"Se la polizia romana reagisce con prontezza e tempestività al moltiplicarsi di casi di violenza contro le donne, scovando e catturando subito i colpevoli di così orrendi e infami delitti, parte del merito va riconosciuta non soltanto alle denunce coraggiose e a viso aperto delle aggredite, ma anche ai mass-media che, dando ampio rilievo ai casi di stupro, suscitano la partecipazione indignata dell’opinione pubblica, contribuiscono all’isolamento sociale dei responsabili, gettandoli nel panico e favorendone la sollecita individuazione e cattura". E' quanto afferma in una nota il Direttivo del Sindacato cronisti romani replicando al questore di Roma Giuseppe Caruso
Il questore aveva criticato i giornalisti e aveva sostenuto che la stampa adotterebbe metodi pochi ortodossi nei confronti delle vittime dello stupro cercando scoop a tutti i costi. "Le generiche critiche nei confronti “di certa stampa” senza documentarne nome e cognome - afferma la nota del Scr - non solo rischiano di fare di ogni erba un fascio, ma assecondano le perduranti suggestioni al giro di vite sui più importanti fatti di nera, e incoraggiano quanti vorrebbero, e lo si verifica in questi giorni con il liberticida ddl Alfano sulle intercettazioni, il ritorno della censura imponendo il bavaglio ai cronisti".