“Il rifiuto alla negoziazione da parte della Federazione Editori Giornali (Fieg) per il rinnovo del contratto dei giornalisti, scaduto da 710 giorni, è un fatto molto grave e costituisce una lesione dei principi e del diritto costituzionale”.
Lo ha affermato Franco Siddi, Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, nell’indirizzo di saluto portato stamani alla Corte Costituzionale in occasione dell’incontro annuale del Presidente Franco Bile, svoltosi nel Palazzo della Consulta a Roma. Nel portare gli auguri dei giornalisti alla Consulta, Siddi ha espresso “gratitudine per l’attività della suprema Corte che assicura una funzione essenziale a garanzia delle regole della convivenza fissate dalla Carta Costituzionale e che è, perciò, fonte di fiducia per i cittadini e per gli operatori delle diverse funzioni espressive della vita civile. Il rifiuto del diritto alla contrattazione da parte degli editori pretende di ignorare prepotentemente il principio sancito dalla Costituzione: l’articolo 3 chiama, infatti, la Repubblica a rimuovere gli ostacoli che impediscono la partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione della vita sociale, economica (e anche politica) del Paese. Ma pure diritti e doveri stabiliti dal titolo terzo della “Carta” (contrattazione collettiva e tutele del lavoro, dignità umana, sicurezza e libertà della persona, beni primari anche di fronte all’iniziativa economica privata che è libera), sono oggi offesi e mortificati. C’è un’evidente necessità di una cultura della legalità costituzionale, per il progresso ordinato del Paese. Il pluralismo dell’informazione non è proprietà privata come taluno vorrebbe far intendere né è comperabile come qualsiasi altra merce. Giornalisti liberi, anche contrattualmente messi in grado di svolgere correttamente il proprio lavoro, sono una delle condizioni perché la difesa della legalità costituzionale possa essere patrimonio diffuso e radicato nella coscienza dei cittadini. L’Alta Magistratura della Corte Costituzionale indica continuamente, anche nell’evoluzione interpretativa della Carta rispetto alla legislazione, la via maestra per tutte le funzioni di garanzia democratica, tra cui vi è anche l’informazione. La necessaria indipendenza dei mezzi di comunicazione dai centri di potere e dalle pressioni arbitrarie è perennemente messa a rischio da invasioni di campo e da volontà prevaricatrici di superpoteri che talvolta si manifestano platealmente, talaltra in maniera subdola. La stessa classe dirigente del Paese, attraversata da correnti di stanchezza e di non sempre lucida e coerente determinazione nell’esercizio delle proprie responsabilità, non mostra di comprendere appieno la situazione. La rilevanza di pronunce e sentenze e la trasparenza dell’attività della Corte costituzionale sono oggi più che mai perciò motivo di fiducia per chi resta impegnato a sostegno e difesa dell’indipendenza e delle autonomie di istituzioni e funzioni della nostra democrazia.”