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Cronaca 18 Mar 2009

Il presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, rilancia la proposta dell'Ordine dei giornalisti dell'Emilia Romagna: i media non usino il termine "clandestino"

I mass media non usino piu' la parola 'clandestino' per descrivere la situazione di persone che non sono riuscite ad ottenere un regolare permesso di soggiorno e che continuano a vivere e lavorare alla luce del sole.

I mass media non usino piu' la parola 'clandestino' per descrivere la situazione di persone che non sono riuscite ad ottenere un regolare permesso di soggiorno e che continuano a vivere e lavorare alla luce del sole.

E' questa la proposta ''per una ecologia del linguaggio'' avanzata dal presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, durante il convegno 'Immigrati risorsa scoperta', in corso oggi a Firenze. ''La proposta - ha detto Martini - nasce dal 'Gruppo di giornalisti contro il razzismo', cui ha aderito l'Ordine dei giornalisti dell'Emilia-Romagna. In Francia si usa 'sans papiers', l'Onu suggerisce 'non-document migrant workes': noi potremmo usare irregolari, rifugiati, richiedenti asilo, persone e lavoratori senza documenti, migranti, illegali. Come Regione lo faremo nelle nostre comunicazioni e mi piacerebbe che i mass media della Toscana facesse propria questa iniziativa''. Il rischio per Martini e' che ''i media svolgano un ruolo attivo nell'alimentare una percezione negativa del fenomeno, nel fomentare diffidenza e xenofobia''. ''Clandestino' - ha continuato - vuol dire 'di nascosto': penso alle 46.984 persone che nel 2007 hanno chiesto di regolarizzare la loro presenza e al fatto che ne sono state accolte solo 13.030. Il che vuol dire che in Toscana vi sono 33.951 'clandestini', tra cui molte badanti e lavoratori. Tutte persone che si sono 'autodenunciate' e che hanno ottenuto una risposta negativa per le quote troppo basse. Francamente - ha concluso - e' assurdo definirli 'clandestini'''.ANSA).

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