Il Tribunale di Rimini ha condannato per condotta antisindacale Giovanni Celli, editore del quotidiano La Voce di Romagna, e ha ordinato il reintegro del giornalista Paolo Facciotto, membro del comitato di redazione. Il ricorso contro il licenziamento del giornalista era stato presentato dalla presidente dell'Associazione stampa Emilia-Romagna (Aser), Serena Bersani, assistita dagli avvocati Alberto Piccinini del Foro di Bologna, Gianni Scenna e Massimiliano Gessaroli del Foro di Rimini.
Il licenziamento di Facciotto era stato impugnato sia per motivi di forma sia perche' considerato legato alla sua "attivita' sindacale in redazione in seguito al mancato pagamento di molte mensilita', conflittuale con l'editore e ampiamente documentata". Il giudice del lavoro Antonio Stanislao Fiduccia ha dunque accolto il ricorso e condannato la societa' editrice La Voce srl, ordinando anche di pubblicare la sentenza sul quotidiano e di pagare le spese legali sostenute dall'Aser."Come presidente della Fnsi esprimo piena soddisfazione per la sentenza con la quale il giudice del lavoro di Rimini ha reintegrato nell'organico de La Voce di Romagna il collega Paolo Facciotto, membro del comitato di redazione, licenziato con assurde motivazioni- commenta in una nota il numero uno della Federazione nazionale della stampa, Giovanni Rossi- la conseguente condanna del comportamento antisindacale dell'editore Giovanni Celli e' la riprova che non si possono violare impunemente le leggi della Repubblica e i contratti di lavoro. L'editore deve comprendere che con il Sindacato ci si confronta, specie se si ricevono consistenti soldi pubblici per finanziare la propria attivita' e, malgrado questo, non vengono pagati regolarmente gli stipendi dei dipendenti e le spettanze dei collaboratori. La sentenza di Rimini e' un segnale per quegli imprenditori che pensano di vivere ancora nell'Ottocento e non negli anni Duemila". Soddisfatta anche la presidente dell'Aser, Serena Bersani. "Questa sentenza dimostra che mantenere la schiena dritta, come ha fatto il collega Facciotto malgrado le minacce e le ritorsioni subite, alla fine paga anche in tempi tanto difficili come questi per il mondo del lavoro, specie quello editoriale- afferma- se l'editore Celli ritiene che i diritti sono spade, come ha avuto modo di dire, io penso invece che i diritti sono il presupposto delle liberta', individuali e collettive, e che quindi tutti dovremmo lottare per la loro salvaguardia". (Com/San/ Dire) 18:35 19-08-14 NNNN