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Fnsi 02 Lug 2003

Il Tribunale dell’Aquila reintegra nel posto di lavoro un giornalista dell’Ansa di Pescara

Il Tribunale dell’Aquila reintegra nel posto di lavoro un giornalista dell’Ansa di Pescara

Il Tribunale dell’Aquila reintegra nel posto di lavoro un giornalista dell’Ansa di Pescara

La Segreteria dell’Associazione Stampa Abruzzese ha accolto con soddisfazione una nuova importante sentenza della magistratura del lavoro a favore di un giornalista abruzzese. Dopo una vertenza durata diversi anni, il Tribunale dell’ Aquila, sezione Lavoro, ha accolto il ricorso presentato dal giornalista Antonio Buccilli, consigliere-tesoriere dell’Associazione regionale della stampa abruzzese, nei confronti dell’Agenzia Ansa. Il collega Buccilli era stato licenziato da corrispondente dell’Ansa da Pescara, ma il Tribunale dell’Aquila ha stabilito che il giornalista dovrà tornare al suo posto di lavoro. La sezione Lavoro ha ritenuto illegittimo il licenziamento intimato dall’Ansa per “violazione dell’art. 34 ccnl giornalistico”, l’articolo che si riferisce alle forme di tutela sindacale, dal momento che Buccilli, all’epoca dei fatti, era dirigente del sindacato dei giornalisti abruzzesi. Quindi il magistrato della sezione Lavoro, la dott.ssa Sabrina Mostarda, ha disposto l’immediata reintegra nel posto di lavoro precedentemente occupato. In accoglimento del ricorso di Buccilli, rappresentato dall’avv. Valerio Speziale, il Tribunale aquilano ha anche condannato l’Ansa al risarcimento dei danni ed al pagamento delle spese processuali. Si tratta di un’altra importante sentenza per il mondo del lavoro giornalistico abruzzese, dopo quella della collega Angela Trentini, rappresentata dagli avv.ti Marcello Pacifico e Domenico D’Amati, contro l’emittente televisiva privata Reteotto di Chieti. Ricordiamo che proprio nei giorni scorsi il Tribunale di Chieti ha concesso la sospensiva dell’esecutività della sentenza, ponendo a carico dell’emittente il versamento di una cauzione di 300 mila euro, in attesa della decisione della Cassazione. Si tratta comunque di un successo nella vertenza della collega Trentini, dal momento che la cauzione stessa garantisce comunque l’entità della somma riconosciuta nella sentenza.

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