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I Cdr del Gruppo 24 contro il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia
Cdr 30 Mag 2017

Il Sole 24 Ore, i Cdr del gruppo contro Boccia: «La sua lettura del passato sorprende e sconcerta»

Il presidente di Confindustria, intervistato da Giovanni Minoli, fornisce «una lettura dei fatti e del passato che appare a tutta evidenza irrispettosa della verità ». Così i Comitati di redazione di Sole 24 Ore, Radiocor Plus e Radio 24 dopo il confronto televisivo su La7.

«Sorprendono e sconcertano le dichiarazioni di Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, azionista di riferimento del Sole 24 Ore spa». I Comitati di redazione di Sole 24 Ore, Radiocor Plus e Radio 24 commentano così le parole di Boccia che, rispondendo su La 7 alle domande di Giovanni Minoli, collaboratore di Radio 24, emittente del gruppo Sole 24 Ore, ha sottolineato come in Confindustria «ci fosse piena consapevolezza della gravità della situazione societaria, ma che si evitò di intervenire con un tempestivo piano di risanamento per non fare precipitare la situazione occupazionale».

Una lettura dei fatti e del passato che, proseguono i Cdr, «appare a tutta evidenza irrispettosa della verità.  E che ripropone una chiave di interpretazione priva di senso, quasi a volere testimoniare che i problemi del Sole 24 Ore sono soprattutto, se non esclusivamente, dovuti al costo del lavoro. In realtà, a condurre la società sull’orlo del fallimento e a rendere necessaria una ricapitalizzazione, ancora incerta nel risultato e modesta nei contenuti, sono state assai più determinanti scellerate scelte manageriali che hanno portato, per esempio, ad acquisire a prezzi salati società poi cedute a 1 euro e con dote (vicenda Gpp) oppure avventure imprenditoriali quantomeno avventate, è il caso della Cultura con gli attuali vertici aziendali spinti sino all’azione di responsabilità nei confronti dell’ex amministratore delegato della Divisione».

Nella nota di risposta all’editore, pubblicata oggi sul quotidiano e online, i giornalisti si chiedono poi: «Quanto a scelte dirigenziali, che dire della decisione di Confindustria di mantenere nella carica di amministratore delegato della società chi in 6 anni non ha chiuso in utile neppure una trimestrale ma alla quale erano stati comunque garantiti ricchi bonus, contestati solo dalla pubblica presa di posizione dei giornalisti? Oppure che dire dell’avere riprodotto nel tempo una governance duale tra presidente e amministratore delegato, che solo adesso Confindustria, l’azionista, ha annunciato di voler rimuovere? O, ancora, che dire dell’avere tollerato la desertificazione del management aziendale con attenzione e competenza editoriale, favorendo l’ascesa e il consolidarsi in ruoli dirigenziali di chi manager non era e non è come l’ex direttore Roberto Napoletano? O, ancora, che dire dell’inerzia di fronte a una politica editoriale tesa alla massimizzazione del numero di copie, anche artificiali, con operazioni di “sostegno” alla diffusione in perdita con costi strutturali superiori ai ricavi?»

Tutto questo mentre la redazione, incalzano i Cdr, pur denunciando «in tutti i modi e contesti, anche quelli più istituzionali, il dramma del Sole 24 Ore», ha approvato nel tempo «plurimi stati di crisi (l’ultimo è tuttora in corso), non facendosi mancare due giri di prepensionamenti, 4 anni di solidarietà e la cassa integrazione. Ora – concludono i giornalisti – tocca anche ascoltare dal presidente Boccia una sorta di maldestra difesa dell’ex direttore Roberto Napoletano, tra i maggiori artefici del disastro attuale, gratificato di “grande professionista” e firma che Boccia si augura di tornare a leggere. Noi speriamo non sul Sole 24 Ore naturalmente. Dopo averlo sfiduciato a ottobre, ben prima dell’emergere dell’indagine penale a suo carico, le redazioni si augurano ora di non dovere essere costrette a riaprire pagine che molto si è faticato per chiudere».

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