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Editoria 19 Nov 2009

Il Secolo accusa Bonanni di attaccare la Fnsi in modo poco trasparente

Pubblichiamo il testo del Secolo d’Italia apparso in prima pagina mercoledì 18 novembre  

Pubblichiamo il testo del Secolo d’Italia apparso in prima pagina mercoledì 18 novembre  

ANCHE BONANNI SI È SCOPERTO "MOVIMENTISTA"

 

di Federica Perri

 

Grandi manovre in corso nel mondo dell'informa­zione. Oggi a Roma la Cisl riunisce giornalisti di tutte le aree per un convegno appa­rentemente di routine («Diritto e qualità dell'informazione, ruo­lo autonomo e libero dei giorna­listi, partecipazione dei cittadi­ni») ma che in realtà è stato pre­sentato un po' a tutti come la ri­sposta alla mobilitazione anti­berlusconiana del 3 ottobre scorso. Il buffo è che alla tavola rotonda moderata da Walter Passerini, parteciperanno Lu­cia Annunziata, Maurizio Bel­pietro, (direttore di Libero), En­rico Cisnetto, (presidente di So­cietà Aperta), Lorenzo Del Boca (presidente dell'Ordine dei gior­nalisti) Antonio Padellaro, di­rettore del Fatto Quotidiano, Piero Vígorelli, vicedirettore Tg 5. Nemmeno uno spicchio per i giornalisti "di destra" e in par­ticolare per il gruppo di Lettera 22 che pure ha dato la sua in­condizionata adesione all'ini­ziativa invitando tutti i suoi as­sociati a intervenire «per dare voce al dissenso» della categoria verso il sindacato unico, la Fnsi.

Secondo le anticipazioni del Foglio, dalla relazione di aper­tura del segretario confederale Anna Maria Furlan, dovrebbe emergere la richiesta di un maggior «pluralismo sindaca­le». Un sindacato unico, scrive­va tre giorni fa Il Foglio ammet­tendo di aver letto il discorso in anteprima, «dovrebbe rappre­sentare tutti. La Fnsi invece da qualche tempo fa più politica che sindacato». Ancora: «L'in­tenzione cislina è quella di suggerire, se non sollecitare, la nascita di una alternativa alla Fnsi». Un programma sotto molti profili interes­sante, che tuttavia tende a eludere un dato: la Cisl ha partecipato fino a oggi alle scelte della Fnsi, ha una se­dia al suo "tavolo" - così come la Cgil, la Uil e l'Ugl - e il percorso più trasparente per smarcarsi da quel con­testo forse sarebbe tirarsene fuori.

Potrebbe essere una delle tante beghe di categoria se il tema dell'informazione non fosse così centrale nel dibattito politico di questa fase e se il nobile intento di fermare la "deriva politicizzata" della rappresentanza giornalistica non richiedesse il massimo della traspa­renza per evitare di sovrapporre ambiguità all'ambi­guità. Difficile, francamente, immaginare di conse­guire l'obbiettivo mettendo intorno a un tavolo le op­poste fazioni del giornalismo schierato - Libero e il Fatto - e personalità che attingono a uno stile cultu­rale e professionale diametralmente opposto come la Annunziata e Vigorelli. Salvo che il messaggio non sia risolvibile nel protagonismo di cui il segretario gene­rale della Cisl Raffaele Bonanni ha dato mostra re­centemente, e che si è manifestato anche con la fon­dazione del primo sindacato "delle partite Iva", che debutterà l'anno prossimo. Un movimentismo inte­ressante, che in qualche modo scombina e ricombina (anche politicamente) il vecchio schema di interessi e relazioni della Cisl, forse conquistandogli spazi in aree di intervento inedite. O forse - e questo è il ri­schio - lasciando più ampie zone di manovra alla si­nistra cigiellina proprio dove una credibile voce di moderazione sarebbe importante.

Federica Perri

@fnsisocial

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