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Vertenze 16 Gen 2012

Il Tempo chiude le pagine del Lazio L’Asr: “Inaccettabile, subito una vertenza”

Ci risiamo: i più deboli pagano per primi e più pesantemente il prezzo di una crisi annunciata. Parliamo dei collaboratori de Il Tempo ai quali l’editore ha comunicato via mail, soltanto due giorni prima, la cessazione a far data dal 15 gennaio dell’Edizione Lazio. Si tratta delle pagine locali con le quali collaboravano decine di giornalisti, spesso in arretrato di mesi, quando non di anni, con i compensi.

Ci risiamo: i più deboli pagano per primi e più pesantemente il prezzo di una crisi annunciata. Parliamo dei collaboratori de Il Tempo ai quali l’editore ha comunicato via mail, soltanto due giorni prima, la cessazione a far data dal 15 gennaio dell’Edizione Lazio. Si tratta delle pagine locali con le quali collaboravano decine di giornalisti, spesso in arretrato di mesi, quando non di anni, con i compensi.

“Un comportamento inaccettabile che lede la dignità personale ancor prima che professionale di questi colleghi - afferma il segretario dell’Asr Paolo Butturini -, oltretutto è una decisione impugnabile anche sotto il profilo legale, visto che molti dei contratti di collaborazione prevedevano un preavviso di almeno 30 giorni prima di risolvere l’accordo. Ma non basta, il provvedimento muta di fatto il piano editoriale della testata senza che su questo sia avvenuto alcun confronto con l’Associazione territoriale e proprio alla vigilia della presentazione di un piano di ristrutturazione, l’ennesimo nel caso de Il Tempo, che prevede altri tagli occupazionali.
L’Asr si schiera convintamente al fianco di questi colleghi e promuove un’assemblea di tutti i collaboratori del quotidiano per venerdì 27 gennaio alle ore 11 alla Fnsi (corso Vittorio Emanuele 349). In quella sede il sindacato territoriale valuterà le singole posizioni e le eventuali violazioni. In ogni caso, come già è accaduto per la trattativa di Leggo, l’Asr ritiene che al tavolo negoziale debba partecipare anche un rappresentante dei collaboratori e che si debba fare in modo che gli assetti produttivi futuri non disperdano, o peggio ancora cancellino, quel patrimonio di professionalità necessarie alla realizzazione di un prodotto informativo di qualità”.

@fnsisocial

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