L’Associazione stampa romana condanna fermamente il comportamento dell’Amministrazione di Roma Capitale che in barba alla legislazione vigente in tema di uffici stampa, spending review, valorizzazione delle risorse interne alla Pubblica Amministrazione, dopo aver destinato non più di tre mesi fa a mansioni non giornalistiche sei addetti stampa interni privandoli della loro dignità professionale e dei diritti stabiliti dalla legge 150/2000, ne assume altrettanti esterni.
L’Asr, fermo restando che nulla ha contro i nuovi colleghi assunti da Roma Capitale e destinati ai Gruppi consiliari di maggioranza e opposizione , ha però il dubbio che questo sia stato per il sindaco Marino parte del prezzo da pagare, con i soldi dei cittadini romani, perché il bilancio venisse approvato. E’ solo un caso che tali assunzioni, insieme ad altre di diversa tipologia siano avvenute proprio l’8 agosto? Gentile Sindaco, ci smentisca. Le rinnoviamo, quindi, la nostra richiesta d’incontro, avanzata insieme al Cdr di Roma Capitale alcuni mesi orsono, che a oggi rimane lettera morta. L’Asr aveva peraltro proposto una soluzione più che percorribile affinché ai sei colleghi dipendenti non toccasse la sciagurata sorte di finire a fare un lavoro che lede la loro dignità professionale, ma nonostante la disponibilità dimostrata a quel tavolo da parte del Vicesindaco Nieri e del capoufficio stampa, per i sei colleghi è arrivata comunque la delibera che li destinava a mansioni meramente amministrative. E’ stata questa invece la risposta di Roma Capitale a una sentenza della Sezione Lavoro del Tribunale di Roma che le ordinava di inquadrare correttamente un’altra collega giornalista interna all’Amministrazione. L’Asr continua pertanto al fianco dei colleghi la sua battaglia legale in difesa dei diritti e degli interessi di questi giornalisti interni all’Amministrazione affinché ritornino al più presto a svolgere il loro lavoro così come stabilito dalla legge.
IL COMUNICATO DEL CDR UFFICIO STAMPA ROMA CAPITALE
IL PREZZO DEL BILANCIO
Appena tre mesi fa l’Amministrazione capitolina ha privato di mansioni e dignità professionale sei giornalisti dell’Ufficio Stampa di Roma Capitale e ora ne assume sei esterni.
La decisione di togliere le mansioni giornalistiche ai sei addetti stampa interni all’Amministrazione è stata presa a seguito della sentenza del Tribunale di Roma - Sezione Lavoro che, in risposta al ricorso proposto da un’altra giornalista dipendente dell’Ufficio Stampa, ordinava a Roma Capitale di inquadrare la stessa nella categoria D3 del CCNL Regioni e Autonomi locali, così come previsto dalla Legge 150 del 2000 che disciplina le attività di informazione e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni. La stessa amministrazione quindi, che non ha voluto trovare una soluzione per inquadrare contrattualmente in modo corretto i sei giornalisti che da anni, per volere della stessa amministrazione , hanno svolto mansioni giornalistiche come addetti stampa , ritrova oggi concretezza e unanimità con l’assunzione presso l’Ufficio Stampa di altri sei giornalisti esterni che sono stati assegnati ai vari gruppi politici di maggioranza e opposizione. La politica, quando vuole, soluzioni e accordi li trova e lo fa anche in tempi molto brevi. La tempistica, infatti, la dice tutta: la delibera di Giunta è dell’8 agosto scorso, solo pochi giorni dopo l’approvazione del Bilancio. L’interrogativo sorge spontaneo: è questo il prezzo da pagare per l’approvazione del Bilancio? Altre sei assunzioni alla faccia della spending review e delle vicende legate al salario accessorio dei dipendenti capitolini. La “fine della storia” è sempre la stessa: in tempi di ristrettezze economiche e di tagli, i soldi dei cittadini vengono spesi per assumere sei figure professionali esterne, quelle stesse figure professionali che erano già presenti all’interno dell’Ufficio Stampa di Roma Capitale ma che l’Amministrazione ha pensato bene di destinare ad altre mansioni, gettando così alle ortiche esperienze e professionalità in alcuni casi ventennali. Non si è, invece, voluta percorrere la strada che era stata individuata dall’Associazione Stampa Romana e da questo Cdr, nonostante il parere favorevole del Vicesindaco, con Delega al Personale e dello stesso Capo Ufficio Stampa. Incomprensibili e inaccettabili appaiono, a questo punto, il silenzio dei vertici, a partire dal Sindaco Marino, di fronte alla richiesta d’incontro avanzata da questo Cdr e dall’Associazione Stampa Romana, e il persistere dell’inottemperanza dell’Amministrazione in merito alla sentenza esecutiva del Tribunale di Roma che ordina a Roma Capitale di inquadrare la collega dipendente, che ha vinto in primo grado la causa, nella categoria D3 del CCNL Regioni e Autonomi locali. Di fronte a questa situazione che riteniamo gravissima il Cdr dell’Ufficio Stampa di Roma Capitale prosegue la sua battaglia in ogni sede, compresa quella legale, per vedere riconosciuti i diritti sanciti dalla legge dei sei colleghi giornalisti allontanati dall’Ufficio Stampa. Il Cdr conferma ancora una volta la disponibilità al dialogo e al confronto, pertanto rinnova al Sindaco Marino e ai vertici dell’Amministrazione la richiesta di un incontro immediato.
Il Cdr dell’Ufficio stampa di Roma Capitale
Roma, 5 settembre 2014 -