Nonostante i tempi che corrono, la redazione del Sole 24 Ore ha aderito senza riserve allo sciopero dell’ 8 (e 9) luglio indetto dalla Fnsi contro l’approvazione del ddl Alfano.
Lo ha fatto, in tutte le sue articolazioni, consapevole del danno irreparabile che la legge-bavaglio provocherebbe sine die all’esercizio della professione e, soprattutto, al danno per il diritto dei lettori di essere cittadini del proprio paese.
Lo ha fatto in tutte le sue articolazioni, prevedendo foliazioni ridotte per tutti i periodici del gruppo, in gran parte settimanali, respingendo le pressioni dei capiredattori, della concessionaria di pubblicità, e delle previsioni di qualcuno che ha continuato a garantire lo scivolamento in extremis dell sciopero…
Riteniamo quindi che cambiare le carte in tavola a poche ore dalla celebrazione della giornata del silenzio – almeno in assenza di un fatto politico nuovo rilevantissimo (l’abrogazione del ddl? un rinvio parlamentare tombale?) - sarebbe grave, disorienterebbe i colleghi, fornirebbe un’immagine timorosa e nebulosa dell’azione sindacale.
Tenetene conto prima di assecondare interessi importanti ma contingenti, a fronte di un’unità della categoria sempre più difficile da mantenere, per non parlare d’altro.
Il Cdr del Sole 24 Ore
Donatella Stasio
Nicola Borzi
Alessandro Galimberti
Giovanni Negri