prossima udienza il 6 febbraio. (PALERMO 9 GENNAIO - AGI)