Il riassetto del sistema radiotelevisivo faccia a faccia tra Petruccioli e Gasparri
Petruccioli: il servizio pubblico muore
Il ministro: il digitale terrestre garanzia di pluralismo
Se le associazioni dei giornalisti (Stampa Romana e Usigrai) reclamano pluralismo e qualità dell'informazione in un quadro di certezze sull'autonomia professionale, la politica viaggia su altre quote. "Così come è strutturata la situazione, frutto dell'attuale duopolio, il servizio pubblico muore, lo si uccide giorno dopo giorno", sostiene il presidente della commissione di Vigilanza Claudio Petruccioli. Non è così però per il ministro delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri, secondo cui "la moltiplicazione degli spazi, con il digitale terrestre in fase di decollo, è garanzia di pluralismo e questa fase di espansione vale soprattutto per la Rai". Sono queste le due affermazioni con cui si è aperto il confronto "testa a testa" tra i due esponenti politici e istituzionali nel convegno promosso da Stampa Romana e Ucsi sul tema "Il riassetto del sistema radiotelevisivo". La mia non è una proposta di mediazione - ha spiegato Petruccioli - ma di riforma del sistema della tv italiana oggi dominato dal duopolio (Rai e Mediaset) e quindi con una qualità di produzione sempre più scadente". Nessuna mediazione dunque ma una riforma vera e propria che "sono certo non incontrerà - ha aggiunto Petruccioli - i favori né del governo né dell'opposizione". Secondo il presidente della commissione vigilanza Rai occorre predisporre le cose per avere "un settore più aperto con tre soggetti ed un limite antitrust valido per tutti e - ha proseguito - con un servizio pubblico in grado di ritrovare la sua missione ormai smarrita". Se la Rai è in condizioni di smarrimento, le cose non sembrano così positive per Mediaset. "Se i bilanci di Mediaset sono positivi - ha precisato Petruccioli - ciò non è dovuto tanto alla raccolta di pubblicità quanto al fatto che l'azienda può permettersi risparmio proprio perché manca una reale concorrente". E nell'immediato problemi gestionali gravano su Mediaset. "Retequattro - ha sottolineato Petruccioli - ha sei mesi per passare al digigale terrestre altrimenti chiude". *Alle osservazioni del Presidente della commissione di vigilanza, il ministro Gasparri ha risposto apprezzando "lo spirito dell'emendamento Petruccioli – ha spiegato Gasparri - ma debbo ricordare la sentenza della corte costituzionale che dice di no a regimi transitori". L'emendamento Petruccioli, "è certamente ispirato da saggezza ma - ha aggiunto Gasparri - da questo punto di vista potrebbe presentare delle criticità proprio perchè determina un regime transitorio: noi nella legge abbiamo già parlato di fase digitale e dei diritti che ne possono conseguire anche se la cultura del digitale sarà progressiva". Insomma se Petruccioli ha ribadito che "non faccio nessuna proposta di mediazione ma una proposta di riforma", il ministro Gasparri ha chiuso ogni possibile porta d'ingresso. "Io sono fiducioso che il ddl in discussione - ha concluso Gasparri - con tutte le difficoltà e le problematiche proprie di un settore complesso sia una via saggia". (AGI)